V parte

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Mars

Stupida. Stupida. Stupida.

Penso che fosse l'unica parola degna di descrivermi. Avevo bevuto per poi andare a piangere da Drew. Cosa mi era venuto in mente? Io ero sempre stata la roccia di me stessa. Avevo mio padre e i miei fratelli, ma farmi consolare non era mai stata un'opzione per me. Piangere non era mai stata un'opzione per me. Mi riduceva uno zombie e mi faceva sentire debole e terribilmente sola. Avevo cercato il conforto di Drew perché quel ragazzo era bravo a farsi amare, a far trovare agli altri un rifugio in se stesso.

Probabilmente, da quando ne ho memoria, è sempre stato uno stronzo di prima categoria. Con quei suoi occhi verdi credeva di potersi permettere tutto. Si era, infatti, permesso di paragonarmi alle sue puttanelle, per poi iniziare a farmi complimenti che ero sicura non pensasse realmente, perché onestamente nessun ragazzo al mondo si sognerebbe di dirti quelle cose senza voler arrivare a un secondo fine. Ma lui non poteva volere questo, perché io ero intoccabile e irraggiungibile. Non che volessi essere raggiunta in alcun modo da quell'individuo. Stronzate che per essere felici si ha bisogno di un uomo. Gli uomini sono portatori di sofferenza, tradimenti e bugie.

Non volevo essere amata, non mi interessava. L'amore rende deboli, completamente dipendenti da una persona. E io non potevo dipendere da qualcuno, perché avevo visto quali erano le conseguenze dell'amore incondizionato, le avevo provate sulla mia pelle e mi avevano portato ad essere cinica e spesso insignificante.

Quando tornai a casa, mi lanciai sul letto con la sensazione di stare sbagliando tutto. Non mi sentivo bene, completa, felice. Ero sola e l'avevo voluto io.
Avevo perso mia madre, i miei ragazzi e probabilmente stavo perdendo me stessa.
Non stavo bene. Lo sapevo. Lo sentivo.
Ma ammetterlo non mi faceva sentivo meglio, anzi mi stavo lentamente rendendo conto che ero afflitta da quella terribile malattia che non aveva una cura: la tristezza.
Non ero depressa. In passato lo ero stata, ma non erano quelli i sintomi.
Ero semplicemente triste, esausta di prendere scelte sbagliate, di fare la cosa sbagliata. Non ero cattiva certo, solo inevitabilmente goffa in tutto ciò che facevo, soprattutto nel rapportarmi con gli altri.
Avevo sbagliato tutto e non sapevo come rimediare.
Drew sembrava essere una delle mie infinite scelte sbagliate e non ero certa di volere che fosse così. Per una volta volevo fare la cosa giusta, essere la persona giusta per rendere felice qualcuno, dato che tutto di me, soprattutto le mie scelte, avevano fatto soffrire troppe persone. Purtroppo le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per tutta la vita. E io avevo fatto quella maledetta, stupida, insensata scelta sbagliata che sapevo mi avrebbe perseguitata per sempre, che si sarebbe sempre trovata nei meandri della mia mente.

La vita mi aveva insegnato che le scelte, giuste o sbagliate che fossero, non devono essere determinata solo da te stessa, ma anche da chi ti sta attorno. Ma io ero troppo stupida, giovane, ingenua per rendermene conto, troppo focalizzata su me stessa e sul casino che avevo in testa per pensare a tutto il male che stavo facendo, un male irrimediabile e inconsolabile. Perché perdere qualcuno ti rovina, ti logora, fa si che rimanga solo l'ombra di ciò che eri e ciò che saresti voluta diventare. Io ero l'ombra di me stessa. Ero cambiata senza volerlo o programmarlo.

Volevo che Drew fosse l'unica cosa giusta in tutto quel casino. Perché? Perché, in realtà, avevo sempre amato in segreto la sua genuina solarità, il suo modo unico di esserci sempre, anche quando non richiesto o desiderato. Drew era una costante, ma di quelle reali. Sapevo che lui ci sarebbe stato e quando bussarono alla porta, dopo che passai l'intera giornata a deprimermi e a cercare di studiare, ebbi la piena consapevolezza che non mi sarei liberata di lui tanto facilmente.

Sapevo che era lui dal motivetto idiota che faceva sbattendo le nocche contro la porta. Lo avevo sempre trovato stupido e infantile, ma faceva parte dell'incredibilmente assurda personalità di quell'individuo aberrante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12, 2017 ⏰

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