I segreti di Brokeback mountain

Chapter four

''Eddai, non sarà una tragedia, ce ne sono centinaia.'' obbiettò Jack, osservando il suo amico mentre si tamponava la ferita ancora fresca. Era.. così..  carino?  Con le sopracciglia aggrottate e la mascella serrata in un'espressione di dolore dovuta al taglio sulla tempia.

''No, io.. vado avanti a fagioli.'' mormorò il biondo, quasi come se non volesse farsi sentire; il tono roco e basso. Jack, che prima era appollaiato vicino ad Ennis, prese posto sul tronco accanto a lui, davanti al fuoco e: ''Io no.'' proclamò deciso, tenendo lo sguardo fisso in avanti mentre osservava le fiammette scoppiettare e teneva la testa alta.

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E un altro giorno era passato lì sulle vette di Brokeback, nel Wyoming. Le cose stavano andando bene tutto sommato, Ennis e Jack non sembravano essere in cattivi rapporti, anzi. Era tutto sotto controllo e preciso, proprio come la mira di Ennis in quel momento, che stava insegnando a Jack come sparare ad una preda dato che lui non beccava mai una bestia. Erano accovacciati dietro ad alcuni arbusti bassi, cercando di non farsi udire dall'animale a cui il biondo stava puntando, altrimenti lo avrebbero spaventato. Premette il grilletto, chiudendo un occhio per concentrarsi sulla bestia e... in lontananza, un cervo cadde stordito a terra. Boom, era suo! Jack osservò tutto a bocca aperta, per poi gettarsi addosso all'amico entusiasta, congratulandosi per il bel colpo.

''Sei un grande!'' esclamò contento come un bambino di cinque anni che ha appena ricevuto il suo regalo di Natale. Diede uno spintone affettuoso al biondo che cadde su un fianco. Egli non si scompose minimamente, bensì tenne lo sguardo fisso sul cervo ancora a terra. ''L'hai centrato!'' urlò ancora, mentre un sorriso a trentadue denti si andava dipingendo sul suo viso. Questa volta Ennis si girò verso di lui, ricambiò la spinta, e nonostante fosse lieve lo fece cadere all'indietro.

''Sono stufo di vederti sbagliare.'' disse con aria di finta superiorità. Jack ridacchiò in tono di sfida; adorava quando l'atmosfera tra loro due era così leggera e scherzosa. Sembravano così puri quando erano insieme, e scherzavano, felici, come se si conoscessero da una vita.

Jack si rialzò da terra e si avvicinò ad Ennis. ''Muoviamoci, dai, meglio non farci beccare dai guardiacaccia!'' gli disse allegramente.

Entrambi si alzarono da terra mentre il moro stuzzicava e punzecchiava il biondo, e insieme tornarono alla tenda. Ormai, era scesa la sera.

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I due cowboy sostavano intorno al loro solito falò gustandosi il premio di Ennis, un bel cervo maschio (lo si capiva dalle lunghe corna) di quarantacinque chili! Ennis era stato proprio bravo, degno di Joe Aguirre! Nessuno dei due proferì parola; forse, erano troppo impegnati a mangiare, o forse, il silenzio parlava più di quanto volessero dire loro.

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Il mattino seguente, Ennis era già di buon'ora vicino al fuoco a preparare la colazione, quando vide Jack arrivare a cavallo da una stradina del bosco. Era sempre per i fatti suoi, e questo era parecchio irritante per Ennis, che doveva badare all'accampamento come se fosse una sorta di casalinga. Scese dall'animale, e, com'era suo solito, iniziò a lamentarsi: ''Quattro ore al giorno: due per venire giù, e due per tornare su. Scendo per colazione, poi torno dalle pecore. La sera le metto a dormire, scendo ancora per cena, poi torno dalle pecore e passo la notte a tenere lontano i coyote.'' concluse, avvicinandosi ad Ennis che continuava a cucinare per conto suo senza dire nulla. Ormai il disco non era nuovo, la storia Ennis la sapeva già, sapeva tutto ciò che infastidiva il suo amico Jack, e nonostante ciò continuava a ripeterglielo ogni giorno.

''Aguirre non può rovinarmi la vita così.'' aggiunse, prendendo posto accanto ad Ennis, sfilandosi i guanti e controllando in una caffettiera in ferro se ci fosse qualcosa da bere.