Capitolo 1.

921 45 20
                                    

Azzurra' s Pov.

"Mi scusi, può darmi un biglietto per la metropolitana?" Chiedo rivolgendomi al tabaccaio.

"Certo, ecco a lei."

"Quanto le devo?"

"Un euro, prego."

Controllo nel portafoglio, ma non ho spiccioli, solo 50 euro.

"Non ho spicci, va bene la 50?"

"Non cambio 50 euro per un biglietto."

"Ma come?"

"Via signorina, che ho da fare."

"E io come dovrei fare?"

"Vorrà dire che non prenderá nessuna metro."

Mhhh...che nervoso!

"Lo pago io il biglietto alla signorina. Mi dia anche un pacchetto di gomme." Dice un ragazzo alle mie spalle, allungando al signore alla cassa qualche spicciolo.

Che gentile! Mi ha salvata da un esaurimento.

Ah, per chi non lo sapesse, io mi chiamo Azzurra, ho 22 anni e vivo a Bologna. Frequento l'università alla facoltà di scienze delle comunicazioni e, per mantenermi, lavoro come commessa in un negozio d'abbigliamento. Mi trovo molto bene, mi trattano da Dio, ma non vedo l'ora di laurearmi per poter trovare un piccolo lavoro da giornalista. È sempre stato il mio sogno, fin da quando ero bambina. Ricordo che a dieci anni mi feci regalare una macchina da scrivere, una di quelle giocattolo, e mi divertivo a sfornare articoli. Avevo una fantasia pazzesca, ogni settimana scrivevo un articolo di cronaca riguardante delitti, rapine, o altri pericoli che colpivano il quartiere in cui vivevo. Ogni personaggio assumeva di volta in volta un ruolo diverso, e, negli articoli, raccontavo lo svolgimento dei fatti concludendo con la soluzione del mistero. Mi sentivo un misto fra Sherlock Holmes e Jessica Fletcher. Dá lì ho cominciato ad avvicinarmi sempre più alla scrittura e ho anche partecipato a vari concorsi di scrittura creativa che spesso ho vinto. In seguito ho deciso di seguire la mia passione e, dopo il liceo classico, mi sono iscritta a scienze delle comunicazioni. Mi piacerebbe scrivere di cronaca nera, oppure mi piacerebbe da morire fare l'inviata, raccogliere interviste e scrivere articoli. Ma mi accontenterei di qualsiasi categoria, almeno all'inizio. Anche i miei genitori vivono a Bologna, ma io ho preferito essere indipendente. Ho trovato un piccolo appartamento, un lavoro, e mi mantengo da sola.

Afferro il biglietto che mi porge il signore, mentre ringrazio il ragazzo che me l'ha pagato.

"Grazie mille." Affermo sorridente uscendo dal tabacchino.

"Ma figurati, per così poco."

"Ti assicuro, mi hai salvata. Ero sull'orlo di una crisi."

"Ma dai." Se la ride.

"Comunque piacere, io mi chiamo Ignazio."

Mi porge la mano ed io l'afferro scuotendola. I miei occhioni azzurri si scontrano con i suoi castani mentre continuo a sorridere. È strano come un piccolo gesto possa cambiarti la giornata.

"Io sono Azzurra."

"Devi prendere la metro?" Mi chiede.

"Si, devo tornare a casa. Ma...ti va se prendiamo un caffè? Voglio sdebitarmi."

"Certo!"

Ci rechiamo al bar e cominciamo a chiacchierare. Ignazio è uno spasso.

"Allora, cosa fai nella vita?" Mi chiede lui curioso.

"Studio, lavoro, solite cose. Tu invece?"

"Beh, io canto."

"Canti?"

Per te ci sarò. || Il Volo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora