Capitolo 7

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Devo dire che rimango al quanto perplessa. Neanche il mio storico fidanzatino delle elementari mi aveva invitato così. Lo faccio alzare da quel lurido pavimento del corridoio, e mentre tutti ci guardano come se mi avesse chiesto di sposarlo, annuncio:"Grazie mille William, ma...", al sentire quel "ma", William volge le labbra in un inquietante sorriso e dice :"Bene sig.ina Johnson, ci ho provato con le buone maniere, ora tocca a quelle cattive" e così si avvicina sempre di più a me, togliendosi le mani dalle tasche e... mi prende incominciandomi a fare il solletico. Virbioli il solletico è sempre stato il mio punto debole. Come ha fatto a scoprirlo?! "Brutto imbecille! Così non vale" esclamo con una fragorosa risata. "Ah-ah, allora mi dovevi dire qualcosa riguardo al pranzo?" mi chiede mentre il suo solletico diventa sempre più frenetico. "Ok, ok, mi arrendo, verrò a pranzo con te...però basta con il solletico." "Va bene, tanto ho ottenuto quello che volevo, basta solletico", dice, alza le mani in segna di arresa e se ne va. Tipo strano. Cammino verso la palestra per la mia lezione, quando mi accorgo che IO STAVO CERCANDO LEAH. Driiin. La campanella segna l'inizio della 3ª ora. Aspetta ma... Leah fa educazione fisica con me, perfetto! Entro, come al solito per tutte le lezioni, in ritardo e sento che Brigitte, Sophia e Alexia bisbigliano, in spogliatoio, fra di loro : " Dio, quanto è figo il nuovo insegnate?" Busso alla porta della palestra e una voce familiare mi risponde "Avanti". Entro ed ecco che davanti a me mi ritrovo Alec. Come solitamente succede Leah mi tira fuori da questo contatto visivo imbarazzante, chiedendomi arrabbiata : "Dove diavolo eri finita?", così la trascino in spogliatoio e le racconto della mia nuova amicizia.
All'inizio rimane sconcertata dalla velocità e dalla sicurezza con cui William mi ha invitato, ma appena si riprende inizia a saltellare dappertutto, come un canguro che ha preso troppi caffè. Già, è fatta così, però è anche uno dei motivi per cui le voglio così bene. Entriamo in palestra con i pantaloncini corti, sebbene sia febbraio, e notiamo subito Alec appoggiato alle spalliere, in posa, come su un set fotografico. Ma dove crede di stare?? La lezione passa in fretta, tra il riscaldamento e la partita di basket. Appena suona la campanella mi precipito verso la porta che conduce negli spogliatoi, ma prima di poter raggiungere la mia meta sento una mano sulla spalla e mi volto; è Alec.
Prima di poter anche solo protestare, dice: "Io e te dobbiamo parlare."

Quella buia eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora