Chapter 1-Yes, shit!

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Era una giornata nuvolosa, il tempo non era per niente invitante.
Mi alzai dal letto alle 7:00, mi preparai ed uscii di casa.
Ogni mattina io e Louis ci incontravamo prima di andare a scuola, davanti alla fermata degli autobus, che non era troppo lontana dalla scuola.
Cercavo sempre di uscire per le 7:45, ma non per evitare un ritardo o un rimprovero da parte dei professori, solamente perché per raggiungere scuola percorrevo una strada dov'è possibile vedere la villa Payne.

Sapevo comunque che quello che facevo era tremendamente stupido, Liam molto probabilmente, se non sicuramente, era etero, ma c'era una parte di me che mi ripeteva di provarci, perché non sarebbe andata così male. Forse?

Quella mattina non ci rimasi troppo male quando non vidi Liam uscire di casa, e continuai a camminare, controllando di tanto in tanto i messaggi.
Raggiunsi la fermata, dove non c'era anima viva, oltre al mio amico, che non sembrava affatto di buon umore.

«Buongiorno.»lo salutai sorridente, lui mi guardò con occhi vispi e le braccia ancora al petto. Sciolse le bracia e con il pugno destro mi diede un colpo debole sul braccio, ma io feci ugualmente una smorfia, non perché sentii dolore, ma perché mi colse di sorpresa. «Perché l'hai fatto?»sbuffò.

«Non vedi che ore sono? Muoviti, coglione.» feci spallucce, ignorando l'ultima parola pronunciata, e cominciai a camminare con le mani in tasca e Louis affianco a me.
Sul volto aveva incisa un'aria da duro, che smorzava la sua bellezza genuina, ma lo rendeva anche tremendamente sexy.

Non pronunciammo una parola per tutto il tempo.
«Siamo arrivati.»dissi fermandomi, seguito dal ragazzo liscio. Lo vidi sbuffare per poi cominciare ad usare il cellulare, probabilmente messaggiava con qualcuno, mantenendo i suoi lineamenti rigidi.
«Qualche...problema?»azzardai, puntò i suoi occhi azzurri nei miei color nocciola e lo vidi scuotere la testa.
Portò la mano nei capelli e li
scosse leggermente, sospirando.
«Oggi il professore di matematica porterà i compiti e..devo prendere almeno la sufficienza, altrimenti mia madre mi costringerà a cambiare scuola.»congiunse le sue labbra in una linea sottile, probabilmente per controllarsi e non scoppiare.

«Ma io non voglio che tu te ne vada!»dissi con tono stizzito, lui alzò gli occhi al cielo, irritato.«Perché, secondo te io voglio?»il suo tono di voce si alzò di un'ottava.
Stavo per aprire bocca, ma la campanella mi interruppe. «Ne parliamo dopo. Io adesso ho fisica. Ci vediamo dopo.»storse la bocca mentre pronunciava quelle parole, io annuii, guardandolo allontanarsi da me. Sospirai, per poi fare il mio ingresso seguendo il mio migliore amico.

La prima ora passò abbastanza lentamente, non ho mai sopportato inglese, credo di non aver mai prestato attenzione alla spiegazione dell'insegnante in quattro anni di liceo.
Quando la campanella suonò, mi ricordai di avere matematica. E ciò voleva dire che il professore ci avrebbe svelato i voti dei compiti fatti qualche giorno prima.
Non uscii dalla classe prima di aver salutato la professoressa, camminai frettolosamente verso il mio armadietto per sostituire i libri di inglese con quelli di matematica.

Chiusi l'armadietto e sobbalzai vendendo il viso del castano a 10 centimetri dal mio, che mi fissava, ridendo per la mia reazione.
«Adesso sapremo cosa succederà.»esclamò poi dispiaciuto. Io mi morsi il labbro inferiore, speriamo bene, pensai.

«Entriamo in classe, altrimenti non lo scopriremo mai.»lo incitai forzando un sorriso.
Lo vidi annuire leggermente, tirò un lungo respiro e fece i primi passi, seguito da me, verso la classe.
Salutammo il professore e ci accomodammo ai nostri posti.
Gran parte dell'ora la passammo mangiando le patatine del distributore o bevendo una lattina di pepsi, il professore non prestava mai attenzione alla classe.

Uno di quei professori "stupidi", che ti lasciano fare tutto, non spiegano mai, ti fanno usare il cellulare, e poi, durante il compito in classe, assegnano esercizi difficilissimi, quasi impossibili da risolvere. Nonostante ciò, me la cavo in matematica, sono uno dei pochi della classe a raggiungere sempre voti abbastanzi buoni.

«Ho portato i compiti svolti la settimana scorsa.»ci comunicò alzandosi, fissando il mucchio di fogli che aveva in mano. «La maggior parte di voi ha sbagliato completamente.» pronunciò, allora lanciai un'occhiata al mio compagno di banco, vedendolo con le mani incrociate intento a pregare.

Il professore cominciò a consegnare i compiti per fila, iniziando da Amanda Ryan e da Tyra Martin.
Proseguì, dalle facce dei miei compagni i voti non sembravano alti, ero preoccupato per Louis.
«Payne?» sentii dire quel nome, ed il mio cuore perse un battito. Liam non era in classe, probabilmente era malato. «Assente.»rispose qualcuno, il professore annuii.«Se lo vedete in giro, ditegli che ha preso tre.» disse con noncuranza, proseguendo con la consegna dei compiti.

Finalmente arrivò al nostro banco, dove posò i compiti, prima quello di Louis, guardandolo soddisfatto, e poi il mio. «Malik, dovrei parlarti alla fine della quinta ora. Fatti trovare in 3AT.»per evitare di farsi sentire dagli altri.
Guardai il ragazzo accanto a me e si, ci era riuscito, aveva preso 6.
«Sì cazzo!»mormorò, ma il professore lo sentì, quest'ultimo infatti si girò e lo rimproverò.«Tomlinson!»sbraitò, facendomi ridere, fissando Louis con sguardo irritato che tra le risate mormorava «Scusate, scusate.»

**

Qualche ora dopo mi ritrovai davanti la porta di una classe, la 3AT, per scoprire cos'aveva di tanto importante da comunicarmi l'insegnante di matematica.

Bussai alla porta, che aprii soltanto quando sentii gli alunni della classe pronunciare "avanti".

«Buongiorno.»dissi timidamente, avanzando verso la cattedra, dov'era seduto il professore, che mi rivolse un piccolo sorriso alzando gli angoli della bocca. «Allora..»borbottò, sfogliando alcune carte, per poi sfilare un foglio da una pila, porgendomelo.
«Ci sono alcuni studenti che hanno una media molto bassa, e mi stavo chiedendo, potresti aiutarli a recuperare?»domandò, poi si girò verso gli alunni intenti a chiacchierare e li zittì, poi riportò lo sguardo su di me, in attesa di una risposta.
Indugiai qualche secondo sul da fare, poi annuii leggermente. «D'accordo.»

Lo vidi sospirare, poi ricominciò a parlare.
«Qui ci sono nomi di alcuni alunni che dovrebbero aumentare la loro media. Le lascio la scelte, signor Malik.»esclamò, poi cominciò a scrivere qualcosa sul registro, e da quel gesto capii di dover andar via.
Salutai il professore e gli studenti, augurandogli una buona lezione, anche se probabilmente il professors stava per andare via, ed uscii dall'aula, con ancora il foglio tra le dita.

Mi diressi all'armadietto per prendere i miei libri, ma prima lessi la lista degli studenti su quel foglio, c'erano tanti nomi sconosciuti, probabilmente di altre quarte, ma il mio sguardo si soffermò sull'ultimo.

••
tutto il capitolo è stato scritto durante economia aziendale, dunque, perdonatemi se ci sono errori di battitura o altro
adesso riprendo a studiare per le interrogazioni di domani, lasciate una stellina e un commento, più voti e views ci sono, più sono "motivata" ad aggiornare
spero vi piaccia
all the love
Sara

Far from you. [Ziam and Larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora