"Wow che lusso! È meglio di come ce lo descrivessi Adele!"
"Infatti! Guarda che carta da parati!"
"E perché i mobili sono da meno?"
"Su non inziate voi due! Non è finita qui...andiamo belle che vi mostro le vostre camere!"
"Chissà come saranno...!"Nel pomeriggio lasciai le ragazze a casa,se cosi si potesse definire, e mi diressi in centro con la mia macchina di lusso. Avevo voglia di distrarmi, di non pensare per almeno un paio di ore e cosi decisi di andare a fare compere da sola, mi piaceva girare per negozi e provare vestiti oppure guardare solo le vetrine.
Il mio lavoro,per quanto potesse essere poco "importante" mi permetteva di avere un certo tenore di vita,alla fine racimolavo abbastanza soldi da potermi comprare cose abbastanza costose, ma se da un lato vedevo cosa potevo fare con quel denaro, dall'altro, riflettevo su come lo riuscissi ad ottenere. Fin quando sono potuta andare a scuola avevo dei voti alti e mi piaceva studiare, ma si sà...i bei tempi prima o poi finiscono, avrei potuto fare l'università, come tante altre e magari una volta laureata, avrei cercato un lavoro onesto, cosi avrei avuto un'indipendenza economica ed il mio stato sociale sarebbe stato più elevato,ma invece non andò cosi...
Mentre camminavo per le vie del centro,una vetrina attirò la mia attenzione e cosi mi avvicinai.
Ciò che stavo osservando era stato per anni uno dei miei sogni chiusi in un cassetto.
Vidi una signora ed un signore con i loro figli che stavano provando dei vestitini, era un bel quadretto familiare, il sogno, probabilmente, di qualsiasi donna...ma quelle come me,purtroppo, non potevano realizzarlo.
Dopo aver visto quella scena mi diressi verso la mia macchina, avevo quattro buste piene di abiti e accessori da entrambe le mani e non riuscivo ad afferrare le chiavi per aprire l'auto, cosi nel tentativo di prendere le chiavi dalla borsetta mi caddero le buste dalle mani.
"Dannazione!" Dissi, cosi mi abbassai per raccoglierle e mentre mi rialzavo vidi una figura davanti a me, era un uomo, con in mano una scatola, era alto,bruno,con gli occhi scuri e d'un tratto mi disse:"È sua questa scatola, signorina?"
Annuì gentilmente e lui me la porse.
"Dovrebbe fare più attenzione,qualcuno poteva rubarla!"
"Grazie,è stato molto gentile a restituirmela..."
Non capivo...avevo a che fare con gli uomini tutti i giorni ed ero abituata a parlarci, invece con lui mi sentivo impacciata,piccola, imbarazzata,perché mi aveva fatto questo effetto?
"Signorina,tutto bene?"
"Oh..ehm..si si! Tutto bene,grazie ancora per avermi aiutata neh"
"Si figuri! È stato un piacere signorina...?"
"Adele,mi chiamo Adele,piacere''
"Piacere mio signorina Adele! Io mi chiamo Giovanni"
"Piacere...oh mio Dio è tardissimo! Scusi devo proprio andare!"
"Spero di incontrarla di nuovo,Adele!"
Io,gia seduta in auto,gli rivolsi un sorriso e lo salutai frettolosamente.
Erano quasi le sette e mezza quando tornai a casa e le ragazze erano quasi pronte per un'altra serata,io invece andai subito in camera mia per posare le buste e cambiarmi in fretta.
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"Una vita da nascondere"
De TodoItalia,anni '50, anni divisa tra la fine delle guerra e l'inizio del boom economico. Questa è la storia di come una donna che ,tra le mille difficoltà e i mille dispiaceri,riesca ad affrontare di petto tutto quello che le capita, camminando a test...