Part 3.

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«Niall, dove hai messo i pennarelli?» chiede Liam, aprendo i cassetti della cucina con gesti secchi e affrettati. È in ritardo per il suo primo giorno in Pediatria e l'aver perso i pennarelli sicuramente non aiuterà a fare una buona impressione sui colleghi. Sbuffa spazientito e si volta di scatto, aprendo la bocca per gridare di nuovo il nome dell'ormai marito, ma si blocca, trovandolo al proprio fianco con un astuccio a forma di giraffa tra le mani e un sorriso enorme a illuminare gli occhi azzurri.
«Sei un idiota; era sul tavolo» lo scimmiotta, porgendoglielo con una risata.
Liam si calma immediatamente; si lascia avvolgere dal calore di quel riso e si avvicina per stringerlo in un abbraccio, ignorando l'astuccio tra le mani del biondo.
«A cosa devo l'onore?» domanda egli, alzando il braccio libero per portarlo sulla schiena del marito, ridendo ancora. Da tre anni a quella parte, ormai, Niall illumina qualsiasi cosa sia nel suo raggio d'azione. E tutto grazie alla vista riacquistata.
Sono stati anni duri e lunghi; Niall ha sofferto, ha sorriso e ha pianto. Niall ha vissuto e ha vissuto profondamente, fino a quando una mattina non aveva aperto gli occhi, guardando la sveglia sul comodino alla sua sinistra, e aveva gridato: "Liam sei in ritardo!". In quel momento, nella fretta generale, nessuno dei due si era reso conto di quanto appena verificatosi. Liam era andato al lavoro ed era rincasato due ore più tardi del solito, giusto per coprire quelle perdute la mattina; aveva trovato Niall seduto in divano, con qualcosa tra le mani e Zayn, Harry e Louis attorno a lui. Tutti e tre in lacrime. Si era accigliato e aveva palesato la sua presenza con un banale: "È morto qualcuno, per caso?". Ricorda perfettamente Niall alzare il capo, voltarsi in sua direzione e commentare la sua cravatta – a suo parere oscena. Ricorda perfettamente di aver lasciato cadere la ventiquattr'ore e di essersi portato le mani alla bocca, sorpreso, emozionato, felice. Perché Niall vedeva. Niall vedeva e non aveva bisogno di occhiali scuri per via dei colori, ancora troppo forti per le sue retine. Ricorda perfettamente l'emozione provata e il modo in cui quella notte avevano fatto l'amore, guardandosi veramente. È tutto impresso con chiarezza nei suoi ricordi, così come ogni singolo sorriso dispensato da quell'istante in poi; pieno di vita, pieno di allegria e di quella genuina serenità che credeva di non poter toccare mai più con mano.
Niall sorride, contro il suo petto enorme, e il mondo si illumina.
«Ti amo così tanto...» sussurra sulla sua pelle, baciandogli il collo con lentezza. Traccia una scia umida che si spande fino alla clavicola e sente il biondo rabbrividire sotto al proprio tocco, esattamente come la prima volta. Solo che è diverso; questa volta è piacere, non paura. E Liam è piuttosto soddisfatto di sé, del lavoro svolto e del rapporto che è riuscito a instaurare con quel ragazzo tutto pepe e Irlanda.
Come suo solito, il biondo non risponde; si limita ad arrossire e a spostare lo sguardo, imbarazzato, così Liam gli posa una mano sulla schiena e l'attira a sé, posando l'astuccio sul tavolo alla loro destra e sollevando Niall sul bancone alla sua sinistra. Gli prende il volto tra le mani e giunge le loro labbra senza dargli il tempo di formulare alcun pensiero; con i palmi sulle guance e le gambe del marito attorno ai propri fianchi, si lancia alla ricerca della lingua dell'irlandese, trovandola senza alcuna fatica. Lo bacia lentamente, lasciando che i muscoli si godano quella danza sensuale e al sapore di lenzuola appena cambiate – Niall si è appena alzato, del resto. È ancora in pigiama, con i capelli scompigliati e gli occhi che portano ancora qualche residuo di sonno. Le mani scivolano poi sul collo, infilandosi sotto la maglietta bianca che indossa; gli sfiora ogni singolo centimetro di pelle, premendo con i polpastrelli ma senza fargli male, come se volesse imprimere nella mente ogni singolo centimetro del suo corpo. Lo bacia con passione, con voracità e con gentilezza, perché Liam è sempre gentile, anche quando si lascia trascinare dal sentimento. Lo bacia a occhi chiusi e con un sorriso dolce stampato sul volto sereno, perché Liam è genuinamente felice.
«Lee» lo chiama Niall, tra un bacio e l'altro. «Lee, farai tardi» mormora sulle sue labbra, sorridendo appena.
«Nah, non importa». E usa quel tono di voce roco e basso che impiega solo quando è eccitato, quando sono a letto insieme, pronti a scambiarsi gli umori e a sentirsi inverosimilmente vicini. Niall sa cosa sta per succedere e non fa niente per impedirlo. Gli circonda solamente il collo con le braccia e si avvicina a lui, strofinando i loro nasi e riprendendo a baciarlo; con nonchalance, si struscia appena contro il suo corpo e Liam geme, mordendogli il labbro inferiore.
«Non ti permetterò di fottermi qui e ora, quando sei in ritardo per il tuo primo giorno in Pediatria» sussurra il biondo, con gli occhi socchiusi, mentre Liam mordicchia lievemente il mento per poi scendere lungo il collo e la spalla con una lentezza esasperante.
«Come sei volgare, amore» risponde, calcando sull'appellativo con una punta di ironia.
Niall ride e sposta Liam da sé. Gli passa le mani sul petto e si perde nel suo viso con una punta di barba, il neo sulla guancia sinistra, il naso a patata, le labbra rosee e gli occhi piccoli, scuri e color del cioccolato. È sempre nuovo, anche se è un volto che inquadra ogni giorno da cinque anni a quella parte. Gli passa una mano tra i capelli castani e sorride di nuovo, come se non sapesse fare altro. Finalmente può vederlo; è esattamente come lo ricordava, persino migliore di quanto le foto su Facebook gli avessero fatto pensare. Gli piace, lo ama ogni giorno di più. Gli deve la vita, per non dire molto altro, perché senza di lui non avrebbe mai avuto il coraggio di farsi operare, di affrontare la convalescenza e la paura di non poter più tornare a vedere. Non sarebbe dov'è ora, se Liam non fosse stato al suo fianco, paziente e fermo nelle sue decisioni e nelle sue convinzioni.
«Vai, ho detto» lo rimbecca, spingendolo ancora all'indietro, senza però togliere le gambe dalla sua vita.
«Voglio una garanzia».
Niall sbuffa divertito e scuote il capo; avvicina le labbra alle orecchie di Liam e sussurra solamente: «Stasera».
Soddisfatto, il castano porta le mani sulle cosce dell'irlandese e le abbassa, annuendo.
«Guarda che ci conto, eh!»
Un sorriso, un bacio e un "ti amo" prima che il castano afferri la ventiquattr'ore, l'astuccio a forma di giraffa, la giacca elegante che indossa ogni volta sopra alla camicia e si incammini verso l'ingresso, la cui porta richiude poco dopo alle proprie spalle.
Niall rimane solo come ogni giorno; sospira e scende dal bancone. Si aggiusta i pantaloni, ora leggermente più stretti, e si incammina nella camera al piano superiore, allestita a sala di musica. Sale i gradini e sente ancora quel brivido, quella vertigine scuoterlo da capo a piedi; si aggrappa al corrimano e chiude le palpebre, prendendo un respiro profondo. Non è ancora abituato a salire le scale a occhi aperti; gli provoca capogiri abbastanza forti, ma quando arriva in cima e guarda giù, tutto torna improvvisamente al posto giusto e Niall si sente felice, pieno, vivo.
Prende in mano la chitarra e si siede sul davanzale interno della finestra, poggiando la fronte contro il vetro e prendendo a suonare la canzone, la sua canzone, quando una malsana idea gli passa per la mente. Abbandona lo strumento, si mette a rovistare tra i numerosi cassetti ed estrae quello che è stato il suo primo kit di registrazione; Liam glielo aveva comprato per Natale senza nemmeno sapere cosa cercasse realmente il biondo. Era qualcosa di estremamente primordiale, ma a Niall era piaciuto comunque. Era stato il suo punto di partenza, del resto. Sorride, guardandolo, e lo poggia accanto al davanzale, sistemandolo e preparandolo per la registrazione. Lo avvia e si risiede, prendendo tra le mani la chitarra e cominciando a suonare "Song of the Sad Whale" a occhi chiusi. Non ha pensieri che gli frullino per la mente; non ha idea di cosa sia ciò che sente muoversi nel profondo. Sa solo che è perfetta, finalmente. Più di quanto non lo fosse all'esame finale al conservatorio. Non deve più preoccuparsi. La notte, tra le braccia di Liam, può dormire sereno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2015 ⏰

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Song of the Sad Whale || NiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora