Parte 15

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SOFIA'S POV

Quando Andrea mi ha presa per il braccio e mi ha portata via, non ho sentito di voler piangere. Solo... vedere quella scena mi ha fatto pensare al fatto che magari devo semplicemente smetterla di inseguire sogni e farmi viaggi mentali. Mi sento strana, più o meno la stessa sensazione di quando compaiono i titoli di coda alla fine del tuo film preferito, o dell'ultimo episodio della serie tv che ami, banale ma mi sento proprio così, come se fosse finito qualcosa di bello. 
Camminiamo per un po' senza dire una sola parola, guardo il marciapiede e sento che Andrea mi sta osservando. Stupido o no, in questo momento il fatto che mi tenga compagnia mi conforta non poco. 
- Non c'è bisogno che tu dica niente - fa lui, poi continua - Ti chiedo scusa per quel giorno, a mare... e anche per tutte le volte che ti ho fatto scherzi poco divertenti che potevano far ridere solo l'idiota che ero una volta, non ho mai voluto farti stare male. Adesso io provo qualcosa per te, lo sai, te l'ho detto, che tu ci creda o no, e vedere te così presa da quello lì... non ti merita. - 
Mi fermo all'improvviso, sospiro e alzo gli occhi verso di lui.

- Probabilmente ti sembro solo una stupida ragazzina con troppa immaginazione, ingenua, senza carattere, che si piange addosso per ogni cosa che le succede, no? -

- Non ho mai detto nulla di tutto questo. - 
- Oh avanti... hai visto no? Inseguo persone che non potrò mai raggiungere. In fondo guardami, sono bassina, sempre con qualche capello fuori posto, a stento al mondo esistono vestiti della mia taglia che non mi facciano sembrare un bastone circondato da una tenda, sorrido poco perchè ho paura che se sembro troppo felice poi la vita lo vede e rimedia con qualche colpo basso, le persone come lui non guardano le ragazze come me - termino il tutto con una smorfia di amarezza. Andrea mi guarda con espressione seria, così tanto che immagino che da un momento all'altro mi pianti in asso e vada via. Sto per riprendere a camminare quando finalmente dice qualcosa.
- Tu non vedi me. - 
- Come? - 

- Sei così presa dal cercarti difetti che non hai e dal voler piacere a Lorenzo, che non ti sei accorta di me. A me piace il fatto che sei bassina, i capelli troppo ordinati mi danno l'impressione del "troppo perfetto" che odio, sei divertente quando metti vestiti di taglia più grande, e il tuo è un sorriso che guarderei all'infinito, se solo lo facessi più spesso - 
D'accordo coscienza, hai vinto. Prendi il comando e fai di me ciò che vuoi.
"Semplicemente mia cara, usa il tuo cervello per capire chi dei due ti interessa di più. Il mezzo scemo che ti guarda con gli occhi luccicosi, oppure il Lorenzo che doveva uscire con te ma poi si è avvinghiato ad un'altra ragazza?" 
Io non lo so, non lo so. Ho una tale confusione in testa, che vorrei avere un tasto "Reset" e ricominciare tutto d'accapo. Da un lato ho Andrea, che a volte mi fa sentire a disagio, ma in modo quasi piacevole. Mi fa arrabbiare, spesso fa il bambino o l'isterico, però... dall'altro lato c'è Lorenzo. Si è preso cura di me quando deliravo per la febbre, mi ha incontrata perchè sapeva quanto ci tenessi e poi mi ha chiesto di uscire di nuovo. Perchè era con quella ragazza allora? 
- Andrea - dico ad un tratto provando a sorridere. Anche la sua espressione è cambiata, sembra meno rigido.
- Devi darmi tempo. - 

ANDREA'S POV

Penso di avere qualche speranza. Le ho detto finalmente tutto quello che pensavo, stavolta senza Vanessa la rompiscatole e senza nessuna distrazione. Per la prima volta ho l'impressione che anche lei provi qualcosa per me, anche se, ad essere sinceri, era quasi impossibile. Mi ha chiesto del tempo e la capisco, sarà confusa. Ora però mi chiedo... quanto tempo? 
No, perchè se devo aspettare sei anni per poi farmi dire "No, scelgo Lorenzo" vado a farmi prete direttamente. Però ne varrebbe la pena di aspettare, quindi lo farei senza intraprendere nessuna carriera religiosa. 
- Ti fa male la mano? - mi chiede ad un certo punto. 
Mano?
Ah giààà, il pugno...
- Nah, ha la conformazione facciale di un bambino di tre anni, non mi sono fatto niente - temo di aver detto qualcosa che le abbia dato fastidio, infatti non ha riso come mi aspettavo ma ha semplicemente accennato un arricciamento laterale di labbra e ha continuato a camminare guardandosi le scarpe. Devo stare attento a ciò che dico da ora in poi.
Quando torniamo a casa Vanessa si fionda su Sofia.
- Oddio come mai così presto? Che è successo? Che hai fatto? - fa poi riferendosi a me. Mi chiedo se le ragazze abbiano un altro senso che nessuno possiede, uno che le fa essere sempre presenti, ovunque tu sia. 
- Te lo spiega lei, io vado a farmi una doccia - in realtà mi chiudo in bagno e origlio. 
"Da oggi ti chiamerò "Andrea la pettegola", ti piace? Ti si addice" Sssh.
- Cosa? E chi era questa? - mugugni vari...
- Non lo so però . . . - perchè accidenti parlano così piano? 
- Ma che cavolo! Se la prendo . . . Mastro Lindo! - Mastro Lindo? Ma che...
- Pigne! - ma che stanno dicendo?
- E poi la marea aveva dato ad un alluce un vaso. . . - io non capisco. Sul serio, o quelle due stanno parlando in codice, oppure le loro frasi arrivano distorte. " Credimi, più probabile la seconda, idiota."
Non sento più nulla per cinque minuti, poi un urlo. 
- ANDREA! - ecco, lo sapevo. Entro nella doccia consapevole che quando uscirò dal bagno quella pazza di Vanessa inizierà a dirmi che sono un violento, un pazzo omicida, un maniaco, che devo farmi visitare, che sono troppo impulsivo e che è come se avessi dato un pugno al cuore di Sofia e bla e bla e bla e ancora bla. Non ve lo auguro. Addio.



Favij // Non sto sognando (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora