Capitolo 4: Destino e volontà, chi la spunta alla fine?

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La realtà, è retta da un ordine encomiabilmente organizzato, e a tal fine, sono presenti delle strutture insite nella realtà stessa, che gestiscono l'andamento degli eventi e ne condizionano modi e tempi.
Quindi, appare chiaro ed evidente che non siamo noi i padroni degli eventi, che pur apparendoci spesso aleatori, sono in realtà comandati da quelle che chiameremo "strutture di controllo del sistema".
Le strutture di controllo agiscono indirettamente su di noi, veicolando le nostre scelte verso determinate circostanze, e, talvolta, mandando all'aria anche il nostro più architettato dei piani.
Vi è sicuramente capitato, nel corso della vostra vita, di progettare, e di ipotizzare il vostro futuro in termini molto lunghi, a livello cronologico.
E vi sarà anche capitato di credere con forza nelle vostre convinzioni, nelle vostre ambizioni a lunga scadenza.
Ecco, pur non essendo totalmente noi,i padroni del nostro destino e degli eventi che ci riguardano, quanto più vi prefisserete di raggiungere un obbiettivo concreto, tanta più alta sarà la percentuale di riuscita.
Ecco perché la fiducia in noi stessi, la volontà ferma e convinta di riuscire in qualcosa, può essere a volte l'ago della bilancia, una "forzatura giusta", che ci conduce verso il nostro porto, la nostra meta finale.
Con questo non voglio contraddirmi, quanto detto fino ad adesso, e che costituisce l'ossatura dell'opera, non deve mai essere messo in discussione.
È vero che l'ultima parola spetterà a ciò che è scritto nel grande libro del destino, nel perfetto ordine encomiabile.
Però, la volontà di alcune menti eccezionali, ha dimostrato che in certi casi, isolati e non, è possibile imprimere una leggera forzatura sul corso degli eventi, con la speranza che le cose vadano bene alla fine.
Il risultato sostanzialmente non cambierà, e ricordate che il destino vincerà sempre su ogni vostra prerogativa morale ed intenzionale.
Ma la voglia di crederci, di averla vinta alla fine su tutto ciò che ci sembra insormontabile è incredibilmente troppo grande per noi, da affrontare, è la fiamma che ci salva dal vuoto, dalla inerzia a vivere, dalla fuga di ogni speranza, e dallo sradicamento della volontà esistenziale, per dirla in termini schopenhaueriani.
Perché è vero, l'ultima parola spetta al destino, ma la penultima a voi.
"L'essere è trascendenza e progetto", diceva Heidegger.
Continuate a sognare, continuate a sperare che le cose vadano nel giusto verso, provate a costruire un destino alternativo, in cui credere sempre.
E vi sentirete vivi.

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