Arte Giapponese

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Il termine arte giapponese copre una vasta gamma di produzioni artistiche appartenenti a periodi molto diversi tra loro, dalle prime testimonianze di presenza umana in Giappone, intorno al X millennio a.C., all'età contemporanea.
Periodo Jomon
Il nome "Jōmon", con cui si indica l'età più antica della storia del Giappone, significa "motivo a corda" e deriva dal motivo più frequente nei ritrovamenti del periodo, vasi e figurine fittili; il motivo veniva apparentemente realizzato stringendo l'argilla con corde di fibra vegetale o stuoie. Nel corso del periodo storico si aggiunsero altri motivi geometrici o altorilievi, ma il motivo a corda rimase una costante.

Le figurine fittili, o dogū, sono particolarmente misteriose. Rappresentano umani o animali, e sono generalmente alte intorno ai 25 cm; raramente sono fatte per stare in piedi, e la maggior parte erano apparentemente legate a una corda o portate vicine al corpo. Alcuni dogū hanno caratteristiche femminili molto evidenziate, e sono state associate a rituali per fertilità e parto; altri sono privi di parti del corpo, e sono stati associati a rituali per la guarigione, o per maledizioni. In un caso il dogū aveva ai piedi una base ed è stato ritrovato circondato da muri, suggerendo l'utilizzo in rituali religiosi.
Periodo Yayoi
La cultura Yayoi (che prende il nome da un sito vicino Tōkyō dove avvennero i primi ritrovamenti) ebbe origine nell'isola di Kyūshū e si diffuse poi su quella di Honshū. La produzione artistica è più funzionale, con decorazioni molto ridotte, ma rivela l'uso di tecnologie ben più avanzate del precedente periodo, come l'uso del tornio a ruota; si ritiene in genere che questa cultura non fosse autoctona, ma importata da movimenti migratori dalla Cina. In particolare sarebbe stata importata dal continente la metallurgia, con la comparsa dei primi artefatti in bronzo e utensili in ferro; in particolare sono state ritrovate delle campane di bronzo (dōtaku), con probabili scopi rituali, delle quali non esistono paralleli nel continente.
Periodo Yamato
La cultura Yayoi era divisa in famiglie o clan, e di questi prevalse il clan Yamato che unificò il Paese; la prima parte del periodo Yamato è detto periodo dei Tumuli (Kofun), perché segnata dalla costruzione di tombe a tumulo imponenti e riccamente arredate. La tomba dell'imperatore Nintoku, alta 35 metri e lunga 478 metri, è la più grande. Insieme al defunto venivano sepolti oggetti in bronzo, armi e ornamenti personali, e vasi fittili; all'esterno dei tumuli sono invece poste serie di tubi cavi di argilla, o haniwa, forse modellati sulla forma dei vasi votivi, sulle quali nel tempo si aggiunsero come decorazioni piccole figure, che rappresentavano case, uccelli, cavalli, sacerdotesse, e poi dalla seconda metà del periodo anche aristocratici, guerrieri, indovini e gente comune.
Periodo Asuka
L'arte del periodo Asuka, storicamente collocabile tra il 538 d.C. e il 710 d.C., la cui denominazione deriva dalla capitale Asuka kyō, è fortemente influenzata dall'introduzione del buddhismo in Giappone; i contatti con Cina ed i tre regni di Corea si intensificarono, e il Paese, in base alla posizione geografica rispetto ai vicini paesi del continente, cambiò il suo nome da Yamato in Nippon (In giapponese: "dove sorge il sole"). L'adozione della nuova fede non fu una cosa indolore; l'aspro scontro tra coloro che sostenevano il buddhismo, guidati dal clan Soga, e coloro che sostenevano lo shintoismo, guidati dal clan Mononobe, si concluse solo nel 587 con la vittoria di Soga no Umako su Mononobe no Moriya e la conquista del potere da parte del clan Soga. Iniziò un processo di sincretismo tra il buddhismo e lo shintoismo, le cui tradizioni vennero salvaguardate, mentre in quel periodo il buddhismo si diffuse tra le classi aristocratiche e nella corte imperiale, influenzando pesantemente l'espressione artistica.

Il periodo Asuka coincise con un risveglio artistico e culturale, e grazie anche all'adozione del Buddhismo come religione di corte, vennero incoraggiate l'architettura, la scultura, la pittura e l'artigianato.

A questo periodo risalgono molti templi (nel giro di vent'anni ne vennero costruiti almeno quarantasei), monasteri Mahāyāna, statue di buddha e bodhisattva, fortemente influenzate dall'arte cinese e coreana; il tempio Hōryū-ji è oggi la più antica costruzione in legno dell'Estremo Oriente pervenutaci intatta, sebbene sembra che sia stato ricostruito almeno una volta, forse dopo un incendio nel 670, come attestato nel Nihonshoki; rappresenta anche il primo esempio di uno stile Asuka, parzialmente indipendente dall'influenza coreana e cinese.

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