Prologo

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*Dal punto di vista di Gaetano*

< Gaetano perché corri? > mi urla Sara,non mi volto e continuo a correre < Claudia sta male! > urlo continuando a correre,sento Monica chiamare Claudia e dirle di svegliarsi più e più volte.
Non posso assolutamente permettermi di perdere tempo,Claudia ha bisogno di me.
Corro lungo il corridoio facendomi spazio tra donne incinte e bambini,alcuni mi insultano ma non m'importa,devo assolutamente trovare Gianna.
Inizia a girarmi la testa, sento il cuore battere all'impazzata,sembra voglia uscire fuori.
Come in un lampo rivedo la mia vita,la mia vita con Claudia.
La prima volta che l'ho vista,quando al pub l'ho salvata, la prima volta che abbiamo fatto l'amore,quando abbiamo scoperto che era incinta,quando Alessandro è nato,quando ha accettato di diventare mia moglie e ora,ora è immersa in una pozza di sangue,cosa che mi incita ad aumentare il passo.
Eccola.
< Gianna vieni! Claudia stà male! Corri! > dico tirandola per un braccio.
Mi guarda perplessa e mi segue
< Cosa è successo? > mi chiede aumentando il passo
< Sta perdendo molto sangue > dico con l'affanno
< È cosciente? >
< Si si, l'ho lasciata seduta sulla poltrona > dico respirando affannosamente.
Sento le urla di Sara,sta chiamando Claudia.
Ma,ma perché? Claudia era sveglia!
Oddio no,non può essere.
Arriviamo in camera,Monica,Sara e mia madre sono piegate a terra vicino la poltrona,non vedo Claudia.
Mi avvicino alla poltrona.
Eccola,inerte a terra.
La schiena appoggiata alla poltrona,la testa appoggiata sulla spalla sinistra,è pallida come mai,i capelli le coprono una guancia ma riesco ad intravedere le sue labbra,leggermente violacee
< Claudia! Claudia! Svegliati! Claudia! > dice Sara dandole leggeri schiaffi sul volto,la sua voce è continuamente strozzata dal pianto.
Mi guardo intorno incapace di agire,l'odore ferroso del sangue mi penetra nelle narici,è fastidioso.
In testa ho mille pensieri,sono come in trance,non posso pensare a quello che sta succedendo.
Ha appena accettato la mia proposta di matrimonio e ora?
Ora finisce tutto così?
Aveva ragione Claudia quando diceva che non saremmo mai riusciti a vivere serenamente e che in ogni momento di felicità sarebbe stato stroncato immediatamente.
Vedo Gianna intenta a controllare se c'è battito mettendole due dita sul collo,al livello della carotide.
Mi chiedo il perché, Claudia è viva,non occorre.
Mi ritrovo a pensare come un bambino,non mi capacito,è tutto troppo strano, frettoloso.
< C'è battito,debole ma c'è! > dice Gianna alzandosi e schiacciando un pulsante sulla parete che fà subito scattare un allarme,un fastidioso ticchettio che fà subito arrivare due infermiere
< Dottoressa,cosa succede? > chiede una
< La ragazza sta male,fate preparare la sala operatoria! >

Sala operatoria? Perché dovrebbero operarla?
Guardo Sara,Rosy e mia madre,sono impassibili.
Il mio sguardo si sposta su Monica,è bianca come un cero,è nell'angolo. Tiene le mani ferme al muro,come a volerci entrare dentro,il mio stato di trance viene interrotto dalla voce di Gianna
< Portate una barella,no? Non devo dirvelo io! > sbraita,è furiosa.
L'infermiera annuisce intimorita e vá.
< Faccio io! > dico avvicinandomi alla poltrona,non avrei mai immaginato che Claudia avesse perso tutto questo sangue,è letteralmente in una pozza rossa,le gambe,la vestaglia sono sporche di sangue e le mani,le sue mani che sempre mi hanno deliziato con le loro carezze ora sono completamente sporche.
Mi piego,le metto un braccio dietro la nuca e uno sotto le gambe,lentamente mi alzo tenendola stretta a me mentre il suo capo inerte vá all'indietro
< Gaetano non puoi > dice Gianna
< Non l'interessa! > sbraito e negli occhi di Sara vedo approvazione.
Mia madre si avvicina e appoggia la testa di Claudia sul mio petto,alzo un po' il braccio tenendola ferma ed esco dalla camera.
Solo ora mi rendo conto che dalle braccia a penzoloni di Claudia cadono minuscule gocce di sangue che sembrano seminare il pavimento.
Gianna mi affianca e mi guarda triste,annuisce < In fondo a destra > dice.
Camminiamo nel corridoio a passo sostenuto;la gente ci guarda impietrita.
Non è una scena che tutti i giorni si verifica negli ospedali,forse mai.
Alcuni si danno delle gomitate indicandoci < Povera ragazza,è morta > dicono in certi.
Ah quanto vorrei fermarmi e dir loro che Claudia è viva,che a giorni uscirà dall'ospedale e diventerà mia moglie e che vivrà a lungo,vivremo felici.
Non mi fermo però, mi limito ad uno sguardo fulmineo,non posso assolutamente permettermi di perdere tempo,Claudia ha bisogno del mio aiuto ora.
< Vieni di qua > dice Gianna aprendo una porta,è l'anticamera della sala operatoria.
< Mettila su quella barella lì! > dice iniziando a lavarsi le mani in un enorme lavandino d'acciaio.
Faccio come dice e subito due infermiere le tolgono la vestaglia ormai zuppa di sangue e la mettono in un bidone.
Ha le cosce,le gambe completamente sporche di sangue, è una scena così, così straziante,non riesco ancora a crederci.
Le accarezzo la fronte e mi piego
< Piccolina sta' tranquilla,andrà tutto bene ma tu promettimi di mantenere duro e di rimanere qui con me e Alessandro,promettimelo Claudia e ti giurò che ti sposerò non appena uscirai da qui. Solo io e te > le sussurro all'orecchio e la bacio.
Vorrei tanto che rispondesse al mio bacio,vorrei che mi mordesse il labbro inferiore e che la sua lingua si intrecciasse alla mia,ma no,non è possibile.
Le sue labbra gelide hanno assunto un colore violaceo,si scontrano con il calore del mio corpi, in questo bacio provo emozioni mai provate fin ora,só per certo che non sarà l'ultimo bacio,o almeno,me lo auguro con tutto me stesso.
< Gaetano devi uscire ora > dice Gianna mettendomi una mano sulla spalla
< Promettimi che la salverai,promettimelo >
< Te lo prometto > dice tentando un sorriso.
Esco fuori e vedo delle donne pulire il corridoio dalle gocce di sangue che si sono riversate poco fa.
Mi rinchiudo nel primo bagno che trovo e mi guardo allo specchio, la mia camicia è sporca di sangue,come anche i pantaloni. Il mio volto è impassibile,non esprime emozioni,non só il perché ma non riesco a sfogare le mie frustrazioni,mai.
Mi lavo le mani,il lavandino si macchia di rosso.
Mi lavo il viso più e più volte e mi siedo sul water a fissare il pavimento bianco.
E se Claudia non ce la facesse?
Come potrei io crescere un neonato da solo? Come potrei vivere?
Un attimo,ora che ci penso: mio padre ha donato del sangue da dare a Claudia in caso di bisogno e allora perché non le hanno fatto una trasfusione?
Mi alzo di scatto,sono furioso,come hanno potuto dimenticarsi?
< Devo assolutamente parlare con qualcuno! > sbraito,esco fuori sbattendo la porta.
Cammino a pugni stretti,sono furioso,se trovo quel deficiente che si è dimenticato di farle una banalissima trasfusione non risponderó delle mie azioni!
< La caposala dov'è? > chiedo ad un'infermiera
< Sono io,mi dica pure > dice cordiale
< Bene,la mia compagna ha partorito da quasi un'ora e ha avuto un'emorragia,ora è in sala operatoria in condizioni critiche,e mio padre aveva donato del sangue in caso ce ne fosse stato bisogno,ma nessuno le ha fatto le trasfusioni. Mi vuole spiegare il perché? > sbraito
< Beh,non só cosa dirle,non ero presente > dice quasi intimorita
< Glielo dico io allora,la mia compagna sta per morire e voi siete solo degli incompetenti! Se Claudia muore vi farò causa! >
< Provi a parlarne con il primario o con chi era presente al momento del parto >
< Il primario è in sala operatoria, sta provando a salvarle la vita. C'era Alessandra,l'ostetrica. Devo parlare con lei? >
< Si,parli con lei che di sicuro ne sà più di me. Può trovarla in quella stanza lì > dice indicandomi una porta sulla sinistra.
Mi fiondo nella stanza e trovo Alessandra seduta alla scrivania con un plico di documenti tra le mani.
< Non le hanno insegnato a bussare? > dice stizzita
< Senta,dopo penseremo alle regole di cortesie. Claudia stá male! >
Alessandra si alza di scatto
< Dov'è? > chiede preoccupata
< Arriva troppo tardi. È in sala operatoria ed è grave! Perché non le ha fatto una trasfusione di sangue? Avete persino portato mio padre nel laboratorio e gli avete tolto una sacca di sangue! Perché? > chiedo stringendo i pugni sulla scrivania
< Beh.. Non pensavo ce ne fosse bisogno,la ragazza stava benissimo > dice tremando
< Invece no! Claudia stá malissimo e tutto per colpa sua! Solo sua! > sbraito
< Io.. Io non so come sia potuto succedere > dice con le lacrime agli occhi
< Come? Lei non lo sà? Ma se ne rende conto? Le pare normale? Come può dire che non lo sà? Come? È un incompetente! Preghi che Claudia sopravviva altrimenti le farò passare le pene dell'Inferno! > dico andando via e sbattendo la porta furiosamente lasciando Alessandra in balìa delle mie parole dure.
Mi passo una mano tra i capelli e decido di tornare in camera per vedere come sta Alessandro, il nostro Alessandro.
Sento il pianto di un neonato.
Entro in camera e vedo mia madre in piedi intenta a cullare Alessandro che però non ne vuole sapere di smettere di piangere.
< Penso abbia fame > dice mia madre e poi alza la testa.
Ha il volto rigato dalle lacrime,tenta un sorriso mentre Sara,Rosy e Monica tengono la testa bassa,le sento singhiozzare.
Mi avvicino e prendo Alessandro in braccio.
Ho paura di fargli del male,sono molto cauto. Mi siedo su una sedia a dondolo e lo guardo.
È un piccolo fagottino dal viso roseo,ha le labbra sottili e chiare proprio come quelle di Claudia.
Mi dondolo sulla sedia tenendolo stretto al mio petto,sembra essersi calmato, sorrido nel guardarlo,ha i capelli chiari come quelli di Claudia,è davvero tenero.
< Amore,come sta Claudia? > mi chiede mamma mettendomi una mano sulla spalla
< Ha detto Gianna che ci farà sapere > dico annuendo ma senza guardarla
< Tu come stai? >
< Mamma,sto... Bene >
< Perché non vai a casa a riposarti un po'? >
< No,voglio,devo restare qui,per Claudia > dico alzando la voce e Alessandro inizia di nuovo a piangere,lo cullo ma non smette
< E sta' zitto! > sbraito
Sara mi viene vicino e lo prende tra le braccia cantandogli una canzoncina, ma niente da fare, continua a strillare.
Non ne posso più di sentirlo piangere,forse se non era per lui Claudia ora starebbe bene,non sarebbe successo tutto questo.
Arriva la caposala
< Ho sentito il bambino piangere,è tutto okay? > ci chiede
< Insomma,continua a piangere e non sappiamo come farlo smettere > dice Sara
< Forse ha fame,la madre è lei? >
< Io,io.. No,sono la zia > dice trattenendo le lacrime
< E la madre del bimbo? > chiede ancora.
Mi alzo di scatto,sono furioso
< È in sala operatoria > dico stringendo i pugni, mi prudono le mani
< Ah,è la ragazza di prima.. Beh,chiedo alla pediatra > dice ed esce
< Non ce la faccio, scusate > dico con le lacrime agli occhi e uscendo fuori.
Ho la vista appannata,sento le lacrime colarmi lungo le guance,il mento e il collo.
Mi siedo nella sala d'attesa,vicino a me ci sono delle persone che mi guardano stringendo le labbra, amareggiate.
Con i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani piango,silenziosamente.
I miei nervi sono crollati ora, non posso reggere ancora a lungo,me lo sento.
Sono come un'isola sulla quale è passato un uragano, un'isola devastata.
Se Claudia non ce la facesse come potrei crescere quel bambino?
No,non devo pensare al peggio,non devo.
Devo essere forte per lei,non devo abbattermi.
Ripeto all'infinito queste frasi provando a convincermi,ma è così difficile non pensare al peggio...
Sento una mano posarsi sulla mia spalla < Ehi,ti ho portato un caffè > dice cordiale.
Alzo il capo.
< Grazie Monica > dico bevendo tutto d'un fiato il caffè, poso il bicchiere vuoto sul tavolino e con la coda dell'occhio mi guardo in giro,hanno tutti lo sguardo basso,non mi guardano. Meglio così.
< Gaetano ascolta > dice prendendo le mie mani tra le sue < Va' a casa a riposarti, sei distrutto sono sei ore che sei qui,stamattina sei anche andato a scuola. Hai bisogno di abiti puliti,non puoi restare così, rimango io qui, ti avviso non appena ci sono delle novità >
< No Monica no,voglio rimanere qui. Voglio essere presente quando Claudia esce dalla sala operatoria >
< Ma pensaci,quanto potrai ancora reggere? Un'ora? Due? E cosa avrai concluso? >
< No,ho detto che rimango qui e lo faccio > dico alzando la voce
< Come vuoi,rimango anche io con te,non vi lascio soli > dice e mi abbraccia.
< Ah,un'altra cosa, è venuta la pediatra e ha detto che Alessandro ha bisogno di mangiare, Rosy si è offerta di allattarlo,per te va bene? > chiede staccandosi da me
< Si.. Va bene > dico e le asciugo le lacrime con i pollici.
Torniamo in camera.
Appena entro annuisco.
Rosy prende il bambino tra le braccia e si sbottona la camicia,lo attacca al seno e finisce di piangere, sembra essersi calmato.
< Grazie Rosy,grazie mille > dico avvicinandomi,le bacio la fronte e accarezzo il mio piccolo fagottino.

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