capitolo 4

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E quella ragazzina continuò a tornare...
Compariva ogni venerdì sera, precisamente alle 22.00 in punto e tornava il sabato e la domenica, poi scompariva fino al venerdì successivo e il tutto si ripeteva.
Era assillante, lamentosa, arrogante, sfacciata, impertinente e chi ne ha più ne metta. Non capivo perché continuasse a venirmi a trovare, perché insistesse tanto per conoscermi. Ma alla fine anche io cedetti... Per quanto mi ero sforzato di ignorarla, di allontanarmi, di non rispondere alle sue domande, di urlarle di andarsene e così via... Alla fine non potetti non socializzare.
Oramai della sua vita conoscevo quasi tutto, passava le ore a raccontarmi di lei nella speranza che stanco, avessi cominciato pure io a parlare delle mia vita.
Alex, aveva quasi sedici anni, viveva in Italia con la mamma, mentre il papá viveva a New York, il suo sogno era fare l'attrice nei grandi film americani, avrebbe finito il Liceo Artistico che frequentava, per poi trasferirsi a New York e frequentare una prestigiosa accademia di recitazione. Il suo animale preferito era la pantera, odiava i colori eccentrici e detestava il silenzio, cosa che si era capita.
A denti stretti pian piano, sera dopo sera, anche io cominciai a raccontarle qualcosa. Ma cosa? Tutto della mia vita era un grande Flop temporale. La mia vita era presente e passato, di chi le avrei dovuto parlare?
Decisi di raccontarle brevemente di Billy, non che ci fosse molto da dire, infatti mi limitai ad un semplice "Ho 33 anni, quest'anno ad agosto ne faccio 34, una volta avevo un lavoro qui a New York poi sono stato licenziato, avevo una casa e un moglie Rose, che non protetti più mantenere. Mia moglie mori successivamente di cancro, io per il dolore cominciai a fare abuso di droga e ci mi portò alla rovina. Per pagare la Marijuana dovetti vendere tutto e così sono finito a fare il barbone. Ho smesso di drogarmi già da un po, ma ho rinunciato al rifarmi una vita perché non la merito" inventai una storia, era triste, ma anche la mia vera vita lo era. Di certo non avrei raccontato tutta la veritá ad una ragazzina, non riuscivo a parlarne con me stesso, figuriamoci ad un'estranea ficcanaso.
La sua reazione a quella falsa storia non fu di stupore o di compassione come mi aspettavo, al contrario si limitò a sorridermi e poi continuò incessantemente a riempirmi di domande.

Ormai i weekand non erano più vuoti, senza neanche accorgemene cominciai ad abbituarmici a lei, ad attendere l'arrivo del venerdì come fa un ragazzino quando attende con ansia il sabato dopo una settimana di scuola. Ed ero felice quando si avvicinavano le 22.00, impaziente e poi triste quando se ne andava alla domenica. Tutto ciò ovviamente ai suoi occhi lo nascondevo, rimanevo comunque abbastanza distaccato e freddo, ma lei sapeva che il nostro parlare, in fondo mi piaceva, che il suo modo di fare, per quanto le ripetessi che era insopportabile, pian piano cominciai a gradirlo e che la mia voglia innata di starmene d'assolo stava scomparendo, anche quando le dicevo "aspetto ancora il giorno in cui te ne andrai", lei sapeva... Sapeva che non lo pensavo veramente, ed era forse per questo che non sen'era ancora andata.

"Ma non ti spacchi il culo e la schiena a dormire su sta panchina? E poi fa un freddo cane!! Come cazzo fai a non congelarti le chiappe ahhaha"

"Faccio che... Faccio!"

"Se lo dici tu..." esclamò sedendosi sulla panchina. Io mi sedetti di fianco a lei rimanendo però a debita distanza

"Oh ma quante monete hai qua?" disse Alex frugando nel mio zaino

"Ehi lascia giù!!" cercai di afferrarlo, ma lei si alzò di scatto rovesciando le monete nell'erba e poi si chinò a contarle

"Saranno più o meno 40$ dollari !!"

"Li sto tenendo da parte... E ora rimettili nello zaino."

"Tenere da parte per cosa? Vuoi andartene da New York?"

"Se mai me ne vorrei andare lontano da te!! E comunque no... Li tengo da parte per comprarmi una cosa"

"Forza sputa il rospo"

"Mmm che palle che sei! Voglio comprarmi un biglietto per uno spettacolo, oky?!"

"Uuuh che bello!! Anche io adoro il teatro, ma che spettacolo???"

"Il prossimo sabato a Broadway metteranno in scena la mia commedia preferita "Una notte di mezza estate", solo che..."

"..Che???"

"Niente! E impara a farti gli affaracci tuoi"

"Aaah ho capito... Non ti bastano i soldi per il biglietto, però se vuoi io pos.."

"Si mi mancano i soldi e allora? NON TI SOPPORTO PIÚ, DEVI SEMPRE FARTI I FATTI MIEI, SONO STANCO DI TE !! MI VIENI A CERCARE SOLO PERCHÈ PUOI PRENDERMI PER IO CULO NON È VERO!!, ORA VATTENE E NON TORNARE"

"Ma..."

"VATTENE SANTO DIO!!"

"OKY ME NE VADO, BARBONE DEL CAZZO E GODITI LA TUA SOLITUDINE... STRONZO!"

Rimasi li seduto, poi chinai il capo e infilai le mani nei capelli

"Vaffanculo!!!" esclamai dalla rabbia

"Si può sapere perché l'hai trattata cosi?"

"Senti... Non ti ci mettere anche tu"

"Non capisci vero... Lei era tua amica, l'unica che lo voleva essere veramente, ma tanto tu sei così accecato dall'odio verso il mondo intero, che non vedi neppure quando una persona cerca ti volerti bene... Ti piace cosi tanto rimanere solo?"

Come dare torto alla mia coscenza... Era vero, quella ragazzina era stata l'unica dopo un anno a venirmi a parlare e io l'avevo fatta gia scappare via. Quell'odio mi aveva consumato talmente tanto che mi ero scordato della felicità e della vera compagnia. Abituato talmente tanto al dolore, che mi ero convinto che ogni persona mi si avvicinasse per nuocermi, ma lei no... Lei aveva cercato di farmi capire, ma il silenzio era già tornato ed era orami troppo tardi per chiedere scusa.

Mika beautiful impossibility❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora