prova 2- fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!

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Ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale! Ho fatto delle ricerche per rendere il tutto quanto più plausibile possibile pur rimanendo nel surreale... Buona lettura!

Grevor si svegliò di soprassalto. I muscoli tesi e allo stesso tempo dolenti, restarono immobili come se qualcosa li bloccasse. Sembrava essere stato legato, ma la sorpresa più grande, la ebbe quando riuscì finalmente a mettere a fuoco e vide un imponente cammello che lo sovrastava con la sua ombra. Per quanto fosse possibile muoversi, si guardò attorno. Che ci faceva nel deserto? Perché era completamente seppellito, lasciandone fuori solo la testa? E soprattutto perché quel maledetto animale non smetteva di legare la sua faccia?! 

Infastidito, cercò di liberarsi almeno della molesta intrusione dell'imponente mammifero provando a spostarsi e a scrollarsi di dosso la sabbia ma, quello che sembrava solo un'illusione si rivelò anche la realtà: non solo era completamente inzuppato nell'arena, ma anche un bel po' intrappolato! I suoi vestiti, tra cui sembra esserci qualcosa di anomalo, erano un'arma a doppio taglio e letale avendolo, a giudicare dalla situazione, reso un vero salame in una salamoia di sabbia. Ora come ne sarebbe uscito da questo intreccio?

Grevor era quasi certo che, se non avesse trovato una soluzione al più presto, sarebbe stato più che spacciato! Il sole alto nel cielo, la volta celeste priva di nuvole e la temperatura umida e calda avevano complicato le sorti del povero Grevor. L'uomo, che si era ritrovato in Mongolia per un tour di supervisione territoriale in vista di un suo prossimo progetto architettonico, non era molto propenso alle gite ma cause di forza maggiore, l'avevano costretto ad avventurarsi in un safari in carovana in giro per il famosissimo deserto del Gobi. Sapeva di esserci aggiunto all'ultimo alla spedizione ma comunque, non per questo era da solo e soprattutto non nel bel mezzo del nulla. Era quasi certo che si fosse accampato in una tenda per riposarsi e di non essersi spostato molto dal resto del gruppo, allora perché invece non era più là?

L'animale continuò imperterrito a leccarlo e Grevor non ne poté più! Quest'enorme, sudicio e menefreghista di un animale non sapeva con chi avesse a che fare: lui era ed è un famoso architetto, anzi che dica, lui è L'architetto per eccellenza, il più famoso del mondo occidentale, come si permetteva quindi di leccarlo?! Era un affronto bello e buono! Se fosse riuscito a liberarsi e avesse scovato chi avesse avuto l'ardire di lasciarlo qui, l'avrebbe pagata cara! Ritemprato nello spirito almeno, cercò di attirare l'attenzione di qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo. Provò a fischiettare, urlare, cantare qualsiasi cosa pur di sperare in un minimo soccorso. Quando ormai tutto sembrò perduto qualcuno, un nomade forse, sembrò avvicinarsi e l'animale quasi richiamato inconsapevolmente, si spostò lasciando finalmente in pace il povero Grevor. Stranito dalla cosa ma felice, per essersi liberato di quella infida e viscida tortura, sperò che il misterioso arrivato cerasse anche di salvarlo. Altro non poté fare se non quindi voltare il capo e ammirare le sembianze del nuovo venuto.

Non era chi si aspettava fosse, ma non era neanche tanto strano: un bambino o una bambina, sì i lineamenti delicati gli confermarono che fosse una ragazzina, con i tipici abiti dei popoli nomadi, con tanto di tunica blu e abbinato turbante tale da svelare solo gli occhi, era giunta nel suo campo visivo e stava accarezzando il camelide così come se niente fosse. Grevor invece, era alquanto indemoniato: come poteva quella ragazzina curarsi dell'animale e non occuparsi della sua situazione! Qui c'era da ridere proprio!

"Ehi, tu, ragazzina, sono qui, aiutami! Non vedi che sono bloccato?" sbraitò il povero architetto rivolto alla sconosciuta e sua unica salvezza, ma non sapeva chi si trovava davanti in realtà. La ragazzina, l'aveva visto, l'aveva ascoltato e sapeva benissimo che fosse l'uomo ma non per i motivi che Grevor pensava. Lei, richiamata si apprestò a portarsi a livello dell'uomo ma non aveva la minima intenzione di liberarlo, non per ora almeno.

"Ciao Grevor" salutò così a un basito Grevor la ragazzina che aveva sempre avuto un piano ben delineato in mente.

"Cosa?? Mi conosci? Chi sei?" esclamò l'architetto che non riusciva a credere a come fosse possibile che una ragazzina, che era sicurissimo non avesse mai visto prima d'ora, lo conoscesse e data la situazione non facesse nulla per aiutarlo! Bah.. cose da pazzi, e pensare che non volessi neanche venirci.. chi me l'ha fatto fare !!!? Pensò Grevor, ignaro di tutto che tra poco la piccola nomade stava per riservargli.

"Sono Krixy e certo che ti conosco. So anche perché sei qui!" spiegò al malcapitato la piccola che non era qui per caso.

"Ah davvero, e perché non mi aiuti allora?" si rivolse tra il sarcastico e l'alterato Grevor a Krixy che, seppur avesse degli occhi stupendi e limpidi da far invidia a chiunque, in realtà non era così limpida e pura come traspariva. Dietro quelle vesti caratteristiche, dietro quel velo, in quelle iridi si nascondeva un essere molto ma molto, subdolo.

"Non ne ho voglia, e poi mi servi perciò.. te ne starai intrappolato ancora per un bel po'." Grevor non era certo di aver udito bene; gli aveva davvero detto che lo avrebbe lasciato così? Doveva essere uno scherzo ma chi scherzerebbe mai in questo modo e in un deserto, in un deserto!! La risposta per il povero Grevor era, ahimè per lui, la piccola Krixy, non tanto piccola poi, che si divertiva in un modo molto strano e ambiguo. Giocava a seppellire i turisti per poi torturarli a suon di freddure, battute squallide e barzellette. Una dolce e lenta tortura per le orecchie delle sue vittime perché non erano per niente belle, non fanno, non facevano e non faranno ridere per niente, inoltre avrebbero fatto invidia per la loro banalità e poca comicità allo humour inglese.

La piccola si credeva un comico provetto tra la sua gente e forse, avrebbe potuto anche esserlo nella sua tribù ma non agli occhi del mondo esterno. In molti, tra i pochi avventurieri erano incappati nelle sue grinfie e quando avevano raccontato l'accaduto nessuno gli aveva mai creduto, ma era ed è la pura e sacrosanta verità!

Quando una nuova carovana giungeva nel villaggio temporaneo della piccola, ella indisturbata osservava e appena trovava la vittima perfetta si preparava ad attuare il suo programma. Grevor era solo l'ultimo di una lunga lista. Agiva di notte, col suo fidato Rufus, il cammello suo complice, e svolgeva tutto con cura e perfezione: mentre la vittima designata era nella propria tenda pronta per coricarsi per la notte, lei accorreva silenziosa e attendeva. Quando Morfeo aveva finalmente accolto tra le sue braccia il malcapitato o la malcapitata, velocemente Krixy trascinava chiunque avesse scelto in un luogo non molto lontano, al di là delle alture rocciose che popolavano qua e là la distesa sabbiosa, e munita di tutto l'occorrente lo legava con corde e sciarpe e poi, scavata una buca lo trascinava al suo interno e per ricoprirlo in modo tale da lasciargli libera solo la testa.

Un piano ben ingegnato, che per tutti i kraken, calamari giganti e chi più ne ha più ne metta, avrebbe fatto gola ai più grandi strateghi, e tutto ciò solo per avere un pubblico a cui raccontare le sue barzellette che non avrebbero fatto ridere nemmeno ai polli, purtroppo! I pazzi saranno sempre in giro e addirittura pure nel deserto!!!



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