prova 3 - Dopo ogni pioggia esce sempre il sole

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Premessa

L'IMPAVIDO che mi ha ispirato, nel vero senso della parola, è NinaBlueStar che, avendo coniato il termine cuoricinosità mi ha dato un grande aiuto; il giudice é LunaBat perché é la maga dei puzzle di frasi e parole con i quali poi creare racconti stupendi: questo é il mio omaggio alla sua bravura e  inoltre è una grande motivatrice. 

Tutto è inventato qui..
Detto ciò, buona lettura e tante  lacrime! ;)

In un soqquadro di cuoricinosità, Vera vagava in un mare di ricordi. Nella sua cameretta che condivideva con la sorellina Nina, ammirava tutta la sua vita, racchiusa tra oggetti e foto che un piovoso pomeriggio di novembre la aveva portata a riscoprire. Le pareti, divise tra la sua storia e quella della sorella, mostravano a chiunque ciò che erano. Cuori, fiori, colori per Nina; foto, libri e ancora libri per Vera. Sembrava di essere in un universo parallelo dove l'unica peculiarità era la felicità e anche la tristezza di due ragazzine, diverse ma complementari; le due sorelle quindi, a prima vista, potrebbero dirsi due opposti, ma tutto questo non ha mai pregiudicato il loro legame, uno indissolubilmente stabile che mai nulla e nessuno scalfirà. Infatti, tra robe sbrilluccicose, rosa e intrise di magia fanciullesca, spiccavano poi scaffali e mensole, colmi di libri, segno tangibile della forte e prorompente personalità di Vera, e innumerevoli fotografie, frutto della sua mania di rendere tutto reale e ricordabile. La piccola grande fotografa adorava ricordare perché si era persa tante cose e la nostalgia di quel che non aveva potuto tenere con sé, anche solo con una piccola foto, la faceva desiderare un modo per tenersi stretto tutto ciò che le capitava per mano. Con la complicità della sorella e del suo fidato cammello zuzzurellone, no non vivono in deserto e neanche in Arabia Saudita, ma un cammello ce l'ha! Nulla di preoccupante per la vostra e loro psiche, è semplicemente un peluche che la loro zia Luna, anni addietro, aveva regalato a Vera. Era un regalo speciale perché era il primo vero dono che la piccola aveva ricevuto dopo anni di sofferenze. Quel pupazzo aveva rappresentato una svolta, un nuovo inizio e da allora è sempre rimasto il suo preferito.

Nina e Vera vivono da Luna, con Luna, ma non sono qui da sempre: hanno una storia alle spalle che purtroppo accomuna anche molti altri bambini. Sono orfane dei genitori da sei anni cioè, da quando Vera aveva sei anni e Nina solo quattro, e sono state accolte dalla nonna però solo da cinque. Vivevano felicemente con i loro genitori a Torino in una tranquilla villetta in periferia finché, un brutto giorno, qualcuno ha deciso che la loro armonia non dovesse essere più loro prerogativa. La famiglia al completo, papà Antonio e mamma Anna con le due piccole, era andata al circo per una serata diversa dal solito, per divertirsi. Era andato tutto secondo i piani, avevano riso e gioito tutti insieme nell'ammirare i clown, i trapezisti, gli animali e tra questi Vera, più di tutti, era rimasta colpita da una scimmia che stranamente non voleva saperne di mangiarsi la banana offertagli dal suo addestratore. Per lei era stato strano che quella scimmia non la volesse e imperterrita nella sua idea, cinica, il giovane primate snobbava tutto e tutti! Vera però non sapeva che poco dopo se ne sarebbe presto dimenticata di quel particolare, sostituito da un dettaglio ancora più anomalo e brutale. Non sapeva ancora che sarebbe rimasta sola con la sua Nina, sola e costretta a crescere senza le persone più importanti della sua esistenza di bambina prima e donna poi.

Sulla strada del ritorno verso casa, un militare in licenza, ubriaco, alla guida di un Suv cui all'interno vi erano anche altri suoi amici, si è immesso sulla rotta della famigliola felice e ha interferito con le loro giovani vite. Il padre, alla guida della loro Seat Ibiza, è deceduto sul colpo mentre la moglie in seguito in ospedale; le piccole per miracolo si sono salvate, poiché per la loro prudenza e sicurezza avevano agganciato entrambe la cintura, riportando così solo qualche escoriazione. Rimaste sole non avevano più nessuno e sono state affidate ai servizi sociali perché non c'era nessun parente disposto ad assumersi la responsabilità di due bambine così piccole. Erano in balia di se stesse, in una casa famiglia che avrebbe dovuto fare e dare loro solo il bene, nell'attesa di un qualche buon samaritano pronto ad accoglierle. Un anno terribile della loro infanzia, privo dell'amore più grande che solo i loro genitori sapevano dargli e che da quella funesta notte non hanno potuto più godere. Un anno pieno di sofferenze vissuto da Vera non più da bambina dedita solo ad apprendere e a gioire della sua età, ma anche da sorella maggiore che doveva prendersi cura della sorellina. Sono state fortunate a rimanere insieme ma il peso più grande comunque gravava, per quanto possibile su di lei: quello di crescere in fretta per dar forza alla sua Nina, di non piangere davanti a lei per farle pesare ancor di più la loro mancanza, di ridere più spesso, anche se era quasi impossibile, per far divertire la sua piccola.

Un anno per fortuna conclusosi al meglio con l'arrivo di Luna, la loro zia/mamma che da quando è apparsa nelle loro vite, non se n'è più andata. La donna, a causa di una malattia forse di natura genetica, l'endometriosi, è stata privata della gioia di poter aver figli ma, non lasciatasi sopraffare dal dolore della sua situazione ha deciso di adottarne uno. Cinque anni fa, quindi insieme al marito Claudio è capitata nella stessa casa famiglia delle due bambine e appena le ha viste ne è rimasta folgorata. Ha voluto a tutti costi adottarle entrambe, senza separarle perché farlo, le avrebbe distrutte ancora di più. La loro storia ha colpito i due coniugi a tal punto da far di tutto per offrirle solo il meglio e con sacrifici, molte spese legali e non, con buona volontà e tanta speranza, sono riusciti ad averle con sé e da allora sono le loro gioie. Le hanno dato tutto quello che potevano, le hanno offerto un tetto e un letto per dormire, le hanno iscritte nella migliore scuola e le hanno donato tutto l'amore di cui il proprio cuore era e sarà capace.

Claudio e Luna sono legalmente i loro tutori, i loro genitori adottivi e le crescono come tali ma si rivolgono a loro anche come zii. Le ragazze hanno una mamma e un papà, che non ci sono più, fisicamente, ma comunque sempre presenti nelle loro vite. Nina e Vera hanno bisogno di sapere, di ricordare che Anna e Antonio le volevano bene e non se ne sono andati per sempre; le guardano da lassù, le vegliano e Luna non lascia mai che le bimbe lo dimentichino. In fondo forse, non hanno avuto solo sfortuna: Nina e Vera è come se avessero quattro genitori che si scambiati i ruoli per regalare alle loro principesse un amore quadruplo che tanti altri bambini sognerebbero soltanto!



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