Sono dinuovo in stanza adesso,per poco quel tizio non mi sequestrava il diario,cosa può esserci in un diario di pericoloso?dio come odio questo posto. Louis o come si chiama non ha piú aperto bocca dopo il suo pianto isterico,io che lo "consolavo" e tutto. Me lo immaginavo,ma non è detto che mi sarebbe andato bene,merito la sua parola. Si era fatto buio,o forse era solo l'impressione ma c'era un'atmosfera non bella e cominciava a fare freddo,molto freddo,non mi stupii molto quando entrò un poliziotto o qualcosa del genere a portarci una coperta che sembrava piú una roba di seta per quanto fosse leggera,informandoci che c'era un temporale in corso. Louis era sempre rimasto fermo sul suo lettino prendendo la "coperta" al volo,posandosela sulle esili gambe e ritornando a socchiudere gli occhi immobile come un bambino assonnato.Tremavo,battevo i denti forte,è sempre stato una specie di vizio,battevo i denti automaticamente quando sentivo davvero freddo,e ora il freddo mi stava penetrando nelle ossa,dormicchiavo ma mi svegliavo subito:stavo davvero male. Non sapevo di soffrire cosí tanto il freddo,forse in quelle condizione in una cella ho potuto sperimentare questa cosa,ma sperimentare un cazzo poiPassavano ogni tanto controllori che sbirciavano da quella sorta di finestrella bisbigliando fra di loro,una di quelle volte sono riuscito a capire che si stavano chiedendo se chiamare un dottore per me o meno,ma non venne nessuno,e io non sentivo piú il mio corpo. Non ricordo se dormivo o ero sveglio,mi ero dimenticato di Louis in quel momento ed ero ovviamente certo che sarebbe rimasto sulle sue come di consueto,eppure vidi un movimento con la coda dell'occhio e quando provai a piegare leggermente la testa di lato confermai ciò che avevo intravisto,si era alzato,e mi stava fissando,cosa che mi mise a disagio anche in momenti come quelli, "non ci voleva" mi parve di sentirlo borbottare e sentii che si avvicinava a me,che poteva fare? coccolarmi per tenermi al caldo?alitarmi?altamente improbabili,pensai. Eppure smentendo il mio primo pensiero si sedette sulla punta di quella spece di letto orribile e si fece spazio sotto il lenzuolo grigio e sotto quella sottilissima coperta che fú altrettanto coperta dalla sua,buona idea,le nostre coperte unite e i nostri corpi vicini mi aiutarono molto,fatto stava che era tutto strano e imbarazzante,in quel momento nulla sembrava reale,io che battevo i denti come una bambina e lui che aveva un braccio sul mio busto nel mio letto,quando solo qualche ora fá non ci guardavamo nemmeno. E approposito di questo,alzai lo sguardo e lo scrutai,io ovviamente non riuscivo a muovere un solo muscolo e tantomeno riuscivo a parlare ma se avessi potuto farlo non lo avrei fatto,non se dovevo interrompere il calore del suo corpo e dei suoi occhi che nonostante il colore fosse ghiaccio,in quel momento erano piú calorosi del suo torace premuto sul mio braccio,io ero un tronco in poche parole,e lui era un koala,mi divertí quel pensiero,"almeno le labbra ti funzionano" aveva detto,dal suo tono sembrava stesse..sorridendo? E poi perchè le mie labbra funzionavano? Avevo sorriso?Intanto mi fece piacere sentire questo tono tranquillo della sua sottile voce,proprio come le sue labbra che stavo magicamente fissando,il mio corpo non lo sentivo ma ciò non voleva dire che non fosse in funzione. Ebbi una strana voglia di baciarlo,non só sará stata la mancanza di contatto fisico in tutti quelle settimane..il freddo mi sta dando alla testa,pensai.Stavo prendendo atto dei miei muscoli e nonostante l'imbarazzo assurdo e la situazione surreale io non esitai a posare le braccia sui suoi fianchi quasi stringendolo e avvicinai le gambe alle sue,avevo freddo e non mi sentivo bene,in fondo.Quanto rimanemmo cosí?con i nostri corpi cosí vicini ma senza,o almeno io,cercare mai lo sguardo dell'altro?non lo seppi mai in realtà. Però contava che era un buon compagno di cella,tutti i miei amici,per cosí dire,non avrebbero mai fatto una cosa simile per me,e mi sà proprio che quell'evento mi permise di perdonarlo,per quasi tutte le volte in cui ci siamo ignorati.