CAPITOLO 24

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Quei giorni di scuola sembravano passare come anni. Ne era passato solo uno da quando mi ero vista con Jennifer e mi era sembrato lungo decenni. Inoltre dovetti stare tutto il pomeriggio a casa a studiare per il compito del giorno successivo, perché logicamente prima non "avevo avuto tempo" per farlo.
A scuola, inoltre, non avevo visto James per tutto il tempo, o non c'era o mi evitava. Comunque fui costretta a lasciargli i buoni per la SPA in un busta nell'armadietto, stranamente la stessa sera m'inviò un messaggio per ringraziarmi. Quel ragazzo era proprio strano.

Per fortuna il tempo passava. Arrivò anche il giorno dedicato alla ricerca con Jennifer; non riuscimmo a finirla nemmeno quella volta nonostante fossimo state insieme per ben tre ore; per nostra fortuna era da consegnare dopo una settimana. Entrambe non sapevamo come comportarci. Andavamo a momenti: a volte era come in passato, a volte sembrava fosse morto qualcuno. Sua sorella era sempre con mio fratello, o a casa sua o mia, e il più delle volte riuscivano a distrarci dai nostri momenti di tensione e imbarazzo. I genitori di Jen non erano mai a casa e quando accennavo a loro, lei divagava sempre. Avevo il sospetto che stessero divorziando, perché in casa c'erano alcuni cambiamenti che si facevano notare, ma se Jen non voleva parlarne, io non insistevo.

Kim era disperata. Per ben tre volte era venuta da me a piangere, perché le mancava Jack, perché non si sentiva abbastanza per lui, perché aveva paura che la loro relazione non potesse durare e che lei dopo avrebbe sofferto.

Ashton era presissimo dagli allenamenti, perché erano quasi alla fine della prima metà del campionato e dovevano assolutamente vincere tutte le partite. Ci vedevamo di meno, ma la nostra relazione era stabile e io l'amavo alla follia. Un'altra nota positiva di quei giorni deprimenti era che Chad sarebbe venuto a New York per la prima settimana delle due di vacanza di Novembre. Non vedevo l'ora di riabbracciarlo!

-Datemi del cibo!!!- esclamai uscita dalla classe della terza ora.

Ero a scuola e avevo fame e sonno.

-Datemi il mio cuscino!- mi fece eco Kim.

Era un venerdì, e quella era l'unica consolazione di quella giornata noiosa. Avrei dovuto iniziare a scrivere il modulo d'iscrizione ai college, ne avevo selezionati tre. Quel pomeriggio ero reclusa in casa e per rallegrare un po' la giornata la pioggia non aiutava.

Kim aprì il suo armadietto per appoggiare dei libri, ma da essi scivolò fuori un foglio di carta.

-Cos'è questa cosa?- dissi chinandosi a raccoglierlo.

-C'è scritto qualcosa?-

-"Va' ovunque la mente ti guidi quando il tuo corpo porta peso. (LE)"-

-Lacey Evans!- esclamammo in coro.-

-Vado a vedere nel mio armadietto.- dissi e quando lo aprii trovai anch'io il biglietto, con le stesse identiche parole.

-Cosa vorrà dire?- mi chiese Kim.

-E lo chiedi a me?-

-A chi lo dovrei chiedere?-

-A lui.- dissi quando vidi Ashton e lo indicai, poi gli corsi in contro e lo baciai.

-Ciao, piccola.- mi salutò.

-Ehi! Sai qualcosa riguardo questo messaggio?- e gli mostrai il foglio.

-Forse.- e mi rivolse un sorriso malizioso.

-Indizio?-

-Cosa mi dai se te lo dico?-

-La mia gratitudine.- mi morsi il labbro.

-E se non mi andasse bene?- mi strinse a se, abbastanza per farmi sentire il suo respiro sul collo e farmi capire le sue intenzioni.

-In quel caso cercherei di rimediare.-

HERE WE GO AGAIN [sequel of "I HATE YOU, PLEASE LOVE ME"]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora