Capitolo I

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"Glin, glan, glin, glan, glan". Che tintinnio rilassante, il mio suono preferito da quando avevo otto anni. Cavalcava alla perfezione il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia. Sembrava una dolce ninnananna. La sabbia era cosi sottile che un granello era quasi invisibile a occhio nudo. Riusciva a infilarsi fra le mie dita, che iniziavano a bruciarmi. Ma non mi importava. Era cosi bello e riposante stare seduta lí. Lontana da tutto e da tutti.

Mamma mi avrebbe detto di non continuare a rimurginare su un passato che non aveva futuro: mi mancava cosi tanto. Era morta quando avevo quasi nove anni, poco dopo il mio ottavo Natale. Si ammalò e appena una settimana prima del mio compleanno morì. Per ultima cosa, mi aveva sussurrato solamente quattro parole: "non smettere di sognare"... subito dopo la sua voce si spense, i suoi occhi divennero opachi e le sue palpebre si abbassarono.

Penso che mio padre non abbia mai pensato a una donna che non fosse Susanne, e anche lei lo amava molto. Lui sta sempre a osservare le sue cose, le tocca, le annusa, per riuscire a comprendere del tutto gli oggetti a cui associava i diversi stati d'animo. Buffo, dite voi? Io direi piuttosto curiosa e intelligente come cosa.

Mia madre era sempre stata una persona furba, che a ogni cosa collegava un'emozione, a cui a sua volta erano legati un colore e un gesto.
Ricordo che quando ero triste veniva li e mi accarezzava la schiena quattro volte. Non una di più. Se le chiedevo perché mi rispondeva che nemmeno lei lo sapeva. Era semplicemente il suo modo per dirmi che lei c'era e che non si può essere sempre tristi, perché la vita è breve, e mi è anche stato dimostrato.
Beh, proprio in questo istante ho deciso che associeró uno stato d'animo alle cose proprio come faceva mamma. Chissà se ce la farò!?

Dopo qualche minuto di intensa riflessione scorsi qualcuno sulla spiaggia, un ragazzo, abbastanza impacciato che portava gli occhiali. Non feci troppo caso a lui.

"Wof, wof!" "Ma che bel cagnolino che abbiamo qui!" Presi la piastrina che aveva al collo e la sollevai: Waffle. Ma che bel nome!

"Scusa, è un gran pasticcione" Era il ragazzo goffo di poco tempo fa. "Niente, non ti preoccupare.." dissi sorridendo.
"Come ti chiami?" "Io? Justin, e tu?" Rimasi un attimo perplessa, mi ammutolii. Chissà perché gli avevo chiesto il suo nome! E a che emozione avrei associato lui e Waffle? Troppe domande assieme.
"Ragazza misteriosa, che succede?" "Alison" riuscii a rispondergli solo questo. Poi arrossii sul viso, e lui se ne accorse, credo.

Spazio Autrice

Ciao a tutti, spero vi piaccia questo primo intenso capitolo della storia. Se volete sapere come continua aggiungete una stella e presto pubblicherò il prossimo capitolo. Tanti baci dalla vostra Gioia

La ragazza con l'orecchino acchiappasogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora