1º Capitolo

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basta, me ne giro una.
apro l'ultimo cassetto del mio comodino e lo tiro via e lo appoggio nelle mie gambe, girandolo. prendo mezzo grammo dalla mia scorta dal doppio fondo che ho scavato nel cassetto. lo metto al suo posto e prendo il mio grinder ormai quasi distrutto. trito la mia 420 e smezzo una Chesterfield. una bella mista anche adesso. infilo il filtro nella cartina e rollo, lecco l'estremità e appiccico. prendo la mia clipper argentata con su scritto Amsterdam in verde e accendo l'ennesimo spinello.
adesso non mi importa di nulla, vadano tutti a fanculo, la mia erba è il mio mondo.

drin drin

un messaggio.

Messaggio da Adriana:
dove cazzo sei? ti stiamo aspettando all'anfiteatro. porta un paio di cartine che le abbiamo finite.

cazzo avevo dimenticato.
mi preparo mentre fumo anche se mi è difficile.

**

«era ora cazzo, hai le cartine negra?» sbuffa Salvatore
«il fatto che una volta ti abbia detto che mi sento negra dentro non vuol dire che lo sia» dico lanciandogli le Rizla.
ogni volta che mi chiama negra mi sento come Michael Jackson, bianca fuori e nera dentro.
sento due mani prendermi da dietro e se non le avessi riconosciute starei già gridando.
«ciao zoccola»
«sei sempre più dolce» rido
«sempre con la mia migliore amica fattona»
«vorresti dire che tu non lo sei affatto?»
«io non tengo l'erba dentro casa mia»
«dettagli»

**
«soreee»
«mi verrebbe da dire "la mia razza è figlia di uno stupro quindi non chiamarmi frate" ma mi astengo»
«sempre la più acida. come va con quella cosa?»
«ci sto lavorando»
«non metterti nei guai»
questo ragazzo mi farà impazzire, i suoi occhi mi guardano con paura. mi da un bacio in fronte e si allontana tenendo saldo il suo zaino nella spalla destra.
un altro anno è appena iniziato, e io non ce la posso fare, il primo anno in un nuovo istituto, 9 mesi in questo college minorile.
la mia storia è abbastanza complicata e qui tutti si avvicinano a me solo per una cosa: ho l'erba migliore di tutto il paese.
nessuno se non per la mia merda ha avuto intenzione di avvicinarsi a me, a tutti piace il mio personaggio ma hanno paura della persona. "sei troppo acida" "non può funzionare". i sentimenti sono debolezza, l'amore è debolezza.
«sveglia signorina» la mia rossa mi sveglia dal mio subconscio. lei è così bella. ha due occhi marroni e i suoi capelli sono lisci e lunghi fino alle spalle, non li mantiene mai del suo colore naturale, ogni volta che il suo rosso acceso scolorisce un po' mostrando il nero forte, fa subito un'altra tinta. non le piace per niente.
«che hai a prima ora?» dice prendendo il mio orario dal mio zaino.
«mh, hai tedesco. buona fortuna. io ho inglese. ci vediamo dopo, la seconda ora abbiamo entrambe letteratura con la Steven» dice scrutando entrambi gli orari
«non ne usciremo mai» mi faccio uscire dalla bocca guardando un punto fisso nel vuoto
«e perché dovremmo Regina?» dice guardando le sue converse nere
«perché due 14enni non dovrebbero pensare a quanti grammi hanno nello zainetto» dico quasi incazzata
«abbiamo una vita davanti non farti problemi, ne usciremo, prima o poi»
«prima o poi» ripeto in sottovoce
ci alziamo da uno dei due muretti che sono posti ai lati delle scale che portano all'immenso portone d'ingresso. ho fatto i salti mortali per essere qui, in questo college per minorenni al nord Italia. sono sempre stata indipendente e stare qui o stare a casa con i miei nonni non mi da differenza, anzi qui sono più libera.
entro con fare indifferente nell'aula di tedesco e senza guardare nessuno, noto un due banchi vuoti all'ultima fila. bene, sono miei. 2 minuti dopo l'aula si riempie e nessuno si è seduto accanto a me, questo è un sogno.
«Guten Morgen» richiama l'attenzione una professoressa sulla 50ina, capelli neri corti con una frangetta, gli occhi neri contornati da una matita nera molto evidente e la carnagione scura, na milf in poche parole.
toc toc
«cristo buongiorno scusi il ritardo anzi no io non dovrei essere in ritardo ma mi ero perso e non sap...»
tutti scoppiano in una grande risata quando la professoressa interviene dicendo «tranquillo capita anche a me, siediti»
no no no no
«che figura di merda» sussurra il biondino
non vorrà mica sedersi qui?!
«ciao bionda, posso?» indica il banco accanto al mio sorridendo
ora che lo noto è molto carino, ha un piercing al sopracciglio sinistro e un sorriso alquanto, mh, sexy
«beh potresti anche sederti a terra» faccio spallucce
«sarà un anno molto lungo» dice sedendosi. continuo a guardarlo, la sua giacca nera urla "sto scoppiando, troppi muscoli".
«che hai da guardare?»
«ti sto analizzando, potresti essere un terrorista»
ride scuotendo la testa
«Regina Mills»
«si?»
«come mai ha scelto il corso di tedesco?»
«l'ho fatto per mia madre» dico fiera
«sua madre è tedesca?» chiede curiosa
«lo era»

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ciao ragazzi, una nuova storia, la storia di una fattona. buona lettura. prossimo aggiornamento a 10 visualizzazioni. ciao unicorni

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