Wrap your name in lace and leather
*Incarta il tuo nome in pizzo e cuoio*Torno e ritorno nella casa che per me è un universo parallelo dove un altro me stesso, uguale in tutto a me, ma allo stesso modo completamente dissimile, tenta di vivere la sua vita.
Una vita che per come può apparire dall'esterno, è qualcosa di assolutamente invivibile, di grottesco e indegno.
L'appartamento di Styles è inferno e paradiso, è paura e coraggio, repulsione e desiderio, è annegare e lasciarsi annegare senza neppure tentare di mettere la testa fuori dall'acqua, è morire e sentirsi vivo come non lo si è mai stati, proprio nel momento della morte.
Torno e ritorno e tutto è come la prima volta.
Lui che mi aspetta accovacciato sul divano, che mi denuda con mani esperte, che mi ordina prestazioni assurde che fanno di me il surrogato di una donna delle pulizie se non peggio: pulire la sua camera da letto e il suo bagno, lavare i suoi indumenti.
Ma ora sono dieci giorni che lui non mi guarda, non mi parla, non mi telefona o non mi manda messaggi.
Non mi cerca in nessun modo.
Come se io fossi divenuto invisibile.
Inesistente.
Ha trovato qualcun altro che lo soddisfa meglio di me?
Ho fatto qualcosa che gli è spiaciuto?
Non sono stato all'altezza delle sue aspettative?
Ho fatto tutto ciò che mi ha chiesto e allora perché ora ho smesso di esistere per lui?
Non mi azzardo a chiedergli nulla, lascio che tutto trascorra come se nulla fosse successo, so che lui vuole così, che non sopporterebbe che gli chiedessi conto della sua condotta.
Sarebbe inammissibile.
E poi dopo tutti questi giorni di silenzio, finalmente un messaggio, il solito, l'appuntamento a casa sua.
Non so cosa aspettarmi, mi sento impaurito ed emozionato.
Quando entro non lo vedo, sento solo la sua voce che mi dice di raggiungerlo in camera.
E' uno spettacolo: pantaloni di pelle nera aderenti, maglia di rete.
Sul letto sono stesi parecchi indumenti, tutti di un certo tipo.
Mi spoglia come consuetudine.
Mi guarda con una certa insofferenza.
Mi porta in bagno, si mette dei guanti di plastica e poi comincia a cospargermi con una crema che ha un odore pungente come d'ammoniaca e che mi pizzica la pelle.
La sua mano mi passa su tutto il corpo, soffermandosi sotto le ascelle, sulla zona inguinale e sul fondoschiena.
"Aspetta venti minuti, fatti una doccia e poi vestiti, puoi scegliere tra gli indumenti che ti ho lascito sul letto, sono curioso di vedere i tuoi gusti. Vorrei tanto che non mi deludessi"
Deglutisco rumorosamente.
Lo vorrei tanto anch'io.
Quando esco dalla doccia sono completamente depilato, mi sembra di essere un neonato.
Mi spalmo della crema idratante che lui mi ha lascito in vista per togliermi il pizzicore, poi vado nella sua camera.
Lui è scomparso, lo immagino disteso sul divano intento ad ascoltare musica.
Mi imbarazzo ad osservare il campionario di capi fetish che mi ha lasciato sul letto.
Ma quando mi immagino vestito in un certo modo di fronte a lui, mi rendo conto che sto eccitandomi.
Vorrei tanto non deluderlo, vorrei conoscere meglio i suoi gusti per poterlo stupire positivamente, ma sono così imbranato e poco esperto che in alcuni casi non capisco neanche come certe cose si possano indossare.
Cerco di vedermi con i suoi occhi, di soppesarmi come lui fa.
Quando entro in soggiorno lo trovo seduto sul tavolo della cucina, mentre beve una birra.
Naturalmente non pretendo uno sguardo d'ammirazione e neppure d'eccitazione, pagherei anche solo per un bagliore d'interesse.
Appena mi vede lancia un finto fischio d'apprezzamento, che in realtà è solo di scherno.
Mi fa cenno di andargli accanto.
"Cuoio e pizzo, un accostamento decisamente inusuale, però devo riconoscerti una certa originalità, certo avrei preferito qualcosa di più hard, ma naturalmente non potevo aspettarmi di più, se ti devo dire la verità ero convinto che ti conciassi anche peggio di così"
Appoggia la birra, si spinge sul bordo e allarga le gambe.
Mi prende per le spalle.
"Avanti vieni qui"
Sono in piedi tra le sue gambe che lui mi lega ai fianchi.
"Ed ora cosa pensi che ti farò frocetto?"
"Non so" balbetto.
"Ci scommetto che vorresti che ti scopassi"
"NO"
Lo schiaffo che mi colpisce in viso è così improvviso che all'inizio non ne sento neppure il dolore, solo il suono, un colpo secco.
"E' colpa mia, ti ho trattato troppo bene finora. Ricorda le regole: io ordino tu ubbidisci. Non era una domanda, non è previsto un tuo parere, una tua risposta se non quando te la richiedo esplicitamente, ci siamo capiti?"
Annuisco con le lacrime agli occhi.
Lui accosta la sua bocca alla mia e comincia a baciarmi.
Baci che non sono passionali, ma lezioni esplicative.
"Sposta la testa...muovi la lingua...non così...in questo modo...apri bene la bocca"
Lezioni di anatomia.
"Cazzo mi sembra di avere tra le gambe un pezzo di legno, avanti stai più morbido, lasciati andare, devi essere sciolto..un po' di passione cazzo"
Non è facile lasciarsi andare ed essere passionali con lui che ogni minuto mi dice cosa devo fare, ma ci provo ugualmente, so che lo sta facendo per me, che è colpa mia se non sono capace neppure di baciarlo come lui desidera.
Si stacca.
"Inginocchiati"
Ubbidisco trovandomi il viso contro il suo inguine.
"Slacciami i pantaloni e succhiamelo, vediamo come te la cavi"
Quando ho il suo cazzo davanti al mio viso rimango in qualche modo affascinato, di un fascino perverso: qualcosa di terribile e pauroso ma così attraente da farmi superare la paura.
Il pene di Harry è eccitato e questo è qualcosa che mi gratifica da morire.
Ne sono quasi intimorito.
Non so da che parte cominciare ma fortunatamente lui ricomincia con le istruzioni per l'uso.
"Prendilo in mano, leccalo, non lì, succhia la punta, prendilo in bocca"
Poi ci sono le sue mani che mi stringono i capelli e imprimono alla mia testa un ritmo.
Ho la sensazione di soffocare, di stare per vomitare.
Cerco di ritrarmi.
Lui smette di spingermelo in gola, lascia la mano dai miei capelli, mi permette di fare da solo, non dice neppure più nulla.
Passano i minuti, mi fanno male le mascelle, la gola mi brucia, ma lui rimane seduto con le mani appoggiate alle mie spalle.
Dio perché non si decide a venire?
Non ce la faccio più.
All'improvviso mi allontana la testa in malo modo.
"Sei una cosa indegna, mai provato un pompino più squallido. Come speri di eccitarmi succhiandomelo in quel modo? Se aspetto te faremo notte: avanti fammi una sega, quella almeno sei capace di farla?"
Lo prendo tra le mani e incomincio ad imprimere un ritmo, lui chiude il pugno sopra il mio e ne dà un altro.
Alla fine viene.
"Vammi a prendere un pezzo di carta, è inutile che oggi ti chieda di pulirmelo tu, sarebbe un'altra cosa pietosa, non me la sento proprio. Sei stomachevole"
Si pulisce irritato.
"Non stare a guardarmi come un idiota, cambiati e poi torna qui"
Alla fine, poco prima che esca mi mette tra le mani un sacchettino.
"E' un regalino per te"
Rimango allibito, tutto mi sarei aspettato ma non certo un regalo, soprattutto dopo la figuraccia che ho fatto oggi.
Lo apre, toglie un cazzo di gomma.
"Invece di usare Internet per le tue cazzate, guarda qualcosa di istruttivo, ci sono un sacco di filmini porno, ti suggerisco di iniziare con i pompini, guardali bene e poi allenati con questo davanti allo specchio. Quando torni voglio che tu me lo succhi come si deve"________________________________
SPAZIO AUTRICEEcco, un altro capitolo terminato.. Harry il maestro sessuale e Louis il suo alunno strana come cosa vero?
Farà i compiti il dolce innocebte Louis? Riusciràa soddisfare l'esigente Styles?*prossimo capitolo a 60 visualizzazioni*
Besos,Letstrytowrite.

STAI LEGGENDO
You are my fetish
FanfictionLa mia vita scorreva su binari ben tracciati e regolari, con il sincronismo perfetto di un orologio meccanico di precisione. Ubbidiente, tranquillo, posato, studioso, responsabile, serio: questo ero io. Mai nessuna trasgressione, nessun colpo di te...