Quando la luce del sole mattutino giunse ai miei occhi non protetti dalle palpebre, mi svegliai. Alzandomi pigramente dal divano, decisi di dirigermi in quella sottospecie di cucina per mangiare qualcosa. "Merda.." pensai. Che diavolo mangiavano questi qui? Controllai la dispenza, il frigo, la credenza, nulla. Tutto totalmente vuoto. "Mi toccherà rubare, anche? Vale a dire che andrò in giro stasera..." Mi sdraiai nuovamente sul divano, esaminando accuratamente il tetto mentre riflettevo su una possibile strategia di Jane. Di due cose potevo essere certo: - Che mi avrebbe dato la caccia fino alla morte... - Che avrebbe cominciato sin da quella stessa sera. *** Mi rialzai dopo qualche ora e decisi di fare una doccia, dopodiché sarei andato a cercare del cibo. L'acqua che scendeva indisturbata trai miei secchi capelli ormai neri come la pece e sul mio corpo serviva solo a farmi riflettere. Sarei potuto restare in quella casa al massimo due giorni, prima che Jane mi raggiungesse. Chiusi l'acqua e tirai verso di me un pezzo di stoffa che probabilmente usavano come tovaglia, arrotolandola poi intorno ai miei fianchi e cercando di muovermi al meglio in quello spazio angusto. Indossai i miei vestiti e raggiunsi l'uscita della casa, afferrando il mio coltello e mettendolo in tasca. Uscii fuori e mi diressi verso un paesino poco distante. L'aria era leggermente fresca, ed in mezzo a quella campagna dall'aria sperduta regnava il silenzio. Vedendo un grande albero, mi fermai. Mi sembrò quasi di rivedere me e mio fratello correre, mentre i nostri genitori ridevano felici. Venivamo spesso qui, quando io e Liu eravamo piccoli. Fu anche per questo che cambiammo città, per essere più vicini a quella che prima vedevo come una terra incantata, e che adesso, dopo la morte dei miei familiari -causata de me, per altro- vedevo come un bosco stregato da ombre nere che mi osservano nascoste, in attesa di trasformarmi in uno di loro. Il frusciare delle foglie ed il rumore di passi mi risvegliarono dalla trance creatasi a causa dei ricordi. Mi voltai, ma dietro di me c'era il sentiero vuoto. Indossai il mio cappuccio e decisi di continuare a camminare a passo svelto. Nell'arco di cinque minuti raggiunsi l'entrata del paese. Decisi di colpire in una casa grande, dove con altissima probabilità abitava gente piuttosto benestante. Come sospettavo, non c'erano sistemi di sicurezza. Nel paese si conoscevano tutti da sempre, e per la loro stupidità non credevano di correre rischi senza un sistema per proteggere le loro proprietà. Scavalcai con facilità un cancello in ferro non troppo alto e mi incamminai verso le finestre. Luci spente. Che dormissero già alle undici di sera? Magari erano fuori... Nell'incertezza aprii lentamente una finestra ed entrai senza produrre il minimo rumore. Dopo un rapido sopralluogo potei constatare che non era presente nessuno, per mia fortuna. Mi avviai in cucina e rovistai in uno sportello in basso, dove trovai qualche busta contenente del pane. Il rumore di chiavi in una serratura mi interruppe, glaciando la mia mente per un istante. Infilai nella felpa tutto il pane che potevo e scappai dalla finestra, correndo per tornare in quella villa cadente e sperduta dove, una volta arrivato, presi fiato e mangiai parte del pane, concedendomi un meritato riposo post-fuga.
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Hunt.
HorreurJane si risveglia in ospedale dopo due settimane di coma. I suoi genitori sono morti, uccisi da Jeffrey Woods, o meglio, Jeff The Killer. Lei giura di vendicare i suoi genitori. La caccia a Jeff è aperta. Chi dei due avrà la meglio?