IV capitolo

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Drew

"Andiamo a casa tua." mi disse la voce di Catherine, la ragazza con cui stavo uscendo in quel periodo. Simpatica, a volte un po' zoccola, ma per un po' andava bene. 

Salimmo sulla mia meravigliosa macchina e sfrecciammo verso il mio appartamento. La musica degli Blink-182 a tutto volume, mentre accanto a me c'era la persona sbagliata.

"Posso cambiare?" chiese Catherine e lì morì quel lieve desiderio che provavo nei suoi confronti.

Ero stato cresciuto per amare la bella musica e le macchine. Mancava solo che mi dicesse che la mia auto non le piaceva e l'avrei buttata dal finestrino. Non seriamente, non sono mica un cavernicolo. Sicuramente non l'avrei voluta rivedere.

Annuii semplicemente, chiedendomi nuovamente cosa ci facessi con quella ragazza. Solo sesso suppongo.

Quando arrivammo davanti al mio palazzo, la feci scendere e nell'ascensore lei mi saltò addosso. Non che la cosa mi dispiacesse, ma sembrava che avesse fame e che io fossi l'unica cosa commestibile nel raggio di 25 km. Mi stava divorando la faccia e io divoravo la sua.

Era brava a letto e mi piaceva il fatto che non avesse intenzioni serie. Forse erano le uniche motivazioni per le quali non l'avessi ancora scaricata.

Una volta arrivati al mio piano, mi staccai da lei per cercare le chiavi del mio appartamento mentre camminavamo verso la porta. Saltai quasi in aria quando vidi una figura seduta davanti la porta del mio appartamento. I capelli neri le coprivano il viso ed era a piedi nudi con le scarpe accanto poggiate disordinatamente.

"Mars." la chiamai quasi spaventato di guardarla in faccia. Era vestita come non l'avevo mai vista. Era troppo per la dolce bambina che conoscevo.

Si girò appena udì la mia voce. Era un disastro con il trucco colato e i capelli appiccicati al viso. Mi avvicinai lentamente e mi abbassai alla sua altezza. Lei mi gettò le braccia al collo.

"Sei l'unica persona che mi ricorda ancora felice." disse tra i singhiozzi. Era sconvolta e tutto quello stava sconvolgendo anche me. Puzzava di alcool e fumo. Non poteva essere seriamente DianeMargaret.

Mi staccai da lei senza dire nulla. Non sapevo cosa fare o come comportarmi. 

Mi girai verso la ragazza con cui ero arrivato che guardava la piccola quasi scocciata. "Scusami Cat, ma come vedi ho delle questioni importanti di cui occuparmi."

Lei annuì sempre con quello sguardo che un po' mi infastidiva. "Okay. Chiamami quando hai bisogno di me."

Quando la vidi scomparire dalla mia vista, mi girai verso Mars. "Che cosa combini?"

Cercai di farla alzare, tenendola per un fianco. Non si reggeva quasi in piedi e continuava a dire: "Sono una stupida senza cervello."

Rimasi in silenzio anche se ero profondamente d'accordo con lei. Non aveva nemmeno l'età per bere. Era per caso impazzita? Non che io non l'avessi mai fatto, me lei era lei.

La portai dentro casa e la trascinai verso la mia stanza. Si sedette sul letto e mi guardò con gli occhi lucidi e i lacrimoni pronti a scendere.

"Cosa ti è preso, Mars?" chiesi preoccupato e ansioso di sentire la risposta. "Questa non sei tu, o almeno non sei la te stessa che ricordavo. Chi è questa ragazza?"

"Una che non mi somiglia completamente. Per questo stasera ho usato questa me , anche se non sono io... cioè sono io però vestita più da zoccola che si ubriaca e che si fa offrire le sigarette da ragazzi mai visti che prima mostrano interesse e poi si portano la tua migliore amica a casa. Pensi che sto farneticando? E che mi sento come se il mondo mi fosse crollato addosso e non fa male, ma disorienta e sembra anche peggio perché non so più che strada prendere oppure no. Mi sento senza responsabilità, ma non mi sento libera. Anzi mi sento in gabbia e mi sembra di soffocare. Non so nemmeno perché sono qua. Cioè non ti ho mai sopportato, non che non pensassi che tu fossi sexy ma seriamente sei una delle persone più irritanti della terra. Ho solo voglia di piangere e poi di vederti perché tu sei tutto quello che io ero." disse muovendo le braccia e asciugandosi in continuazione le lacrime che scendevano copiose.

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