Ogni cosa che succede in questo universo ha sempre una conseguenza, e tutte le forze che interagiscono tra loro portano a una sorta di cambiamento.
Secondo Newton, a ogni forza impressa ad un corpo ne equivale una uguale e contraria, e la vita che noi viviamo è dovuta dalla Gravità.
Tale legge, per regole divine a noi sconosciute, si dimostra anche tutti i giorni, dando a ogni vita un proprio centro gravitazionale, piccolo o grande che sia. Chiamiamolo carisma, carattere o come volete voi, e prendiamo in considerazione esempi comuni della vita quotidiana: la scuola per esempio, se non in ogni sua classe. Nel mio caso, che probabilmente equivale a molti altri casi ricorrenti, c'è sempre stato un personaggio con un carattere, mai positivo, così pieno di sé da attirare tutti gli altri, rendendo una massa informe di bambini ed adolescenti come tanti piccoli satelliti che ruotano intorno a un pianeta, e quelli che erano estranei da questa forza, semplicemente venivano esclusi o totalmente disintegrati. Ma al liceo, quando ormai pensavo di aver già visto di tutto riguardo a questa legge, scoprii con mio grande rammarico che in quell'istituto c'era presente una forma di sistema solare con tanto di pianeti e satelliti più o meno grandi.
Quel centro di gravità, che chiamerò Sole, si chiamava Alexander James.
Prendete tutte le qualità più oscene mai esistite, con tanto di superlativi, e mettetele dentro a uno bello da morire: eccolo lì, quel che causò tutta la mia rovina.
E no, questa storia non parla di amore tra me e lui, perché mai sarei talmente cogliona da innamorarmi di uno così.
Tornando a noi, la mia scuola era un "Complesso di Esistenze Rovinate dagli Ormoni", o anche C.E.R.O., e io non ero un qualcosa che contasse in quell'universo. Ero normale, vivevo la mia vita senza fondare sette sataniche su una specie di pavone vitaminizzato, e sicuramente, per quanto potesse esser bello con la sua pelle candida e i capelli biondi, non avevo, a differenza della maggior parte della popolazione femminile di quell'istituto, atteggiamenti perversi nei suoi confronti.
E lui senza di me stava benissimo, anzi, senza la mia comparsa nella vita sicuramente avrebbe vissuto un'esistenza più tranquilla.
Lui fu la mia rovina. La rovina degli ultimi due anni in quel buco di persone stereotipate.Ma procediamo con calma, perché non è una storia normale questa: niente gnocchi con cesse che poi diventano modelle magre e splendenti, perché nell'universo della fisica nulla di ciò è possibile.
La prima volta che lui si rese conto della mia esistenza fu un giorno di fine terza, mentre ero intenta a dormire a casa mia sul mio letto con la mia musica. Fu tutto casuale, e l'insieme di quelle casualità, della sveglia che suonava perché impazzita e le cuffie impigliate tra i capelli, mi fecero vedere dalla finestra, mentre stavo per liberarmi, due ragazzi che si stavano baciando sotto la mia finestra.
Nulla di strano, o almeno così mi sembrava.
Nel liberarmi, perché da brava imbesuita che sono tutt'ora, ero rimasta proprio davanti alla finestra spalancata per il caldo, a tirare ancora assonnata quelle cuffie per staccarle da quei capelli odiosi, fino a quando l'unica cosa che non c'entrava nulla, ossia l'MP3, cadde giù. Se fosse stato dal primo piano non avrei nemmeno urlato, ma quel "Porca di quella Maledettissima Sfiga" veniva proprio dal terzo piano, e quel rumore assordante di un povero e santo riproduttore musicale mentre esalava il suo ultimo respiro fece subito rinvenire quei due piccioncini.
Immaginatevi lo shock di aver rotto l'unica cosa a cui tenevate, aggiungete lo sguardo terrorizzato di mio fratello puntato su di me.
Lui, mio fratello, il grandissimo intenditore di donne o come si definiva, era tra le braccia di un ragazzo. Biondo. Pallido. Non ho bisogno di altro, penso che abbiate capito.
Oltre che aver rotto un qualcosa di fondamentale per la mia esistenza, avevo pure scoperto che mio fratello era gay e il suo ragazzo era proprio Alexander James.
Finché fosse stato gay, sarebbe andato tutto bene, anzi avrebbe migliorato la vita della sottoscritta con innocui e innocenti ricatti da sorella dolce e coccolosa, ma con quella testa di Troll non volevo averci nulla a che fare. Ma ad azioni corrispondo reazioni e conseguenze.
E per quanto avessi voluto gonfiargli la faccia a prescindere, quello sguardo così perso non l'avrei mai voluto vedere, anche se al momento, dopo una specie di realizzazione, l'avevo visto come un'opportunità.
Da un patto con il fato, e poi col diavolo. Da qui inizia la mia storia.
Il mio nome è William Samantha Smith. Ed ero diventata il buco nero che avrebbe potuto distruggere quella stella con solo qualche parola.Non tutti vogliono tali poteri, ricordatevelo.
Angolo autrice
Non so con che mente malata io abbia ideato questa storia e non so nemmeno quanto sarà lunga.
Odio scrivere queste note che mai nessuno leggerà sotto un capitolo del mio racconto, ma mi sembrava giusto dirlo: più o meno pubblicherò ogni venerdì un capitolo. Se avrò problemi con la scuola o con la mia fantasia al quanto scadente, prometto (Ma non giuro visto che sono una pigrona) che la settimana dopo cercherò di pubblicare due capitoli.
Detto questo, vi saluto
Quella petulante scrittrice fallita Hailie
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Gravità Differenti
RomanceWilliam è sempre stata diversa rispetto agli altri, anche solo attraverso quel nome, e mai avrebbe desiderato diventare come i suoi coetanei, evitando ogni loro contatto e ogni opportunità. Semplicemente lei voleva esser così. Diversa. Strana. Nerd...