La persona di cui vi voglio parlare l'ho conosciuta ben undici anni fa. Non si tratta di un'amica e nemmeno di un ragazzo di cui sono innamorata, ma bensì della mia madrina. Perché ho deciso di parlare proprio di lei? Semplicemente perché ho un'ammirazione profonda verso la forza e il coraggio di quella donna.
L'ho conosciuta quando ero all'asilo. C'era questa bambina, sua figlia, con una massa di capelli ricci sparati in aria. Giocava sempre con i maschietti, mentre io ero silenziosa e non parlavo praticamente con nessuno. Ma nonostante la mia presenza quasi invisibile, quella bambina si accorse di me. Il motivo principale erano i miei capelli: erano castani e molto lunghi, mi arrivavano infatti fino al sedere e li portavo sempre legati in una treccia. Sarah, il nome della bimba che presto diventó una delle mie migliori amiche, ne era affascinata e cosí decise di volermi invitare a casa sua un giorno. In questa maniera ci conoscemmo a vicenda e diventammo legatissime, ed io mi affezionai moltissimo anche ai suoi genitori.
Luca, suo padre, rappresentava per me infatti una sorta di secondo papà. Mio padre non è mai stato particolarmente presente nella mia infanzia. Non perché i miei genitori fossero divorziati, anzi, sono sposati ormai da ben 16 anni, da quando sono nata. Ma non sempre convivere e vivere assieme sono la stessa cosa.
Mia madre mi ha praticamente cresciuta da sola, seppur mio padre fosse a casa. Posso contare su una mano le volte in cui ha giocato con me o mi ha fatto vivere delle esperienze. Per questo il legame che notavo tra Sarah e suo papà era per me qualcosa di quasi magico; e quando ne venivo resa partecipe mi sentivo davvero felice.
Ma come già detto prima, la persona di cui vi voglio parlare è Giordana, soprannominata Giordi, ovvero la madre di Sarah. Non solo è una delle persone più dolci e di grande animo che io abbia mai incontrato, ma è anche molto, molto forte. A vent'anni subí un incidente in moto (lei era seduta dietro), a causa di una macchia d'olio sulla strada. Rimase paralizzata nelle gambe. Rischió quasi di morire dissanguata in ospedale, e il suo destino era quello di restare per sempre nella sedia a rotelle. Ma lei con il tempo inizió a muoversi con le stampelle e lo fa tuttora, nonostante questo sforzo le danneggi le spalle.
Ad un matrimonio conobbe Luca e i due si innamorarono. La madre di Luca non apprezzava il fatto che suo figlio avesse sposato una donna "handicappata", e di fatto non la accettó mai come membro della famiglia, nemmeno sul punto di morte.
I medici avevano sconsigliato a Giordi avere figli, ma se c'è una cosa che lei non fa mai, è arrendersi e abbandonare i propri desideri. Lei voleva una famiglia, e una famiglia ottenne: dopo un lungo e straziante parto nacque la piccola Sarah.
È proprio questo che ho imparato da lei: non arrendersi mai, andare sempre avanti, non importa in che situazione ti trovi.
Inoltre ammiro il fatto che cerchi di aiutare chiunque abbia bisogno. Vuole sempre essere disponibile per chiunque, anche se spesso nonostante la sua indiscussa indipendenza lei potrebbe essere la prima ad avere bisogno di qualche aiuto a volte. Ma lei non ne sente il bisogno, lei si sente sana, ha imparato ad accettare e convivere con il suo problema. Se mai un giorno dovessi ritrovarmi in una situazione simile, in un punto in cui la mia vita cambia radicalmente, spero tanto di poter affrontare la faccenda con il suo ottimismo e la sua grinta.
Lei per me non è solo la mia madrina (le avevo chiesto di diventarlo per la mia Cresima, e lei aveva accettato con gioia), ma è un esempio da seguire. Spero che ora capiate perché ho pensato a lei in riferimento ad una persona importante.