Capitolo 3
Oggi mi sono svegliato e il ragazzo era in piedi in un angolino,mi faceva paura..era immobile,lo sguardo fisso nel vuoto davanti a me,io davanti a quella scena mi sono congelato immediatamente e credo di essere sbiancato.
"come..ehm cosa stai facendo?"
Silenzio,lo sapevo..ormai sará una settimana che sono quí e mi ha rivolto la parola 3\4 volte.
Non intendo insistere perchè sò che sará inutile e inoltre ho ancora gli occhi impastati dal sonno e i muscoli indolenziti,mi giro dalla parte del muro dandogli le spalle e chiudo gli occhi.
Un lamento,lento e disperato.. ma vedo il buio,quindi è sicuramente un sogno no?
Lo sento ancora e apro gli occhi dandomi dello stupido per aver pensato che fosse un sogno,altro che sogno..quella che vedo davanti a me è la scena piú triste e terrorizzante che abbia mai visto:ll ragazzo sta ancora guardando il vuoto,ma sta piangendo a singhiozzi molto forti,ed emmette un lamento,come quelli che si fanno in chiesa..
Piange ancora e ancora ma senza distogliere lo sguardo,senza asciugarsi gli occhi,senza muoversi,senza fermarsi.
"hey ma cosa è successo?" nessuna risposta,ovvio
"senti perfavore puoi violare il tuo contratto di silenzio per un attimo e dirmi cos'hai?mi fai paura" nella mia mente suonava molto piú deciso però. Continua a lamentarsi e piangere, devo ammettere che è brutto vederlo cosí..credo che le persone che piangono mi hanno sempre fatto un certo effetto, beh in realtá no perchè con il carattere menefreghista che mi ritrovo penso di averne fatta piangere di gente..
Lui sta ancora singhiozzando; io mi alzo e barcollo ancora assonnato verso di lui "perchè piangi?" vorrei tirare fuori una voce dolce e rassicurante ma non ho davvero idea di che tono abbia adesso. Ha gli occhi inniettati di sangue,il viso arrossato e credo stia tremando,sto avendo seriamente paura
"ti prego ti prego dí qualcosa!"sono sicuro di aver urlato abbastanza forte ma nulla;
è pazzo,sí decisamente lo è.
Mi volto mi dirigo verso il letto e mi stendo nuovamente,chiudo gli occhi ascoltando il suo pianto..ma sento un tonfo, allarmato mi volto e vedo che si è seduto,anzi no, si è abbandonato alle sue forze.Mi alzo dinuovo dato che ormai sono alquanto sveglio e decido di sedermi a gambe incrociate difronte a lui: "ti va di dirmi cos'hai?" mi affretto a ricordare il suo nome "Louis,ti prego ti scongiuro mi stai allarmando cioè no allarmando ma stai facendo cose strane puoi dirmi cosa ti succede?" perfetto,altro silenzio e altri singhiozzi.
Decido di non poter dormire cosí, prendo da sopra una sorta di miniscrivania quella che dovrebbe essere una coperta e la stendo sulle mie gambe e in parte sulle sue,non ho idea di perchè stia facendo questo ma è ovvio che non posso dormire con un ragazzo pazzo che piange disperaratente accanto a me.Mi appoggio al muro "sai..questo posto non è bello" mi vorrei autopicchiare dopo questa affermazione,ci riprovo "cioè io non ho la faccia da santarello ma credimi se ti dico che in prigione non ci ero mai stato.Beh sí certo sono stato trascinato quí perchè guidavo troppo veloce,perchè sono stato beccato fatto a puntino o ubriaco,ma in una vera e propria cella no. In realtá non dovrei essere quí, questa frase la dicono tutti quelli che ci vengono ma io sono serio insomma è successo che ero a una festa drogato e ubriaco fradicio, sono uscito per prendere una boccata d'aria suppongo e sentivo dei rumori..poi beh mi hanno colpito alla testa per paura di essere scoperti da me che poi ero messo peggio di loro,dettagli,comunque..questi hanno fatto credere a tutti che sono un assassino perchè hanno ucciso una persona e quando sono svenuto l'hanno posizionata accanto a me e mi hanno messo un paletto in mano; secondo la polizia ho ucciso questa persona che non so nemmeno chi sia e ho tentato di togliermi la vita,il fatto che ero ubriaco non aiuta." riprendo fiato "probabilmente non ti interessa sapere i fatti miei,Louis" rimango in silenzio a guardare il muro..
silenzio?
ha smesso di piangere,mi volto e osservo il suo viso, è impassibile, forse ha smesso di piangere da un pò perchè ha ancora le guance arrossate e gli occhi rossi ma i suoi delicati lineamenti non sono piú contorti dal pianto. È bello sí,eccome se lo è..sarebbe bello averlo come amico.
Sposto lo sguardo sul collo,poi sul petto..c'è un tatuaggio, è una scritta sicuramente ma non riesco a leggerla per via della maglietta che la copre quasi totalmente,osservo le sue gambe distese e snelle coperte per metá dalla coperta..questa spece di tuta che ci fanno indossare non è la sua misura giusta evidentemente perchè i pantaloni salgono un pò sopra le caviglie, pian pian rialzo lo sguardo nuovamente sui suoi occhi e li fisso intensamente e forse anche troppo,cosí decido di abbassare lo sguardo sul suo petto improvvisamente curioso di cosa ci fosse scritto,vorrei chiederglielo cosí alzo lo sguardo instintivamente ma la visione di ciò che era davanti a me in quel momento era assurdo..aveva i suoi occhioni fissi nei miei e non ci stavamo rivolgendo uno sguardo veloce e senza importanza,restiamo cosí per qualche minuto credo..penso che quello sguardo sia di riconoscimento per averlo consolato se può essere chiamato "consolare" il raccontare la storia di come sono quí,eppure con lui ha funzionato.
Tra poco arriverá il tizio che ci porterá fuori,ci fará lavare e cambiare per poi riportarci nuovamente quí..mi assale una sorta di panico a pensare che dopo questo momento non mi lancerá mai piú uno sguardo e per un momento di follia,di paura o per pura idiozia gli faccio un debole sorriso per formulare un prego al suo grazie silenzioso,non risponde al mio sorriso,continua a guardarmi negli occhi poi sposta lo sguardo sulle mie labbra ancora incurvate,fissa anch'esse per un paio di secondi mentre incurva leggermente le sue,come un bambino che non sa come camminare e osserva come si fá..è un lieve sorriso,ma è davvero molto in queste circostanze. Se le persone parlassero con gli occhi io e lui avremmo giá detto troppo, ma non sono fatto per questo genere di cose sdolcinate quindi questa la prendo come una mezza conferma del fatto che mi abbia accettato e che sarò con lui per un bel pò quindi conviene stare bene insieme. Ecco il rumore delle chiavi nella serratura della pesante porta di ferro "ehi voi,è il vostro turno" detesto quel tipo da quando sono quí,è uno di mezza etá che ha perso la gioia di vivere e lavora nella "mensa" di un carcere. Io e Louis ci siamo voltati verso di lui,ci alziamo silenziosamente e lo seguiamo nel corridoio.
"uuuuh" "questi sono carini" "bel faccino come ci sei finito quí?" i soliti rompicoglioni nelle altre celle urlano e fanno versi e gridolini come un mucchio di ragazzine, fanno anche commenti alquanto volgari ..però ho deciso di non sapere a chi sono rivolti, mi giro verso Louis che sta usando il mio stesso metodo:guarda dritto davanti a sè,ormai è diventato esperto;
Mi rimprovero subito per quel pensiero.
Sposta un attimo il suo sguardo nel mio,poi ritorna a guardare avanti.