Quella mattina mi svegliai per mano delle grida nei corridoi, non che di solito ci sia silenzio ma quelle grida erano diverse dal solito.
Mi alzai dal letto e scostai lentamente la porta giusto per vedere il corridoio senza essere notata
Da dietro la porta riuscivo a vedere una barella, delle infermiere e dei medici attorno ad essa, le grida venivano da li.
Un infermiera dopo poco si girò verso di me, era bianca cadaverica, pochi secondi e poi si accasciò per terra vomitando
Adesso riuscivo a vedere la persona sulla barella....
Era una bambina...
Sbiancai, quella bambina...non aveva gli occhi, il suo viso era un bagno di sangue e le sue grida erano cosi piene di dolore, ma non solo, quella bambina mi trasmetteva qualcosa ma non sapevo bene cosa
Poco dopo i medici portarono via la barella con sopra la bimba in preda al panico
Probabilmente la stavano portando in infermeria.
chissà cosa è successo ai suoi occhi.
Mi portai una mano sul viso e mi asciugai delle lacrime, riuscivo come a sentire le emozioni di quella bambina.
Mi accasciai per terra con una forte fitta allo stomaco e subito dopo un grido mi venne spontaneo...
Un grido che rimbombò per tutti i corridoi in cui ormai era calato il silenzio più profondo...
Il mio dolore dominava quel silenzio
Qualche minuto dopo entrarono delle infermiere e mi accompagnarono in infermeria
Ogni passo equivaleva ad una fitta maggiore
Più mi avvicinavo più percepivo il dolore di quella bambina
Arrivata in infermeria la vidi, aveva smesso di sanguinare ed aveva delle bende sugli occhi, era immobile
Sembrava un piccolo corpicino senza vita...
Ma io la sentivo, era viva!
Il suo piccolo e fragile corpo era abbandonato su quel letto
I suoi capelli biondi e lunghi cadevano in modo leggiadro su di lei
Le sue mani era cosi piccole e sporche di sangue...
Indossava un vestito sbiadito, sul rosa antico con qualche ornamento qui e li, sembrava una principessa
Era così bella...
aveva il viso di porcellana sembrava una bambola, pallida e con le labbra piccole e secche color pesca....
Improvvisamente il suo corpicino riprese a muoversi seguito da respiri affannosi,
Penso stesse facendo un incubo.
Di colpo sobbalzò, aveva il viso tutto sudato e anche se non poteva vedermi, lei mi aveva percepita...
Inclinò la testa verso di me e con voce armoniosa e stanca mi disse "mamma, sei tu?"
Persi un battito..
Questa bambina così piccola e dolce mi aveva scambiata per la sua mamma
"No, mi chiamo Bethany ma tu...tu puoi chiamarmi beth..." Risposi con voce calma e piatta
"Eveline" disse seguita da qualche interminabile secondo di silenzio, con lo sconforto nelle parole continuò "il mio nome è Eveline"
"Che bel nome, Eveline hai sonno non è vero?"
Rispose con un cenno della testa e poi aggiunse "ma ho paura di dormire da sola"
Sorrisi come un ebete, quasi come se potesse vedermi...
Mi alzai dal mio letto e mi misi nel suo abbracciandola stretta a me, "ora sei al sicuro piccola, non permetterò che nessuno ti faccia del male"
"Grazie mamma.."
Mi rispose così e subito dopo cadde in un sonno profondo...
Mi faceva uno strano effetto essere chiamata mamma, ma non mi dava fastidio...
Dopotutto avevo molto sonno anche io e dopo poco mi addormentai con Eveline tra le braccia...
Quando aprii gli occhi era ancora tra le mie esili braccia,
Mi voltai e le accarezzai dolcemente i capelli, erano così morbidi e fragili, erano di un biondo molto triste come se rispecchiassero il suo stato d'animo...
I suoi respiri erano molto lenti e con lunghe pause l'uno dall'altro, mentre le accarezzavo i capelli notai che del sangue le usciva dalle bende, come delle lacrime, ed a quel punto il suo respiro si fece più affannato e con pause molto meno frequenti.
Iniziò a sudare e gridare ed improvvisamente mi prese una dolorosa fitta allo stomaco, quasi come se fossi trafitta da mille lame il dolore allo stomaco si spostò ai miei occhi e portandomi le mani al viso scoprii che anche i miei occhi sanguinavano.
Eveline non smetteva nè di urlare nè di sanguinare.
Iniziai a vedere appannato fino a quando persi completamente la vista.
Quando ricominciai a vedere non mi trovavo più in quel posto di merda, ma in una piccola casetta poco accogliente, alle pareti erano appesi degli strani e macabri quadri, ma in particolare mi soffermai a guardarne uno solo: aveva disegnato un cimitero con lapidi molto particolari, mentre ero concentrata su ogni singolo dettaglio di quel quadro sentii gridare.
Corsi immediatamente nella stanza da cui proveniva quell'urlo molto familiare e davanti a me vidi Eveline.
Era in un bagno molto piccolo e sporco, con le mattonelle gialline, piene di scarafaggi, la vasca sporca e rovinata con la vernice che veniva via e davanti a lei uno specchio.
Il pavimento era pieno di sangue e la bambina scalza ne era immersa con i piedi.
Aveva delle forbici in mano e piano piano se le portava verso l'unico occhio che le era rimasto intatto, dall'altro grondava tutto quel sangue che si riversava sui suoi piedi ed il pavimento e non si capiva nemmeno se fosse attaccato al viso da quanto era dilaniato.
Lentamente arrivò all'occhio sinistro ed io subito feci per fermarla ma quando le toccai la spalla la mia mano le penetrò il corpo, come se fossi un fantasma.
Ora capivo tutto Eveline mi stava mostrando cosa le era successo, ma perché una bambina così piccola e bella dovrebbe fare un gesto così folle?
Rimasi impassibile a guardare ciò che mi mostrò e mentre osservavo tutto quel dolore le lacrime mi rigavano il viso.
Quando Eveline finì la sua folle impresa, si buttò con le ginocchia a terra e fece un lungo respiro di sollievo.
Non capivo questo suo gesto e non capivo perché appena finito fosse Così Tranquilla, ma di certo lo avrei capito un giorno.
Ora lo sapevo: Eveline si trovava in quel manicomio. Ma non a caso.
Io ed lei eravamo legate in qualche modo, forse stavo diventando pazza, ma con lei era tutto così reale, è qui per me e devo scoprire il perché.
Finita quella specie di visione cominciai di nuovo a rivedere appannato e poi più nulla, quando riaprii gli occhi Eveline dormiva ed io le accarezzavo i capelli, le bende non erano sporche di sangue ed il suo respiro era tranquillo, possibile che mi fossi sognata tutto?
STAI LEGGENDO
Rejected ||A.I
Fiksi Penggemar'I malati mentali non esistono Beth. I pazzi vanno dove gli angeli non osano. La pensiamo semplicemente in modo diverso dagli altri. Percepiamo le cose diversamente dagli altri. Eppure ci considerano così strani.. però, mi piacerebbe essere strano...