7. You are my passion

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You can leave me beggin undercover
* Puoi lasciarmi pregare in segreto*



Sono passati cinque giorni e naturalmente seguo con scrupolo gli ordini di Harry.

Il primo giorno è stato imbarazzantissimo, temevo che qualcuno potesse notare qualcosa, che mi chiedesse spiegazione di quella mia postura un po' strana e rigida.
E poi c'era il fastidio, che non era dolore ma qualcosa che non mi lasciava libero di concentrarmi, perché ad ogni movimento involontario che facevo, quel maledetto coso si muoveva, entrava più in profondità o quasi mi usciva o si metteva un po' storto.
E poi rimanere seduto per ore alla fine non era affatto piacevole.
Quando tornavo a casa e me lo toglievo, dovevo rimanere nella vasca da bagno per un po' a mollo per spegnere l'irritazione e mi dovevo ungere con una crema per togliere il bruciore.
Ora va tutto meglio, poco per volta mi sono abituato e più che il fastidio, ciò che adesso mi crea imbarazzo *come aveva predetto Harry * sono le sensazioni di piacere che mi provoca muovendomi in un certo modo e la semi-erezione quasi continua in cui il mio pene si trova.
In ogni caso non ci sto più con la testa, lo studio sta diventato un optional.
Che cosa sono diventato?
Spesso me lo chiedo.
Ma so da me che la domanda è formulata male.
Dovrei piuttosto chiedermi che cosa sono sempre stato.
Perché non è possibile che la presenza di Styles sia bastata a trasformarmi in qualcosa di così estraneo, di così inimmaginabile neppure nelle mie fantasie più sconce.
Harry è stato il catalizzatore, il fattore accelerante di qualcosa che covava dentro di me, di una mia parte che è rimasta sempre così nascosta da poter essere completamente ignorata.
Lui è stato colui del quale aveva bisogno per avere il coraggio di uscire allo scoperto.
Se lui non fosse mai entrato quel giorno d'autunno in classe forse la mia vita avrebbe proseguito secondo i progetti stabiliti da...chi?
Oggi non lo so più.
Anche a questo è servito Harry.
A farmi venire dei dubbi su chi, tra me e i miei abbia deciso realmente che strada avrebbe dovuto seguire la mia esistenza.
Ora mi chiedo se non siano stati loro, con il bisogno che il proprio figlio rispecchiasse i loro sogni, le loro aspettative, le loro ambizioni a modellarmi e a plasmarmi in modo tale che per me ora amare può significare solo sottostare, acconsentire, ubbidire.
La mia amata famiglia che non ha mai tollerato l'individuazione personale, la separazione, l'autonomia ma solo l'omologazione ad un loro ideale.
Sono rimasto sconcertato leggendo che spesso i masochisti nella vita di tutti i giorni sono caratteri forti, coscienti del loro valore e capaci di farsi valere senza problemi, solo nell'intimità emerge il bisogno di pagare l'amore che si da e si riceve e di essere puniti.
Harry in fondo è l'altra faccia della medaglia, il lato della luna che sta sempre in ombra, la parte inaccettabile che chiede la stessa sottomissione che i miei mi hanno sempre chiesta e che io ho sempre concessa come un loro diritto e un mio dovere.

E' la fine dell'ora, esco per la ricreazione.
Harry mi si accosta con aria annoiata.
Non lo ha mai fatto.
Di solito durante la pausa scompare.
"Allora vedo che non hai tagliato i capelli, alla fine hai vinto tu"
"E' una vittoria temporanea, penso che alla fine dovrò tagliarli, mio padre sta cominciando a insistere perché lo faccia"
"Ti ho detto che non voglio"
"Lo so, ma.."
"I padri vanno tutti mandati a farsi fottere Louis ed ora è giunto il momento che tu lo faccia con il tuo, sei già in ritardo, io la prima volta che l'ho fatto avevo undici anni"
"Lui non è cattivo"
"Lui si sta prendendo la tua vita, ti ha messo su di una strada e ti costringe a seguirla, neppure ti ha chiesto se era quella che tu desideravi, i padri hanno desideri e sono convinti che i figli debbano soddisfarli per loro"
"Non ho mai visto il rapporto con mio padre in questo modo, in fondo io ho sempre fatto ciò che lui voleva senza che mi costringesse"
Ride ed è gelo, cristalli di ghiaccio.
"Alcuni sono particolarmente bravi a convincerti che quello che stai facendo è quello che vuoi. Mio padre era un virtuoso in questo senso.
Sai lui ha sempre avuto un desiderio un po'...perverso diciamo così, non ha mai avuto il coraggio di rivelarlo. Troppo pericoloso, ma quando io e poi mia sorella siamo un po' cresciuti, beh i figli servono per realizzare i propri desideri no? E poi rimane tutto in famiglia"
Non riesco a seguirlo, ma sto zitto, sento che quello che mi sta dicendo non è un gioco, uno scherzo.
"Lui ha cominciato con me quando avevo cinque anni..in modo così suadente e delicato e giocoso che per un po' tutto mi è sembrato normale, c'era solo quell'ordine..il segreto..il non doverlo dire a nessuno altrimenti non avrei potuto più stare con lui, con la mia famiglia, altrimenti avrebbe dovuto mandarmi via, in un collegio lontano, lontano per sempre."
Comincio a capire e mi sento quasi male.
Vorrei che smettesse di parlare con quel tono come se raccontasse una favoletta divertente, vorrei che non usasse la pausa tra una lezione e l'altra e questo spazio così assurdamente normale per raccontarmi una storia come quella, vorrei che non dicesse nulla o se lo dicesse soffrisse.
"Vuoi dire che lui ha.." non so che parole si usano in questa situazione.
"Abusato di me? Sì e poi di mia sorella quando è cresciuta, a volte con entrambi insieme.
A undici anni ho capito che quello che stava facendo era sbagliato, riprovevole, che se avessi parlato sarebbe stata la sua fine, lui è un uomo importante, avrebbe dovuto uccidersi, sarebbe stata l'unica soluzione. Sono stato tentato, poi ho pensato che lo avevo in mio potere completamente e da allora mi diverto a farlo correre ad ogni mio fischio. Mi concede tutto, mi perdona tutto, sono io che comanda ora"
Abbasso lo sguardo.
"Non permettere a tuo padre di farti diventare quello che lui vuole che tu sia, quello che avrebbe voluto essere lui"
Annuisco.
Cambia completamente espressione.
Il sorriso intrigante gli ritorna sulle labbra e gli occhi si riempiono di ombre selvatiche.
"Io vado nell'ultimo bagno sulla destra, aspetta qualche minuto e raggiungimi lì"
C'è ressa, mi lavo lentamente le mani cercando di perdere tempo, poi quando penso di non essere visto entro come se niente fosse nell'ultimo cesso a destra.
Dentro c'è lui che fuma.
Chiude la porta a chiave alle mie spalle.
Getta la sigaretta nel water.
"Abbassati pantaloni e mutande" mi sussurra all'orecchio.
Fuori il vociare dei compagni.
Eseguo.
Mi fa girare e mettere un po' inclinato * quanto mi permette la ristrettezza del.. si avete capito*.
Sento le sue dita esaminarmi l'apertura, togliere il gingillo e poi reinserirmelo.
Mi fa girare, ora siamo faccia a faccia.
"Bravo, non avrei pensato che lo facessi davvero in modo così costante. Gli allievi diligenti vanno premiati che ne dici?"
"Ho fatto solo quello che mi hai chiesto"
"Sei modesto"
Sorride.
Mi si avvicina e mi bacia e mentre lo fa le sue mani si insinuano sotto le mia camicia e mi sfiorano i capezzoli.
Non riesco a trattenere un gemito.
"Ho toccato una parte sensibile mi sembra" sogghigna lui.
In effetti i capezzoli sono una delle parti più erotizzate del mio corpo.
Basta solo una carezza, un leggero sfregamento che subito mi eccito.
Quante volte ho sognato che lui me li accarezzasse, me li leccasse e succhiasse.
Questa fantasia basta da sola ad eccitarmi al massimo.
La sua mano si sposta sulla mia pancia e raggiunge il mio sesso che è già duro.
Non posso credere che questo stia succedendo davvero.
Che lui mi stia toccando.
Che mi stia consapevolmente dando piacere.
Ho paura che mi farà qualcosa di umiliante, forse aprirà la porta davanti a tutti i compagni.
E' un pensiero terribile, ma altrettanto emozionante.
La realtà è che Harry Edward Styles mi sta facendo una sega nel cesso della scuola durante l'intervallo e mi bacia per impedire che i gemiti, che mio malgrado non riesco a trattenere, si sentano fin nel corridoio.
Un paio di minuti e vengo.
Lui si scosta per evitare di sporcarsi, poi mi da in mano un po' di fogli di carta.
Si pulisce.
"Aspetta qui un attimo, poi esci."
Annuisco senza fiato.
"Non ho avuto neanche il tempo di toccarti che sei venuto, accidenti sei proprio una cagna in calore"

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SPAZIO AUTRICE

Evviva finalmente posso postare il capitolo! Spero che siate contente pure voi, ne sarei ancora più felice oltre che fiera.

Ebbene sì, il padre di Harry ha abusato di lui e anche di Gemma ma ora ha lui la situazione in punto *riferimenti e azioni dei personaggi non sono reali ma di fantasia, non augurei mai a nessuno di essere stuprato dal padre/madre o chiunque sia..*
Ecco spiegato il motivo della sua arroganza e "voglia", si sembra un po' tratto da 50 sfumature di grigio in effetti ma a dire la verità mi é venuto in mente solo adesso rileggendolo per vedere se vi erano errori...

*prossimo capitolo a 70+*

Spero che lo abbiate gradito, vi voglio bene. Commentate mi raccomando! Non mettete solo un semplice voto *che apprezzo comunque*

Besoss, Letsrrytowrite.

You are my fetishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora