II capitolo

20 0 0
                                    

Drew

Non avevo mai sopportato il suo modo di rapportarsi con il mondo e le persone. Sapevo benissimo che si era già pentita della decisione presa quella sera.

Non ci vedevamo da due anni, ma la piccola Mars era sempre la stessa. Sempre chiusa in se stessa, sempre la solita bambina imprigionata nel corpo di una ormai bellissima donna.

Era troppo fragile per sopravvivere in quella famiglia, ma lei amava i suoi ragazzi più di qualsiasi cosa al mondo. Anche se, senza volerlo, le facevano male ogni singolo giorno.

DianeMargaret Hamilton era forse una delle ragazze più complicate e incasinate che avessi mai conosciuto e faceva parte della mia vita da sempre. Ci conoscevamo da sempre. Mi ricordo vagamente, solo come un bambino di 4 anni può ricordare, la prima volta in cui la portarono a casa. Dawson aveva 12 anni e non disse neanche una parola, la guardava e basta. Si era innamorato di quella dolce bambina dai grandi occhi blu nell'istante in cui la vide. Mike, che invece aveva 9 anni, non la degnò di uno sguardo. Diceva che i bambini gli facevano senso, ma una volta l'avevamo beccato a guardarla incantato. Derek era un bambino di 6 anni incazzato con il mondo, ma quando vide la versione minuscola della piccola Mars non si sforzò nemmeno di trattenere un sorriso. Tj, il mio migliore amico da sempre, aveva la mia stessa età e quando la vide disse: "è vera?". Mi ricordo che fece ridere tutti. Io? Io ero rimasto in silenzio per tutto il tempo. Non avrei mai voluto interferire in quella bellissima immagine familiare. Era più bello fare da spettatore. E gli Hamilton erano sempre stato il mio quadro preferito.

La morte di Rose aveva portato a tutti un grandissimo dolore. Rose era la donna più bella e gentile che avessi mai conosciuto. Era forte e avrebbe fatto di tutto per i suoi figli. Era impossibile non amarla e, infatti, tutti l'amavano. Mi aveva accolto a casa loro come un figlio, mi aveva cresciuto e coccolato. Tutta la famiglia pianse così tante lacrime per la sua morte da poter far invidia all'oceano. Tranne Mars. Lei non piangeva, lei non poteva piangere.

Tutti sapevamo benissimo che Dawson la incolpava per quella notte. Le disse che le aveva portato via l'unica donna che aveva mai amato. Il giorno in cui le sputò in faccia tutte quelle accuse, fu anche l'ultimo giorno in cui si parlarono. Ma Mars non piangeva neanche quella volta.

Sembrava che non le importasse e, invece, eccome se le importava. L'aveva ferita come mai nessuno prima di allora. L'aveva uccisa, come solo il più bravo degli assassini sapeva fare. E sapevamo tutti che da quel giorno Mars non fu più la stessa. La cosa terribile era che Dawson lo sapeva meglio di chiunque altro. Dopo di allora non avevo mai più visto Mars piangere. Non versava neanche una minuscola lacrima. Aveva sempre gli occhi lucidi ma non piangeva. Mai.

Però quella volta, sentivo che stava piangendo. Dopo averla accompagnata al dormitorio, me ne andai. Ma me ne pentii subito, sapendo che lei in quell'esatto momento stava sdraiata a piangere sul cuscino. Sola, come non lo era mai stata nella sua vita. Aveva perso sua madre, ma perdere i suoi ragazzi era stata la cosa che le aveva completamente spezzato il cuore. Come lo sapevo? Beh... semplice. Perché, a differenza di quello che pensava lei o chiunque altro, io conoscevo Mars. Benissimo. Conoscevo meglio lei che Tj  o me stesso. Era difficile da capire quella ragazza, ma non so per quale strano motivo io ci riuscivo.

Quando arrivai di fronte alla porta della sua stanza, bussai velocemente prima di cambiare idea. Speravo davvero di sbagliarmi. Volevo vedere che stava bene, che non aveva pianto, ma quando aprì la porta era completamente a pezzi. La guardavo e sembrava sgretolarsi ancora un po'.

"Ti ho portato la colazione, bimba." dissi, usando il nomignolo con cui la chiamavo quando eravamo più piccoli.

"Drew." soffiò con la voce stanca di chi non aveva chiuso occhio tutta la notte. "Che cosa ci fai qui?"

vintage carsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora