0.2

163 17 12
                                    


Un altro insignificante giorno nella vita di Michael cominciò. Stesse abitudini, stessi volti, stessa sensazione di vuoto.

La sua vita non era altro che un susseguirsi di giorni tutti dannatamente uguali. Mai una sensazione nuova, mai un'esperienza diversa dal solito. Tutto ciò che faceva era scontato, sembrava un film visto più volte.

Quella mattina era di pessimo umore, più del solito. Non ce la faceva a vedere le persone che frequentavano la sua scuola, quindi decise di non andarci.

Il tempo era nuvoloso, faceva freddo e sembrava stesse per scoppiare una tempesta.

Michael Clifford era proprio quello. Era il freddo pungente dell'inverno, un temporale violento, ma allo stesso tempo era l'odore di quando smette di piovere o il rilassante rumore delle goccioline che sbattono sulla finestra. Era strano, poteva definirsi una contraddizione vivente.

In realtà, lui amava quando il cielo era cosi, forse perché lo descriveva o forse perché si sentiva meno solo a sapere che non solamente lui era cosi malinconico.

Quando uscì di casa, un brivido gli attraversò il corpo a causa del vento gelato. Quello era forse uno degli inverni più freddi mai avuti a Sydney. Tirò su il cappuccio per stare un po' più caldo e si incamminò verso quel tunnel che ormai considerava suo.

Quando arrivò vide qualcosa di diverso.

Una scritta sotto la frase che aveva lasciato ieri.

"And I don't want the world to see me,

'cause I don't think that they'd understand."

E poi un tratto rosso che diceva:

"When everything is made to be broken,

I just want you to know who I am."

Sbattè velocemente gli occhi aggrottando le sopracciglia. Lui non aveva scritto quelle parole, nessuno era a conoscenza di quel posto, come era possibile?

Passò una mano sulla frase, era ancora incredulo da tutto ciò. Voleva assolutamente scoprire chi era stato.

Solo dopo realizzò che chiunque fosse stato a farlo, conosceva quella canzone.

Sorrise, perché nessuno di sua conoscenza apprezzava i suoi gusti musicali, molti non sapevano nemmeno ciò che il ragazzo ascoltava.

Questo era un motivo in più per riuscire nel suo intento.

Decise di citare una canzone per sapere se quello sconosciuto si sarebbe fatto vivo di nuovo.

Passò circa mezz'ora seduto a decidere cosa scrivere; ora non poteva, anzi non voleva, scrivere qualcosa che rappresentasse il suo umore quel giorno.

Era indeciso tra tantissime canzoni, pensò anche di mettere la riproduzione casuale sul suo mp3 per scegliere, ma lui la odiava, quindi decise di no.

Finalmente si alzò e scrisse:

"They say those teenagers scare the living shit out of me.

They could care less as long as someone'll bleed."

Teenagers dei My chemical romance fu una delle prime canzoni che ascoltò quando iniziò a seguire diverse bands, quindi pensò che fosse perfetta.

Guardò la scritta e si morse l'interno guancia. Sperò davvero di trovare qualcosa il giorno dopo e non sapeva esattamente il perché, forse nel profondo sapeva che qualcosa sarebbe cambiato.

Eppure non riusciva ancora a spiegarsi come qualcuno avesse trovato quel posto.

Rimase lì ancora un po' mentre guardava la pioggia finire nell'oceano. Quelle piccole gocce che cadevano in quell'infinita distesa d'acqua. Potevano sembrare insignificanti da sole, ma messe insieme formavano qualcosa di grande, di enorme.

E Michael pensò che forse si sentiva niente perché non era parte di niente.

Magari aveva solo bisogno di qualcosa, di qualcuno, che lo facesse sentire importante essendo semplicemente sè stesso.

----------

heey gente

allora volevo ringraziarvi per le 100 visualizzazioni e i commenti al primo capitolo awaw. Fatemi sapere cosa pensate del nuovo, vi adoro

Silvia xx



Wall; mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora