Fino a quel momento avevo partecipato a diverse feste di Gatsby, interpretando la parte che mi spettava, tra la folla di persone non invitate che sembravano vivere in modo diverso in quel giardino e tra quelle stanze, come se in cambio della partecipazione venisse promesso loro che qualsiasi azione avessero compiuto, e chiunque avessero finto di essere, sarebbe rimasto lì. Dunque cose accadevano nella sua proprietà, lì davanti ai suoi occhi, e lui, difronte al più completo esempio di vita umana, rimaneva a fissarci dall'alto del castello che aveva creato. Aspettando una persona, aspettandola una vita intera, non permettendo a nulla, neppure a noi poveri umani al di sotto di lui, di interferire con la vitalità della sua illusione.
Ed è questo il Gatsby che avevo davanti. Mi guardava senza vedermi veramente, totalmente oltre la realtà e oltre queste mura, lontano, probabilmente affondava nel passato e ne riemergeva solo per continuare a pensare a lei.
«Jay» cercai di essere comprensivo davanti alla furia contro ciò che ancora lo teneva distante da Daisy «Capisci che il problema non è lei, adesso? È morta una persona.»
Per un attimo pensai che stesse per picchiarmi, poi riacquistò il controllo di se stesso, si passò una mano tra i capelli e in un attimo aveva cambiato la situazione: raddrizzò la schiena e mi guardò con espressione grave, come se solo in quel momento avesse compreso l'accaduto.
«Hai ragione, vecchio mio. Ma, sai chi era quella donna?» Non mi diede nemmeno il tempo di pensare «Tom tradiva Daisy. Con quella donna. E probabilmente ero l'unico a non saperlo.»
La prima cosa che mi venne in mente fu di chiedergli come l'aveva saputo, poi pensai al pomeriggio precedente, quando al Plaza Hotel, Gatsby era stato fermamente convinto nell'affermare che Daisy non aveva mai amato Tom. Mi ci volle poco per capire che, probabilmente, aveva pensato che sentendosi tradita e sapendo di esserlo, Daisy avrebbe avuto solo bisogno di un piccolo aiuto per lasciare Tom e non pentirsene in futuro.
Ma allora perché non l'ha fatto?
Ero cosciente del fatto non avrebbe dovuto interessarmi, ma ormai ero totalmente dentro quella situazione, dentro la vita di persone che non avrei mai conosciuto se non avessi scelto West Egg, persone che non avrebbero intaccato minimamente il mio futuro come invece hanno fatto. La mia mente continuava ormai imperterrita ed inarrestabile ad elaborare e mi riportava alla prima sera condivisa con Tom, Daisy e Jordan nella loro casa: la telefonata che aveva interrotto la cena, il finto sorriso di Daisy. "Tutti lo sanno", aveva detto Jordan.
Ovviamente lo sapeva Daisy, come lo sapeva Jordan, eppure come il giorno nel Plaza Hotel e anche allora durante la cena, lei non aveva lasciato Tom.
Per la loro figlia?
Ero sicuro di no.
Arrivai dunque alla soluzione che Daisy stava nascondendo qualcosa.
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The Great If
Romance«Nell'angolo del grande salotto una giovane donna sorseggiava un cocktail color tramonto concedendo di tanto in tanto teneri sguardi a chi, estasiato da cotanta bellezza si fermava ad osservare quella magnifica creatura che, silenziosa e posata muov...