capitolo 3: non piangere

26 2 0
                                    

-E poi l'ho fatto per renderti orgoglioso di me...- fin da piccolina ho cercato in ogni modo di rendere Herik orgoglioso di me, ma non ci sono riuscita perché lui, essendo molto più grande di me, non mi calcolava più di tanto perché guardava le ragazze. Mi dispiaceva sempre moltissimo essere messa in seconda posizione, sopprattutto da Herik. L'unica persona che riusciva a farmi passare tutta quella tristezza era ed é solo una: Emma. Lei riesce a farmi rasserenare con un solo sorriso.
Sento i suoi passi avvicinarsi a me, e una mano che, dalla guancia, mi obbliga a voltarmi e a guardarlo negli occhi. Mi sorride dolcemente. Mi perdo, senza volerlo, dinuovo nei suoi due pozzi azzurri. Mi scende una lacrima salata sulla guancia, per poi essere asciugata dal pollice della mano di Herik che la accarezza delicatamente sorridendo
-Non piangere Sara. Io sono sempre stato orgoglioso di te, e nulla me lo impedirà.- mi sorride dinuovo. Sento il cuore stringersi in se stesso e mi fa male il petto.
Le lacrime armai hanno inondato il mio viso e non hanno intenzione di smetterla. Abbraccio forte Herik, il mio Herik, il mio fratellone preferito. Mi sento bene tra le sue braccia, tranquilla, serena. I singhiozzi diminuiscono piano, piano anche se le lacrime non cessano.
Dopo qualche istante Herik si stacca da me sorridendomi, poi sposta lo sguardo da me a Mikael che ci sta fissando spaventato, ma allo stesso tempo incuriosito.
Gli va in contro e, guardandolo intensamente, lo fa cadere a terra svenuto.
-Herik?! Cosa gli hai fatto?!- mi accascio vicino al corpo sensa senzi. Lo guardo spaventata, anche se di mio fratello non ho seriamente timore
-Gli ho semplicemente cancellato la memoria da quando é entrato in questa stanza.- non mi parla guardandomi negli occhi perché é troppo impegnato a caricarsi a spalle il corpo di Mikael. Nella mente mi frulla una domanda, ma ora non é il momento opportuno.
-Avanti Sara, cosa vuoi chiedermi?- lo guardo, anche lui lo sta facendo.
-Um?- mostro solo indifferenza, pura indifferenza, almeno cerco
-Sara, i tuoi occhi sono trasparenti, te lo si legge chiaramente in faccia cosa pensi. Quindi, cosa vuoi chiedermi?- non sapevo di essere così trasparente, così tanto da far capire a cosa penso almeno
-Te lo chiedo dopo colazione. Ci troviamo al giardino nero.- sentito questo, mi fa un cenno di approvazione con la mano ed esce dalla stanza.
Torno al balcone appoggiandomi al muro e pensando a una cosa sola
Non capisco perché siamo talmente diversi se sia io che Mikael abbiamo un'anima anche se io ce l'ho morta, allora perché quando gli ho succhiato il sangue era così... strano...? Sono confusa... é stato talmente diverso da tutte le altre volte che bevevo del sangue...non so...
In cuor mio so bene la risposta, ma io non la voglio accettare o forse mi pare strano...
Mi alzo in piedi e vado a cambiarmi mettendomi il pigiama (un top grigio e dei pantaloncini neri). Mi butto sul letto
-...vediamo cosa c'é alla TV...- la accendo. Trasmettono un film che ho già visto tipo duemila volte, "Dance Dancing". Parla di una ragazza che si innamora di un ballerino professionista in un centro estivo, simile a un campeggio. Alla fine del film il ragazzo va via e così lascia da sola la ragazza. Però, alla festa di chiusura di questo centro, ritorna e insieme ballano la coreografia che avevano preparato prima della partenza di lui. É romantico e nient'altro in poche parole. Mieloso.
Spengo la televisione e mi lascio cadere sul cuscino
-Non so che fare...- sbuffo e mi alzo in piedi. Prendo dal comodino una scatolina con una nota musicale e la bagno un po con dell'acqua. La poso perterra al centro dello spazio libero in camera e piano piano cresce diventando un piano a coda blu. É una magia delle fate, me lo ha regalato Clara a un mio compleanno.
Mi siedo al piano e apro lo spartito.
-Vediamo come siamo messe.-  inizio con la scala per poi passare a una vera melodia, Mozzart.
-Non sapevo che suonassi anche il piano.- mi fermo e guardo verso la porta. C'è un ragazzo biondo appoggiato al cornicione della porta. Abbasso violentemente le mani
facendo stonare il piano
-Non devi entrare senza il mio permesso!-
-Per l'appunto io non sono dentro. Sono fuori dalla tua stanza.- ha ragione... é fuori dalla soglia della mia stanza...
-Cosa vuoi?-
-Non ti scaldare! Volevo solo capire da dove proveniva la musica! Ora intanto me ne vado.- chiude la porta e se ne va.
-Tks- riprendo a suonare.
-NO!- ogni nota che suono faccio un'errore!
-No! No!! No!!! No!!!!- prendo in mano lo sgabello e lo sbatto contro il muro.
-Basta! Non ne posso più!- mi corico sotto le coperte e mi addormento incazzata.

Confusione o amore?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora