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Mi spinse contro gli armadietti quando i corridoi cominciarono a svuotarsi.
Gli ultimi ragazzi rimasti si girarono inorriditi vedendo la scena, cominciando a correre verso la loro aula preferendo subire un'ora di lezione che venire pestati da Harry Styles.

"Ciao frocetto," disse Harry con un ghigno in faccia.

Abbassai lo sguardo per la vergogna e la paura. Qualunque cosa io faccia è una scusa per picchiarmi.

"Guardami." Disse Harry avvicinandosi a me. Mi sentii il sangue gelare.
Cominciai a tremare quando Harry si mise proprio di fronte a me.
"Baby doll, guardami." Mormorò il riccio contro le mie labbra.

Baby doll è il nome con cui mi chiama quando siamo soli. È talmente fastidioso che quasi mi piace, ed è meglio che essere chiamato 'frocio', già perché essere gay ti rende sfigato.

"N-non chiamarmi così." Risposi cercando di essere il più serio possibile.
Alzai lo sguardo per incontrare un Harry sorridente, ma allo stesso tempo arrabbiato.

Ho paura di Harry, ma non così tanta da non potergli rispondere. Pure io ho un po' di dignità.

"Come vuoi che ti chiami?! Frocio? Perché posso tornare a chiamarti così Tomlinson."
Sghignazzò. Quanto lo odio.

"Posso andarmene ora per favore? Se vuoi picchiarmi per favore fallo subito"
Sbuffai, lui rise.

"Come mai così ansioso, bambolina?" Mi prese per i fianchi, spingendomi contro il muro.
"Non sapevo che ti piacesse essere picchiato"

"Infatti non mi piace" risposi. "Ma non posso permettermi di saltare altri giorni di scuola. Domani abbiamo una verifica"

Sorrise maliziosamente. "Perché oggi non fai un salto a casa mia?"
"Non posso. Esco con mia madre." Mentii.

"Oh e cosa andrai a comprare? Niente?" Doveva proprio ricordarmi della mia situazione economica?.

Aprii la bocca per dire qualcosa, quando Harry si avvicinò per lasciarmi dei baci sul collo. Chiusi i miei occhi e mi morsi il labbro quando cominciò a succhiare sul mio punto debole, facendomi gemere. Sorrise contro il mio collo, poi si allontanò.

Si passò una mano nei capelli. "Vai in classe bambolina"

Lo fissai per un momento prima di correre via ed andare in classe.

Finita l'ora di lezione, mi trattenni un po' a parlare con il professore sul test del giorno successivo, poi camminai velocemente al mio armadietto per prendere i libri per l'ora successiva.
Ad aspettarmi c'era lui.

"Hai i miei compiti?" Mi chiese, come se il fatto appena successo non fosse mai accaduto.

"I-io veramente.. Mi s-sono dimen-" non riuscii a finire la frase che il ragazzo più grande mi tirò un pugno nello stomaco. Mi piegai in due dal dolore cadendo sul pavimento, ma lui continuò ancora, tirandomi dei calci in pancia.
Cominciai a piangere singhiozzando, pregandolo di fermarsi, ma non mi ascoltò e continuò a fare ciò che più gli piaceva.
Mi prese per il colletto e mi alzò da terra, sbattendomi ancora contro gli armadietti.

"Ci vediamo domani, baby doll," sorrise dandomi un bacio sulla fronte e mettendomi a posto il colletto della camicia ormai sporca di sangue.
Poi si diresse fuori da scuola, con il suo solito pacchetto di sigarette e corse dal suo gruppetto di amici.

Io cominciai ad incamminarmi verso il bagno, ed arrivato mi sciacquai la faccia con acqua gelida ed andai in classe, chiedendo scusa alla professoressa per il ritardo.

'Ed anche oggi è andata' pensai tra me e me.

**
"Psss" sentii qualcuno chiamarmi dai banchi in fondo.
Non voglio girarmi, sarà una delle solite prese in giro.
"Hey Louis"
"Louis, girati"
"Louis girati cazzo" e così feci.

"Cosa vuoi?" Domandai.
Era Seth.
Stava seduto in un banco da solo in fondo alla classe.

È l'unico che non mi prende in giro per il mio orientamento sessuale, anzi, mi dice sempre che è geloso di me, poiché io ho avuto il coraggio di fare coming out, senza l'aiuto di nessuno. Nessuno che mi potesse appoggiare o consigliare su questa decisione.

"Oggi vieni a casa mia?"

Sorrisi. "Va bene. Alle 4?"

"Alle 4" sorrise anche lui.

Mi girai di nuovo verso la lavagna, non vedevo l'ora che arrivassero le 4.

***
"Mamma io esco!" Urlai a mia madre che si trovava al piano di sopra.
Lei mi è stata vicina, rispettando me e le mie decisioni, sempre.

"Va bene tesoro. Per che ora torni?"
Domandò.

"Non so, ti faccio sapere con un messaggio!"
Chiusi la porta di casa, e cominciai a camminare verso casa di Seth che fortunatamente non si trovava molto distante dalla mia.

Quando quasi ero arrivato, una macchina bianca accostò vicino a me.
Il finestrino dell'auto si abbassò, rivelando una figura con dei folti capelli ricci.
"Hey frocetto vuoi un passaggio?"

Harry.

"No, sono quasi arrivato." Sorrisi falsamente.

"Ma tu non abiti qui."

Sghignazzo. "Sto andando da Seth."

"Seth?" Domandò. "Chi cazzo è Seth!?" Urlò il riccio scendendo dalla macchina.
Cominciai a correre, ed entrai in casa di Seth senza nemmeno bussare.

Domani me l'avrebbe fatta pagare.
Merda.

813 parole.

Ciao!
Se ci sono errori fatemelo sapere!.

I pensieri delle persone saranno al presente, perché è più figo.

Louis in questa storia è più piccolo di Harry.
Louis 18
Harry 19

Spero che la storia vi piaccia, magari lasciate un commento e un voto? Tanto per capire se continuare o no:3.
E magari se la storia vi piace, ditelo alle amiche. E se non vi piace fate finta che vi piaccia e ditelo alle amiche.
Grazie!
Ale :,).

Baby Doll ||LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora