4º capitolo

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE PLEASEEE

3 anni fa
«mamma! ho fame!»
«fra poco è ora di pranzo, abbi pazienza piccolina»
«non sono poi così piccola, ho 11 anni ormai» una risata proveniente dal salotto mi fa ricordare che i miei nonni sono venuti a trovarci da qualche giorno.
«per quanto tempo state nonna?»
«quando la causa sarà chiusa e tu sarai al sicuro noi andremo via, anche se durerà altri 10 anni»
un velo di tristezza mi attraversa il cuore ma poi acquisisco subito sicurezza e rabbia.
«al sicuro deve starci quel bastardo, perché con me ancora in giro non lo è» mia nonna mi guarda con sguardo fiero mentre mr. bontà mi rimprovera «è pur sempre tuo padre» rido nel sentirglielo dire. «dovresti almeno provare pena per lui» «provo pena per chi la prova per lui» lo lincio con lo sguardo e vado in camera mia più arrabbiata che mai, come possono dirmi questo? una ragazzina di 11 anni non dovrebbe subire tutto ciò che mi ha fatto subire lui. «Regina, vieni a tavola» mi distraggo dai pensieri a cui ho prestato attenzione per almeno 7 anni e fisso il piatto vuoto, proprio come me. non riesco più a fidarmi di nessuno ed è un peccato, mi ha tradito sempre chi mi aveva accarezzata.

***

«mamma, sono pronta, possiamo andare» urlo dal piano superiore per poi scendere le scale e notare mia madre in gonna grigia lunga fino alle ginocchia, essendo molto alta non è una vista orribile, camicia nera abbinata ai tacchi neri con dei brillantini bianchi ai lati. io ho messo dei semplici jeans neri a vita alta e una camicia nera, per nascondere la maglia leggera che ho messo sotto, dettaglio molto importante.
immersa nei miei pensieri e nella rabbia penso che oggi finalmente la mia libertà avrà inizio, e niente o nessuno potrà fermarmi. arriviamo in tribunale e prendiamo posto, io vicino al mio avvocato di fronte al giudice, ancora non presente, mia madre in mezzo ai testimoni accanto i miei nonni. non degno di uno sguardo quel pezzente maniaco bastardo di "mio padre".
«ordine!» entra il giudice, un uomo di carnagione scura e tutti prendono posto e stanno in silenzio. firma delle carte e inizia a parlare «il signor Genello è accusato di abuso minorile nei confronti della piccola Regina Mills, nata il 15 maggio 2001 in Germania» vuoi anche il codice fiscale? «chiamiamo a testimoniare la madre Emma Mills» serro la mascella e guardo mia madre fare il giuramento di fedeltà e la ascolto parlare. «tutto inizio quando Regina era molto piccola, aveva solo 4 anni. il padre iniziò ad arrabbiarsi per cose futili, come ad esempio quando Regina colorava sul tavolo colorava anche esso stesso e un giorno la frustò per questo.» dice tutto d'un fiato asciugandosi una lacrima con un fazzoletto di seta bianco. la guardo fredda, senza lasciare trasparire emozioni, non merita nemmeno una lacrima. «dopo qualche mese dal primo episodio, andammo a prenderla a scuola e lui le diede uno schiaffo molto forte, tant'è che le lasciò la stampa per due giorni, appena arrivammo in macchina solo perché aveva messo le dita nel naso nonostante le dicessi in modo pacato di non farlo» «signor Genello, può spiegare a noi tutti il perché di questo comportamento?»
«se non le capiva con le buone perché non con le cattive?» scoppio in una risata fredda «continui signora Mills, ci racconti di uno degli episodi più violenti»
no. non quello mamma, ti prego, non umiliarmi.
«Regina uscita dalla doccia andò in camera sua e lì trovo il padre che la aspettava con una cintura in mano» disse singhiozzando con il viso coperto di lacrime, oh mamma, ti amo con tutta me stessa, sii forte. «la frustò per ore ed ore fino a quando non arrivai io da lavoro e chiamai la polizia ancora prima di entrare dalla porta, avendo precedentemente sentito le urla della mia bimba. entrai e mi catapultai nella stanza di Regina cercando di farlo smettere ma lui prese mia figlia e la sbatté al muro facendole venire un trauma cranico, svenne sul colpo e poi prese me e strappandomi i vestiti di dosso cercò di abusare di me ma arrivarono le forze dell'ordine in tempo. ovviamente lui disse che un maniaco era entrato in casa e aveva colpito regina e voleva stuprarmi, riuscì in qualche modo a convincere la polizia e andarono via dopo averci interrogati tutti. Regina si svegliò dopo 3 giorni ma decisero di non interrogarla perché era piccola ed era ancora malata.» «perché lei non disse la verità, signora Mills?» «mi aveva minacciata, ha minacciato di uccidere Regina e me. la mia bimba aveva solo 6 anni.» «quindi ha aiutato in un certo senso l'aggressore» l'avvocato di mio padre, mi sorprende che ne abbia uno.
dopo mezz'ora di pianto e domande tocca a me.
«signorina Mills, cosa ha da dirci»
«inutile blaterare, mostriamo i fatti» slaccio i bottoni della mia camicia e la poggio nel tavolino.
indico dei lividi nel braccio sinistro «due settimane fa, sono ancora ben visibile, mi ha strattonata dalla gambe giù per le scale.» indico dei graffi sulla spalla destra «6 marzo, un mese fa, mi tagliò la pelle con un coltello da macellaio.» indico stavolta una bruciatura sul petto, non molto grande, qualche cm di diametro «aveva appena finito di fumare una sigaretta e la buttò in giardino come suo solito, io la presi e la buttai nella spazzatura, lui prese il suo accendino e accese la fiamma esattamente qui. 2 settimane fa.»
«te ne meritavi di più» urla quell'aborto di uomo
«silenzio!» risponde il giudice «ho visto abbastanza, una ragazzina come lei ha grandi potenzialità, si vede già dal modo in cui si esprime e parla, si vede da come guarda l'uomo che le ha rovinato l'infanzia, con fierezza per se stessa e sicurezza di avercela fatta. il signor, se così si può chiamare, Genello è condannato al doppio degli anni di quanti ha passato a far soffrire la figlia e la moglie, 14 anni» «lei è un negro di merda, quella ragazza deve soffrire, non ha motivo di stare al mondo.» «razzismo e oltraggio al pudore, fanno 20 anni, vuole aggiungere altro?» dice furbo. il verme schifoso ringhia e mi guarda «ti ucciderò, lo giuro» «minacce ad una minorenne? 22 anni, portatelo in cella» amo questo giudice. viene portato via e mia madre si alza in lacrime e viene ad abbracciarmi in lacrime, ed io fiera di me stessa la stringo e le dico che sta andando tutto bene perché è così, da oggi inizia la mia nuova vita.
***
è stata una lunga giornata, mi stendo sul letto e stringo il cuscino, domani sarà un altro giorno.

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SPAZIO AUTRICE
heellllllooo peolpeehh!
nuovo capitolo un po' speciale per voi, un pezzo dei due che vi serve per capire perché adesso la nostra protagonista è così distrutta dalla vita e fuma cercando di smettere.
fatemi sapere cosa ne pensate e fate domande se non capite qualcosa.

al prossimo xoxo
-L

Storia di una fattona.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora