Un appuntamento al buio (Fanfiction su Once Upon a Time)

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Mi è stato detto di iniziare ogni giornata con un sorriso, perché potrebbe diventare la più bella della tua vita. Infatti non c'è giorno tanto cupo e piovoso da impedirmi di alzarmi con un minimo di buonumore, nemmeno quello di stamattina.
Accendo la radio, la quale trasmette una melodia allegra per addolcire il risveglio degli abitanti di Storybrooke, e intanto mi preparo una tazza di caffè fumante. Dopodiché mi vesto e mi preparo per andare al lavoro; il lavoro più bello del mondo, a parere mio.
Mi occupo della biblioteca di Storybrooke: tengo in ordine e classifico i libri, pulisco e spolvero quando è necessario e mi occupo dei prestiti. Può sembrare noioso, ma per chi, come me, ama stare immerso nel mondo dei romanzi e del sapere, è semplicemente un enorme piacere.
È stato il Signor Gold a offrirmi questo lavoro. A volte mi capita di passare nel suo negozio per dare un'occhiata ai vari oggetti misteriosi contenuti lí dentro, e mi piace fermarmi a parlare con lui. Una volta mi sono messa a raccontargli della mia passione per la letteratura, e qualche giorno dopo mi sono ritrovata tra le mani le chiavi per la biblioteca.
Molte persone parlano male del Signor Gold, ma io personalmente non ci vedo nulla di negativo in lui. D'accordo, è un po' cupo e scontroso a volte, ma penso sia dovuto al fatto che sia molto solo. Sta quasi tutto il tempo nel suo negozio e in strada non lo vedo mai in compagnia di altri. La gente lo teme, credo, ma con me è sempre molto gentile e cordiale.
Mi dirigo verso la biblioteca a piedi. Non ho la macchina e inoltre si trova solo a una decina di minuti da casa mia. Appena la raggiungo, apro in fretta il portone e lo richiudo dietro di me.
Mi accolgono un piacevole calore e il solito odore di carta e libri. Appendo la giacca e vado verso la mia scrivania, dove si trovano alcuni libri da riordinare. Cerco di prenderli tutti insieme, ma ovviamente uno mi scivola dalle mani. Orgoglio e pregiudizio. Riappoggio i libri sbuffando e mi abbasso per raccoglierlo. In quel momento noto che un angolino di carta sbuca da sotto la copertina. Apro il libro e mi ritrovo un biglietto ripiegato.
Indugio un attimo. Forse è qualcosa di privato che qualcuno ha dimenticato lì. Non dovrei leggerlo, giusto? Eppure... Potrebbe anche essere qualcosa di totalmente innocuo, come una lista per la spesa. E se fosse addirittura per... me?

La curiosità ha la meglio e cosí spiego il foglietto. La calligrafia è quella di un uomo, credo, anche se è elegante e curata. Scorro la prima riga con gli occhi e il mio cuore prende un balzo appena vedo comparire il mio nome.

Mia cara Belle, ti scrivo questa lettera perché vorrei invitarti a cena questa sera. È da molto che lo vorrei fare, perché la tua compagnia è l'unica luce che illumina i miei giorni monotoni e cupi. Ho peró troppo timore che la tua sia solo cortesia e che in realtà mi disprezzi, per questo molto vigliaccamente te lo chiedo per iscritto e anonimamente. La mia identità la svelerai solamente se questa sera alle sette verrai al ristorante di fronte al negozio di seconda mano. Aspetto con ansia di vederti arrivare e sapere che sei curiosa di scoprire chi io sia.

Tuo... chissá.

Il cuore mi batte all'impazzata, mentre un sorriso largo mi si dipinge in volto.
Chi è questa persona misteriosa che mi dedica tutte queste parole stupende? Sono davvero riuscita a toccare cosí nel profondo qualcuno? Dentro di me si diffonde un piacevole calore, mentre già inizio a riflettere su cosa indossare questa sera.

Sono molto molto nervoso per questa sera, ho messo nella biblioteca di Storybrooke un biglietto per Belle in cui la invito a uscire a cena con me però ho deciso di lasciarlo anonimo così non verrà solo per cortesia. Quella ragazza è l'unica persona che è riuscita a leggermi dentro, a capirmi veramente e a dirla tutta mi sono parecchio affezionato a lei.
Ora devo solo pensare a come vestirmi, magari potrei mettere il mio completo più chic; lei sarà stupenda con qualunque cosa indosserà, non vedo l'ora di vederla.
Chissà quale espressione le si dipingerà sul volto quando mi vedrà... Speriamo bene; ogni tanto entra nel mio negozio e comincia ad osservare tutti i gingilli che sono attorno a lei, poi mi tempesta di domande come ad esempio:
-E questo a cosa serve?
Oppure:
-Oddio questo deve essere antico!
Mi diverto a chiacchierare con lei e a dissipare i suoi dubbi su quei strani gingilli.
Una volta mi aveva parlato della sua passione per la lettura e io le avevo procurato le chiavi della biblioteca di Storybrooke,l'espressione che aveva in volto era impagabile: non smetteva di sorridere, quasi non credeva ai suoi occhi e non smetteva di ringraziarmi.
Quel giorno non mi sono sentito il solito Gold scontroso e cupo bensì un Gold diverso, che crede alla possibilità di essere una persona migliore.
Guardo l'orologio appeso al muro del salotto e decido di andare a farmi una doccia.
Esco dalla doccia, mi infilo la camicia, i pantaloni neri, la cravatta blu come il colore degli occhi di Belle... E mi infilo giacca e scarpe.
Prima di andare nel ristorante e aspettare Belle, vado nella fioreria vicino al bad & breakfast da Granny e compro un mazzo di rose rosse.

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