Chapter six

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Il biondo scrutò gli occhi color cielo di Jack e si sentì morire dentro: davvero non avrebbe più avuto quello sguardo su di sé? Sul suo corpo, che non chiedeva altro se non essere sfiorato? Quella consapevolezza di aver così tanto bisogno di lui lo fece arrabbiare nuovamente: rabbia mista a disperazione lo portarono a sferzare un secondo pugno dritto alla tempia sinistra del moro. Jack, per colpa del colpo si ritrovò in pochi secondi a terra, con il viso che gli pulsava a mille. Ennis, quasi barcollante, si voltò per andare a raccogliere il suo capello, rimasto a qualche metro di distanza da loro. Si voltò per osservare Jack a terra e si asciugò il sangue, che ancora scendeva dal naso, con la manica destra della camicia. Lasciò il ragazzo che tanto amava e odiava allo stesso tempo a terra, con la mano destra premuta sulla tempia dolorante. Jack non poteva credere a quello che Ennis gli aveva appena fatto, ma in fondo non lo biasimava: anche lui stava morendo dentro, solo non avrebbe espresso il suo dolore con un bel destro al ragazzo desiderato. Ma Ennis era quello che era e lui lo apprezzava così.

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Le pecore scendevano dalla montagna senza un ordine preciso, scavalcandosi tra loro oppure cercando una via alternativa tra rocce e sassi. Jack ed Ennis erano a cavallo, dietro al gregge, pronti ad intervenire in caso di necessità. Di fronte a loro, al termine della discesa scoscesa, si trovava un torrente dalla corrente abbastanza tranquilla. Le pecore ce l'avrebbero fatta a oltrepassarlo senza l'aiuto dei due cowboy. Jack portava al collo un foulard color rosso magenta e alle mani dei guanti di cuoio, per evitare abrasioni a causa delle redini; ma per il resto era vestito come quando aveva ricevuto quel pugno dal biondo. Sputò alla sua destra, senza dire una parola. Sapeva bene che quello non era il momento adatto per confidarsi o tirar su di morale Ennis. Infatti quest'ultimo se ne stava muto, con la bocca serrata e la mascella stretta. Guardava dritto di fronte a sé senza degnare di uno sguardo il moro. Ennis aveva preferito cambiarsi la camicia sporca di sangue ed aveva optato per un'altra camicia a quadri color bianco e marrone. Continuarono la strada muti come silenziosi erano i loro animi: quello sarebbe stato il loro ultimo silenzio condiviso.

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Tante pecore, troppe! Tutte che si scontravano tra di loro per entrare nel recinto. Avevano raggiunto il punto di partenza, il luogo in cui si erano incontrati. Un signore con i baffi bianchi e una camicia scura contava pazientemente ogni pecora che oltrepassava l'entrata del recinto. Aguirre teneva sempre quel muso lungo che tanto infastidiva Jack. Osservava il suo gregge e la sua espressione mostrava solo due cose: disappunto e disprezzo. Disappunto per le poche (secondo lui) pecore tornate dai pascoli di Brokeback e disprezzo per quei due cowboy incapaci. Jack ed Ennis erano appoggiati alla staccionata e tenevano entrambi la testa leggermente inclinata, quasi a non voler vedere la fine di quell'avventura. Aguirre se ne stava accanto a loro in piedi per poter osservare meglio il gregge.

"Alcune su con voi non ci sono mai venute," protestò Aguirre, mentre si colpiva il collo per uccidere una mosca alquanto fastidiosa.

"E comune speravo ne tornassero di più. Voi della pianura siete dei buoni a nulla." Lasciò i due cowboy per tornare al cammino e andarsene via. Ennis teneva una sigaretta tra le labbra e ci giocherellava con le dita, mentre Jack era pensieroso. Cercava di non sentire quel dolore che provava dentro, forse anche più forte del male alla tempia. Un livido scuro si stava facendo intravedere sulla sua pelle bianca. Ennis si tirò via la sigaretta di bocca e con un'occhiata fugace vide che anche Jack ne aveva una. In molte cose, forse troppe, erano davvero simili.

"Dai gas" ordinò Ennis a Jack mentre cercava di far partire il motore del pick-up del moro. La macchina si lamentò un poco, ma poi diede segni di aver ripreso a funzionare. Ennis chiuse il cruscotto, si piegò a raccogliere il suo sacco dei vestiti e ci frugò dentro. "Che stupido! Ho dimenticato una camicia lassù.." esclamò il biondo con disappunto. Jack nel frattempo scese dal veicolo e si appoggiò col braccio destro alla portiera. "Ah sì?" sussurrò, lanciando un'occhiata al suolo. Voleva fargli una domanda, ma non sapeva se fosse opportuno farla. Poco importava: lui voleva sapere e quindi parlò, con un tono che però tradì la sua titubanza. "Ci sarai l'estate prossima?" chiese incerto."Mah, penso di no.." rispose Ennis stringendo gli occhi a causa del sole troppo forte. Si fece coraggio e continuò:"Te l'ho detto: io e Alma, ci sposiamo a Novembre. Quindi... vedrò se mi prendono in qualche fattoria. E tu?" Le ultime due parole, quella sua domanda, fecero capire a Jack che in fondo, anche Ennis provava qualcosa. O che per lo meno gli interessava un minimo del futuro dell'amico. "Pensavo di andare a casa dei miei e dargli una mano per l'inverno," rispose. "Ma poi, magari, torno." aggiunse sorridendogli leggermente. Avrebbe voluto vedere una qualche sua reazione, ma nulla. Perché faceva così Ennis? Era stronzo, ma maledettamente bello. "Se riesco ad evitare il militare.." concluse rattristato, nel rendersi conto che quella era davvero la fine di loro due. Di Jack Twist ed Ennis del Mar.
"Può capitare di rivedersi" borbottò Ennis, più per rassicurare se stesso che per rassicurare Jack."Certo... certo" riuscì a dire Jack, abbassando lo sguardo. Spaventò entrambi la consapevolezza che non sarebbe andata così e pareva che fosse Jack quello a soffrirne di più. Rialzò di scatto la testa, con occhi provocatori ma nulla. Ennis non dava segni di volergli dare qualche speranza, così si mise dentro il pick-up mentre l'amico si incamminava verso la strada che li aveva fatti incontrare. Jack si concesse di guardare, dallo specchietto retrovisore della portiera, la figura del biondo che camminava con la testa china. Tipico di Ennis. Sospirò malinconicamente. Ennis non stava di certo meglio, dato che fu costretto a tuffarsi in un vicolo tra due case ed infinocchiarsi, per colpa di alcuni conati che lo stavano catturando. Voleva sputare fuori qualcosa, forse cibo... ma no! Non aveva mangiato! Rabbioso per quello che gli stava accadendo, colpì violentemente il muro su cui aveva poggiato la fronte. Non doveva cedere a quella sofferenza. Un uomo di passaggio si fermò per osservare il povero biondo, così forte di fisico, ma così debole di spirito. "Che cazzo hai da guardare!?" sbraitò Ennis nel vedere che non era solo. Il tizio sparì senza dire nulla. Poi si arrese: non combatté più quella sofferenza, si lasciò trasportate del tutto. Si accasciò e rimase così, in silenzio, a pensare a ciò che aveva appena perso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06, 2016 ⏰

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