Chapter 2- I don't need help.

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Liam Payne.
Quel nome, che mi aveva sempre provocato forti emozioni, brividi, chiudeva l'elenco piuttosto breve.
Lo rilessi più volte, sbattei le palpebre, sperando non fosse un'allucinazione, e, quando mi resi conto di essere nella realtà, sorrisi. Era questo l'amore?
Sarebbe stato un grande passo per me. Dare ripetizioni di matematica al ragazzo che amo, non ci credevo.

Tornai in classe, sedendomi, come mio solito, accanto a Louis, e gli rivolsi un sorriso, che credo lo insispettì, visto che aggrottò le sopracciglia. Ma, nonostante ciò, ricambiò il sorriso.

«Devi dirmi qualcosa?»mormorò, avvicinandosi al mio orecchio. Stavo cercando di seguire la lezione, ma, quando Louis mi rivolse parola, non riuscii a fare a meno di sorridere, per l'ennesima volta in quella giornata. Cercai di ritrarre il sorrisetto dipinto sul mio volto, e gli feci un gesto con le mani, come per dire che gli avrei spiegato tutto dopo.

**

«Adesso, posso sapere il motivo della tua felicità?»chiese Louis, addentando un panino al prosciutto. Eravamo appena tornati da scuola, e stavamo morendo di fame, così era rimasto a casa mia. Intuii subito fosse un modo per parlare della mia "felicità improvvisa".

«Non c'è un motivo.»mentii, cercando di nascondere un sorrisetto malizioso. Lui alzò un sopracciglio, alzando leggermente gli angoli della bocca, e io scoppiai in una fragorosa risata. «Okay, c'è un motivo.»affermai, cercando di ritornare serio, lui scoppiò a ridere subito dopo. «Siamo due coglioni.»commentai, ricominciando a ridere senza ridere.

«Darò ripetizioni di matematica a Liam.»esclamai, con un ampio sorriso, mentre lui mi guardava con un'espressione che era un misto tra stupito ed entusiasta.
«Scherzi?»domandò, incredulo, ed io scossi la testa.
Già immaginavo, noi due seduti vicini, molto vicini, mi eccitava quasi il solo pensiero di vederlo concentrato, per risolvere un'equazione, e magari, non riuscendosi, l'avrei aiutato io, portando la mia mano sulla sua.

«Magari diventerete amici!»disse entusiasta, facendo un giro attorno al tavolo, per poi prendere una bottiglina d'acqua dal frigorifero. «Non credo.»dissi pensieroso.

Fece spallucce e borbottò qualcosa, portando la bottiglia alle sue labbra sottili.

**

«Non ho bisogno di ripetizioni!»alzò la voce Liam.
Eravamo seduti in aula dei professori, noi due vicini, il professore era di fronte a noi, e guardava Liam con uno sguardo seccato. Situazione imbarazzante, pensai.

«Non riuscirà mai a recuperare senza il suo aiuto, Payne, quindi, lo ringrazi.»

«Grazie. Ma, no. Ce la farò da solo!»esclamò, alzandosi in piedi, guardando l'insegnante dritto negli occhi, con un'aria di sfida.

**
«Non sono così male in matematica...»disse, con le mani nelle tasche del giubbotto, Liam.
Ebbene, sì, ci stavamo dirigendo verso casa sua, dove avremmo studiato. Il ragazzo accanto a me aprì la porta, e mi fece entrare. Rimasi sbalordito alla vista della casa di Liam, era bellissima, in ordine, e graziosa.
Porsi la giacca a Liam, quasi non ci credevo. Fino a ieri non sapeva neanche della mia esistenza, e, in quel momento, ero in casa sua.

È per la scuola Zayn. Solo per scuola, mi dissi.

Salimmo al piano superiore, io dietro il castano, che mi guidava verso la sua camera.
Era grande quanto tutta la mia casa. C'era un armadio enorme, con uno specchio altrettanto enorme, dov'era riflesso il grande letto matrimoniale, ricoperto da un lenzuolo bianco, e vari cuscini bianchi e neri.
Ovviamente, non poteva mancare una tv enorme e un tavolino di legno, con tre enormi poltrone, ed uno scaffale dov'erano i libri.

Liam mi ordinò di sedermi sul bordo del letto, accanto a lui, ed io, con fare tremante, feci quello che mi disse.
Deglutii, notando la piccola distanza tra di noi, se solo mi fossi girato, le mie labbra sarebbero state sulle sue, così, strisciai sul materasso verso il lato opposto.

«Allora..»balbettai, alzandomi. «Dovremmo iniziare a fare le equazioni.»dissi, non ero mai stato un tipo timido, ma con Liam, era tutto diverso, la sua presenza mi rendeva nervoso.

«Che fretta hai?»domandò alzandosi, poggiando le mani sui miei fianchi, avvicinandomi a lui. Ridacchiò, quando vide la mia espressione sorpresa e spaventata. Si avvicinò, i nostri nasi si sfiorarono, e, per un momento, credetti che mi stesse per baciare. Invece, si allontanò di scatto, sedendosi su una delle poltrone. «Già, dovremmo proprio iniziare a studiare.» constatò, aveva il gomito appoggiato sulla poltrona e la testa sulla mano destra, e mi guardava con aria divertita.

Mi rendeva così nervoso la sua presenza.
Annuii e lo seguii, cercando di dimenticare ciò che era appena accaduto.
Afferrai il quadernone, e, con le mani che tremavano, lo aprii. Sentivo lo sguardo del ragazzo bruciare su di me, e cominciai a sudare. C'era un silenzio tombale, che rendeva la situazione più imbarazzante di quanto non fosse già.

«Perché non cominci a svolgere quest'esercizio?»proposi timidamente, con un tono di voce più basso del solito.
Sbuffò, poi però prese una penna nera e cominciò a scrivere sul quaderno, bloccandosi ad un certo punto, poi, mi lanciò un'occhiata.«Mi dai una mano?»chiese, non c'era malizia nel suo tono, anzi, aveva un tono innocente.
Gli annuii, e afferrai la penna, facendo sfiorare le nostre mani, rabbrividii al contatto.

Gli spiegai con cura l'esercizio, e lui, fortunatamente, sembrò capire.
Dopo due ore di matematica, tornai a casa, salutando Liam timidamente con la mano destra.
Quando tornai a casa, mi precipitai nella mia stanza, buttandomi sul letto, facendolo cigolare.
Fissai il soffitto per attimi che parvero anni, ancora dovevo capacitarmi di ciò che era appena successo.
Liam Payne ci aveva provato con me?

Non ci ho mai capito granché di queste cose, così, decido di chiamare Louis. Lui ha un ragazzo.

«Quindi? Cosa vorrà dire?»

«Sai com'è fatto Liam Payne. Vuole solo sesso.»disse con acidità.
Sospirai, dalle voci che c'erano in giro, Liam Payne sembrava un soggetto poco raccomandabile.

«Non sarà significato nulla per lui, quindi?»domandai con un velo di tristezza.

«Detesto vederti stare male, ma, probabilmente, per lui non ha significato nulla.»concluse, dalla sua voce si inutiva fosse dispiaciuto. Cominciai a torturarmi le mani, strappandomi le pellicine. «Forse hai ragione.»

••

C'est moi.

Come state? Allora, è uscito FINALMENTE l'album, che io sto adorando, la mia preferita è if i could fly, ma ci sono anche long way down, i want to write you a song, hey angel, che io adoro.
Avevo finito il capitolo due giorni fa, però, con la sfiga che ho, mi si è cancellato:))
Cercherò di aggiornare presto, all the love
Sara.

Far from you. [Ziam and Larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora