Capitolo 10. Il tempo passa

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23 settembre

Ed oggi sono tre mesi.
Tre mesi di pianti.
Tre mesi di disperazione
Tre mesi di angoscia.
Tre mesi di ricerche.
Tre mesi d'inferno.

Non fanno altro che somministrarmi calmanti.
Dormo dalla mattina alla sera, sono sempre da sola con Iolanda che fa di tutto per farmi mangiare benché la voglia di vivere sia smarrita,lo faccio solo per Ambra,questa creatura non ha colpe.
Mancano ancora due mesi al parto, spero che passino il più in fretta possibile, lo spero per lei,una volta al mondo allieterà la vita della famiglia, ma di certo non la mia,solo allora potrò lasciarmi definitivamente andare.
Gaetano è sempre a scuola,ogni scusa è buona per rimanervi anche il pomeriggio,è così evidente il suo continuo evitarmi,sembra quasi che mi ritenga la responsabile di tutta questa storia benché io non abbia nessuna colpa,sono anche io una vittima.
Mi hanno portato via il mio bambino,non sappiamo nulla, il buio più totale.

La settimana scorsa il Capitano dei Carabinieri della stazione locale ci ha dato un'idea,fare un appello in tv. Non sappiamo nulla,non abbiamo novità riguardo il rapimento di Alessandro,sappiamo solo che una donna ha lo prelevato all'asilo e che molto probabilmente è complice con Fioretti,il mio ex professore di filosofia. Ma chi è questa maledetta donna? Non abbiamo nessun'idea,non conosciamo poi tanta gente e tantomeno persone alle quali abbiamo fatto torti e che potrebbero avercela con noi a tal punto da sequestrare un bambino.

La disperazione è tanta,mi basterebbe anche solo sapere che è vivo. Già,il rischio che sia morto è elevato...

*inizio flashback* Due mesi prima

< Tu non vuoi ammetterlo neanche a te stessa,ma sai meglio di me che potrebbe essere morto! Cristo,lo sai anche tu! > sbraita Gaetano. Non ci avevo pensato. Morto? Il mio bambino?

< No Gaetano! No! Lui è vivo,lo so. Una madre sente certe cose > provo a difendermi

< Ma per favore Claudia,non ci credi neanche tu. Devi renderti conto che questa realtà,anche se dura è molto probabile! > urla infuriato

< No! Non può essere,è impossibile! Ma che cazzo vuoi eh? Farmi stare ancora più male? > dico,le lacrime scorrono copiose

< Dico che... > si ferma

< Cosa dici? Eh? Su,parla! >

< Dico che è colpa della tua superficialità,ancora una volta! > sbraita

< Colpa mia? Ma per favore! Dai sempre la colpa a qualcuno perchè non accetti gli sbagli. Ora dai la colpa a me! Io sono la madre dei tuoi figli! Te ne rendi conto,si? >

< Sai che c'è? Io me ne esco! > urla agitando le mani per aria. Prende la giacca di jeans e se ne va sbattendo il portone. Mi accascio a terra. In lacrime. Ma cos'ho fatto per meritarmi tutto questo?

< Claudia,alzati,vieni > mi dice Iolanda aiutandomi ad alzarmi,mi conduce sul divano e mi porge un bicchiere di thè al limone.

< Tutto bene? > mi chiede premurosa. Mi limito ad scuotere la testa.

< Su,riposati un po'. Non badare ai suoi scatti d'ira,sai com'è fatto >

< Si,ma questo non lo autorizza ad incolparmi ogni volta per qualsiasi cosa accada > dico soffocando un nodo in gola

< Oh Claudia,lo so e lo sa anche lui,sa che non hai nessuna colpa,ma è così frustato che si sfoga così seppur sia terribilmente sbagliato > mi dice e va' in cucina a riordinare le stoviglie.

Capisco il suo stato d'animo,capisco che sia triste e furioso,ma non può prendersela con me ogni volta,anche io sono una vittima di tutta questa storia.

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