Settimo round

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Chiudo gli occhi e immagino la scena...
Immagino di accendere il telefono la mattina senza ritrovarmi alcun messaggio su whatsapp da parte sua. Mi alzo, mi preparo e vado a scuola, ascoltando musica come al solito. Salto via tutte le canzoni allegre, concentrandomi solo su quelle più tristi o che in particolar modo mi ricordano lei e la nostra amicizia. Mentre passo sul ponte guardo giù, verso il fiume, mentre le lacrime mi pizzicano gli occhi.
Arrivo a scuola, saluto le mie compagne di classe ma non partecipo alle loro chiacchiere. Mi limito ad appoggiarmi contro il muro e a fissare il vuoto. Durante la lezione non riesco a concentrarmi, non prendo appunti, penso solamente a lei, al fatto che non ci sia più.
Ci raccontavamo tutto, io e la mia migliore amica. Era l'unica a conoscere i miei segreti e i miei desideri più profondi, le mie paure, i miei sogni e i miei amori passati e presenti, e lo stesso valeva per me. A volte facevo un po' fatica a sopportare il suo carattere spigoloso e lunatico, e mi faceva diventare matta quando per un brutto voto cadeva in una mezza depressione e io non sapevo più come tirarle su il morale. Ma in un modo o nell'altro, ci riuscivo quasi sempre. Anche lei mi faceva sempre tornare il sorriso prima o poi, quando stavo male, spesso accompagnato da alcune lacrime di commozione generate dalle sue parole dolci. Era proprio questa una delle sue particolarità: per quanto fosse spesso acida e anche un po' "stronza" (lei stessa amava definirsi cosí), aveva nel cuore una profonda dolcezza che solo a pochi dimostrava davvero. Io ero una di quelle poche persone fortunate.
Il professore mi chiama. Alzo lo sguardo verso di lui, senza la più pallida idea di cosa mi abbia chiesto. Mi chiede se voglio uscire un attimo, e solo ora mi rendo conto che ho le guance rigate dalle lacrime. Annuisco e a testa bassa lascio l'aula, con passo veloce.
Scendo le scale e mi fiondo in bagno. Mi accovaccio sul pavimento freddo, circondo le ginocchia con le braccia e piango. Piango. Piango. Non so per quanto tempo, forse mezz'ora, forse un'ora, forse tutta la mattina.
Lei non c'è più. Non ci saranno più i suoi messaggi a riempirmi il telefono, non ci saranno più nuovi selfie, non ci saranno più serate trascorse a raccontarci le nostre vite, come se non le conoscessimo già a memoria, o a gironzolare per la nostra piccola città bevendoci una birra e ridendo.
Le sue risate... Sento una fitta al cuore, ricordandomele. Era cosí facile farla ridere, e automaticamente ridevo sempre insieme a lei, talmente erano contagiose le sue risa squillanti... Quanto vorrei sentirle in questo istante, al posto del silenzio assordante di questo bagno, rotto solamente dai miei singhiozzi.
Di colpo mi alzo, esco dal bagno e lascio il liceo. È inutile restare qui oggi, dove non c'è nulla che mi lega a lei, visto che frequentava un'altra scuola. Devo andare in un posto comune ad entrambe... Ed è proprio qui vicino.
Le scuole medie. È stato qui che ci siamo conosciute, il primo anno. Eravamo nella stessa classe e involontariamente eravamo finite ad essere compagne di banco. Io ero piuttosto timida e parlavo poco, ma ero felice quando lei prima della lezione di arte mi aveva chiesto se volevo sedermi vicino a lei anche in quella materia, e in tutte le altre.
Percorro il piazzale delle scuole medie, ripensando a tutte le pause trascorse qui assieme. Mi siedo su una delle panchine, e il dolore sembra diventare sempre peggio...
Su questa panchina ci eravamo sedute il penultimo giorno del nostro ultimo anno di medie. Ci eravamo scambiate delle lettere per ricordarci a vicenda quanto siamo state importanti l'una per l'altra; e abbiamo pianto insieme. E ora invece mi tocca piangere da sola...
Di nuovo non so quanto tempo è passato, ma ad un certo punto mi sembra quasi di aver esaurito le lacrime. Sono troppo esausta per continuare a piangere. E cosí d'improvviso sul volto mi compare un piccolo, debole sorriso, perchè mi rendo conto di una cosa.
La vita continua. Lei non c'è più, ma io ci sono ancora, e lei vorrebbe che io continui a vivere la mia vita. Non passerà giorno in cui non ripenseró di lei, ma prima o poi questi ricordi mi faranno più bene che male. Prima o poi il dolore svanirà, e resterà tutto l'amore che lei in questi anni mi ha dato e dimostrato.

Riapro gli occhi, e sono sollevata. Lei c'è ancora, e io sfrutteró ogni giorno al meglio con lei e tutte le altre persone a me care, perché al giorno d'oggi non sai mai cosa potrebbe succedere da un momento all'altro...

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