Parte 16

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LORENZO'S POV 

Ho mandato via Martina chiedendole di lasciarmi da solo, dopo di che sono tornato a casa e mi sono lasciato cadere sul letto. 
Adesso sono qui, con il mio naso ancora dolorante e guardo il tetto ripensando a quello che è appena successo. Mi chiedo chi fosse il ragazzo insieme a Sofia, ma soprattutto cosa stia facendo lei in questo momento... a cosa stia pensando... 
Sono un imbecille. 
Non so se chiamarla, se mandarle un messaggio spiegandole tutto, o non fare nulla. 
- Dovrei dirle che è stato tutto un equivoco, vero? - parlo al cat mario che ha tenuto Sofia tra le braccia quando stava male. Probabilmente sto impazzendo per fare una cosa simile, ma non so come comportarmi. 
- Sì, dovresti - lo faccio annuire muovendogli la testa tra l'indice ed il pollice. 

Sospiro e prendo il cellulare e compongo il suo numero.
- Sì... pronto? - 
- Sofia... -
- Ah ehm... ciao - 
- Senti io volevo spiegarti che c'è stato un malinteso, un enorme e stupido malinteso -
- Non ti preoccupare, è tutto okay... credo - 

- No ascolta... per favore ho bisogno di parlarti di persona, se vuoi vengo io da te - 
All'improvviso sento dei rumori strani.

- Tu, coso... come ti chiami, sai cosa penso? Che dovresti smetterla di rompere le palle a Sofia. Lei è venuta qui per te e tu che fai? Te ne fot... - altri rumori - Andrea smettila, esci dalla mia stanza per favore! ... scusami, comunque ehm... per me va bene, ti do l'indirizzo - 
Dopo averlo segnato le ho chiesto scusa, ho riattaccato e sono uscito di corsa. 

SOFIA'S POV

Andrea ha ragione ad essere arrabbiato, mi metto nei suoi panni, ma in fondo ho pensato che io e Lorenzo non stiamo insieme (il che non credo possa mai accadere) e quindi non ho motivo di avercela con lui, no? 
Allora perchè ci sono rimasta così male? 
- Sofi... tutto bene? - è Vanessa. 
- Non proprio - 
- Devi stare tranquilla, vedrai che lo capirai con il tempo -
- Aspetta... è così evidente che Andrea non mi è indifferente? - non penso di avergliene mai parlato, almeno per quel che ricordo. 
- Diciamo che ho "poteri" da migliore amica, ecco. Ora fai un bel sorriso e vedrai che tutto si sistemerà - la abbraccio.
Dopo aver fatto incursione in camera mia, Andrea è rimasto chiuso nella sua stanza per tutto il tempo, poi quando sono uscita e mi sono messa ad aspettare Lorenzo sotto casa, ho visto che mi osservava dalla finestra. Ha smesso di essere inquietante solo quando si è appiccicato al vetro facendo la faccia disperata. 
- Scusa, tu sei la ragazza di prima vero? - quando mi giro penso al fatto che "OH NO non sei una serial killer quindi non possiedi gli strumenti di tortura adatti per l'occasione!" coscienza, ciao carissima, non ti sento da tanto, ma questa volta hai ragione. E' la ragazza che ho visto con Lorenzo. 
- Sì, forse - dico mandando un'occhiata ad Andrea lì in alto. 
- Bene, perfetto. Ho avuto davvero tanta fortuna incontrandoti perchè sai... Lorenzo è mio da prima ancora che tu lo conoscessi - ho riso internamente, giuro. Lorenzo era appena arrivato alle sue spalle e ovviamente, non mi sono trattenuta e ho iniziato a ridere anche di fronte a lei. 
- Ti prego, lascia che ti dica una cosa, sei esilarante, ma non ti invidio - le dico asciugandomi le lacrime e continuando a ridacchiare.
- In che senso? -
- Ti spiego meglio, perchè a quanto pare hai anche bisogno dei sottotitoli. Rido per quello che hai detto, "è mio da prima ancora che tu lo conoscessi". Sai, mi è sembrato che tu stessi parlando di un tuo giocattolino, il che non mi sorprende, visto che sembri appena uscita da un cartone animato - mi schiarisco la voce, poi la guardo tornando seria - Peppa pig, precisamente -.
Lorenzo è scoppiato a ridere mentre lei, impallidita, ha iniziato ad avere un tic nervoso al labbro e se n'è andata via.

- Allora... ti va di andare in qualche posto in particolare? - mi chiede riprendendo a respirare.
- Decidi tu, a me va bene tutto -.


ANDREA'S POV

Non ho idea di cosa sia successo lì sotto, però sembravano tutti contenti. Meglio così, evidentemente ha già scelto. 
Esco dalla mia stanza e accendo la tv in soggiorno.
Mi sento strano, a pezzi. Potrei fare un puzzle con il mio cervello in questo momento.
Perchè l'amore deve essere sempre così complicato? Perchè non potevo continuare ad essere stupido e fare bambinate invece di farmi piacere Sofia? E soprattutto... 
- Perchè in questa cavolo di televisione non si vede niente?! - urlo sperando che la principessina sul pisello mi senta. Sono riuscito nel mio intento.
- Non gridare così tanto, mi stavo facendo la doccia - entra con solo un asciugamano addosso, con nonchalance. Mi giro imbarazzato. 
- Sei pazza? Copriti... comunque, la tua televisione ha qualche problema, si vede che è difetto di famiglia - 
- Se tu fossi un po' più gentile magari Sofia si interesserebbe di più a te - dice iniziando a trafficare con dei fili elettrici.

- Cosa ne vuoi sapere tu? Sempre a farti i fatti degli altri, non hai niente di meglio da fare? - 
- Ecco, ora funziona. Se ti serve qualcosa chiama - e va via. 
"Sai cosa penso? Che ha ragione, sei troppo isterico" nessuno ha chiesto il tuo parere.
Però è vero, ha ragione. 
Sto impazzendo? 
In tv non c'è niente di interessante, probabilmente perchè sto cercando di immaginare cosa stiano facendo quei due adesso. 
Mi prende un colpo quando sento un tonfo dalla cucina, mi alzo e corro a vedere cosa è successo. 
- Ahi... - Vanessa è stesa per terra. 
- Ma che hai combinato? - 
- Stavo cercando di prendere una cosa dallo sportello in alto ma poi sono scivolata - 
- Lo vedo... ti sei fatta male? - 
- Nooo sto qui per terra perchè mi piace vedere il mondo da una prospettiva differente! - 
- Che simpatica. Vieni qui ti aiuto - mi abbasso porgendole una mano ma dopo vari tentativi non è riuscita ad alzarsi. 
- Mi sa che dobbiamo chiamare un dottore, se ti sei rotta qualcosa non posso fare magie - dico prendendola in braccio e portandola sul divano. 
- Chiama chi vuoi ma non dire niente a Sofia, per favore - 
- Ma è la tua migliore amica, sei scema? - 
Abbassa la testa - Nell'agenda sul tavolo dovrebbe esserci il numero del medico di mia zia -. 


Dopo aver telefonato mi siedo accanto a lei. Magari dovrei smetterla di parlarle in questo modo, mi ha ospitato senza fare problemi, prepara colazione pranzo e cena, cerca di consolarmi quando sono arrabbiato o giù... dovrei proprio. 
Ha una strana espressione, ad un certo punto il suo sguardo si posa su di me.
- Va bene cercherò di essere gentile - dico alzando gli occhi al soffitto - Ma non contarci troppo, sono fatto così -. 




 





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