Per mia fortuna la scuola non era tanto lontana, soltanto qualche isolato più in là.
Controllando l'orario sul cellulare constatai che erano soltanto le 7.40 e che avevo tutto il tempo per arrivarci. Così presi le cuffie dallo zaino e misi la playlist in riproduzione casuale. Le note di Impossible mi inondarono le orecchie e il mio cuore incominciò a battere, dio mio si poteva amare così tanto una canzone?
Mentre camminavo notai che alcuni ragazzi stavano raggiungendo la scuola in bici, altri con lo skate. Sospirai, quanto avrei voluto imparare ad andare sullo skate. Insomma sembrava tutto più facile quando erano gli altri a salirci, l'unica volta in cui l'avevo fatto io invece stavo per cadere. Che figure.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi della figura che avevo davanti finché non ci andai a sbattere contro. O fu lui a sbattere contro di me, dipende dai punti di vista.
Ero col sedere a terra, non perché l'impatto era stato forte, per carità, avevo un buon equilibrio io. Soltanto che la persona in questione era sullo skate, quando sbattè -o forse fui io- contro di me, inutile dire che si sbilanciò perdendo lo skate che finì sotto ai miei piedi. Iniziavamo bene.
Strizzai gli occhi, che botta.
"Scusa, non ti avevo visto" dissi alzando lo sguardo sul mio interlocutore ed incontrando due occhi verdi che mi guardavano con curiosità.
Era un ragazzo, e che ragazzo aggiungeva la vocina che avevo in testa. Alto, con delle spalle larghe e muscoloso, dei capelli sbarazzini che gli incorniciavano il viso, gli zigomi pronunciati. Insomma, uno di quelli fighi ecco tutto.
Lui d'altro canto non fece una piega, si alzò e mi tese la mano. "Stai attenta la prossima volta" lo sentì dire con aria un po' scontrosa.
Molto simpatico dovevo ammettere. Ero sarcastica, ovviamente.
"Mh sì" dissi con noncuranza alzandomi e cercando di non rispondergli a tono, sicuramente non sarebbe stato nè educato nè la situazione ideale per mostrare il mio caratteraccio.
Sentii i suoi occhi scrutarmi da testa ai piedi.
"Sei nuova? Non ti ho mai vista da queste parti" mi chiese d'un tratto.
"Sì, mi sono trasferita un paio di settimane fa" gli dissi non distogliendo lo sguardo dal suo. Metteva in soggezione quel ragazzo, ma non era da me darla vinta a qualcuno.
"Okay." ero tentata dall'andarmene visto che lui sembrava non voler proferir più parola.
"Comunque io sono Derek, Derek Finnigan" mi disse porgendomi la mano.
Gliela strinsi. Aveva una presa decisa e salda, e non smetteva di scrutarmi.
"Alexandra" risposi, titubante se continuare o meno "Alexandra Ivanova"
Alzò un sopracciglio "Ivanova eh, non sei di qua"
Alzai gli occhi al cielo, "che intuito". Soltanto dalla sua espressione capii che non lo avevo solamente pensato, per fortuna arrivò un'altra persona a tirarmi fuori dal pasticcio. Un ragazzo che lo chiamava a gran voce e che gesticolava in sua direzione, un suo amico supponevo. Osservandolo mi venne da pensare che, se tutti i ragazzi lì a Boston fossero come loro due ah... meglio non pensarci.
Derek a quel punto prese lo skate e mi rivolse un'ultima occhiata indecifrabile.
"Ci si vede Ivanova" mi disse, calcando un po' troppo sul mio cognome, prima di partire a razzo sul suo skate.
E io ovviamente non potei che ammirare la sua figura stagliarsi da lontano. Figo sì, ma proprio strano.
Detto ciò mi avviai anch'io nella loro stessa direzione, sarebbe stata una giornata divertente. O almeno era quello che speravo.//
Secondo capitolo tutto per voi.
Magari più tardi aggiungo pure le foto di coloro che dovrebbero essere i personaggi.
Fatemi sapere e lasciate qualche commento.
Un bacio xx
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Shivers.
Romance«Sapevo che me ne sarei innamorata che -ci- avrei perso la testa, il cuore ancor prima di rendermene conto. È un controsenso, lo so, ma in fondo è quello che siamo sempre stati.»