Parte IV

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Loki si stava seriamente irritando: se uno di quegli stupidi scoiattoli parlanti osava tirargli un'altra nocciolina per gioco, lo avrebbe spiaccicato sotto gli zoccoli.
Erano nel regno di Azzurro da almeno tre giorni e, oltre a uccellini e topi canterini e la scoperta che tutto il regno del principe aveva più o meno il suo quoziente intellettivo, non avevano ancora niente su un contro incantesimo.

Cip (o Ciop, era uguale) gli tirò un arachide, al che Loki sbuffò minacciosamente ottenendo come risposta delle risatine.

Poco più in là Sammy stava amabilmente conversando con lo zio Charles, dal quale avevano scoperto molto poco e che da due giorni aveva promesso che lo zio Will sarebbe arrivato, scusandosi per il ritardo di quel mattacchione di suo fratello. Azzurro riempiva Samuel di ogni attenzione dal quale l'alce cercava inutilmente di scappare.

Castiel aveva fatto amicizia con Rapunzel, una bella ragazza bionda che gli ricordava indiscutibilmente Dean e del quale il Winchester era molto geloso. Steve spopolava tra le donne del regno, additato come 'un vero principe azzurro', il quale appellativo non era ancora giunto ad Azzurro, per fortuna.

Tony trovava estremamente noiosa quell'atmosfera idilliaca in cui si trovava e in tutti i modi magici possibili cercava di contattare questo fantomatico zio Will, inutilmente.

Alla terza sera di soggiorno del fandom Disney erano tutti irritabili e nervosi, tanto che al momento di sedersi a tavola per cena, non si accorsero che un ometto con vestiti quasi più assurdi di quelli di Azzurro e il kajal intorno agli occhi si era accomodato con loro.

Quando Azzurro arrivò strillando "Zio Wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilliam!" e si buttò sull'uomo, si riscossero dai loro piatti e rivolsero lo sguardo al nuovo arrivato che una volta abbracciato il principe, si prodigò in un inchino profondissimo ed esordì:

"Conoscervi è un onore, miei cari personaggi provenienti da fandom differenti. Perdonate il mio ritardo a palesarmi, ma il mio Globe è andato a fuoco e ho avuto da fare a nascondere le mie opere. Poi mi sono fatto un bicchierino e come ben sapete un bicchiere tira l'altro e ... Beh, mi sono svegliato qualche ora fa."

I nerd del gruppo (cioè, Cas, Steve e Samuel) si schiaffarono una mano sul volto con il pensiero unanime: 'Ti prego, non dirmi che Shakespeare era un ubriacone, non smontare così le mie litterature crush...'

Osservando le espressioni abbattute dei personaggi, tirò fuori una fiaschetta di brandy (stile Zio Reginaldo) e la fece passare tra gli astanti, che si ripresero.

"Lo zio Charles ci ha detto che tu sai sciogliere gli incantesimi. Io e mio fratello Loki siamo stati trasformati da un maleficio e tutto ciò che desideriamo è tornare umani. Puoi aiutarci?" Lo pregò Sam.

Lo zio Will aggrottò le sopracciglia ed assunse a lungo un'espressione falso-pensierosa (tanto a lungo da convincere i nostri protagonisti che, amen, sarebbero rimasti animali, tutto pur di non aver a che fare con tali psicotici) e all'improvviso saltellò battendo le mani e tornando subito serio, sentenziando:

"The world's a stage and all the men and women merely players; they have their exits and entrances, and one man in his time plays many parts."

Non ci fu nessun grido di sorpresa o drammatico svenimento e Will fu costretto, sbuffando, ad esplicare:

"In pratica voi non siete altro che personaggi inventati che per qualche motivo siete capitati tutti insieme in una complicata rapsodia; l'unico modo per cambiare la vostra sorte è convincere l'autore di questa storia a farlo."

E detto questo, con suo sommo gaudio, Loki svenne e Dean gridò di sopresa.

"E noi come facciamo a convincere il nostro autore, che decide di ogni nostro sternuto o parola pronunciata, a cambiare la sua storia? È infattibile!" Disse Sam disperato.

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