CAPITOLO3 (MILLER)

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Oggi è sabato e come tutti i sabati prima di andare in ufficio porto il mio bel cagnolone al parco, ma stamattina sembra proprio che non voglia sentire ragioni.

<<Eros , su alzati>> ma lui invece di obbedirmi gira il suo faccione e si appisola di nuovo,
Mi abbasso alla sua altezza <<Eros>> lo richiamo con la mia peggior voce, quella capace di far tremare tutti i miei dipendenti e fargli capire che quella non è una buona giornata, ma a lui non importa proprio nulla. L'unica cosa che sono riuscito a fargli fare e fargli voltare la testa verso di me e io continuo a parlargli<< qui comando io, quindi ora tu ti alzi e andiamo al parco, ok?>> sembro ridicolo un uomo di 27 anni che cerca di farsi obbedire dal proprio cane e che non ci riesce.
Mi esaspero. <<Dai Eros, ti prego! Anche io mi scoccio, ma dobbiamo uscire. Devi passeggiare, oppure il veterinario mi farà sempre la solita ramanzina e non ho voglia di essere rimproverato da un vecchio pelato per colpa tua.>> si sarà scocciato di ascoltarmi lamentare e finalmente si alza, ma mi sembra che mi dica: facciamo presto che ho sonno!
Lui? Lui ha sonno? E io cosa dovrei dire che sono riuscito a dormire soltanto un paio di ore questa notte? Scuoto il capo e dopo averlo preparato usciamo di casa.

Eros ed io non avevamo tanta voglia di camminare , così abbiamo deciso di fermarci a Central Park.
E' un bel posto. Viene frequentato da famiglie, turisti e fidanzatini.
Libero Eros dal collare e lo lascio correre da solo, tanto quando si sarà scocciato tornerà da solo da me.

Quando cerco un posto per accomodarmi vengo attratto da una figura femminile molto riservata, che sembra mimetizzarsi con la natura.
Mi avvicino cautamente per capire se è davvero lei, e infatti è Julia.
Avevo tanta voglia di rivederla. In questa settimana abbiamo scambiato qualche messaggio, ma nulla di più.
Mi siedo accanto a lei sotto l' enorme albero degli angeli e le sussurro <<ehy>> per non farla spaventare , ma lei non essendosi accorta della mia presenza rabbrividisce per la paura.
Si volta lentamente e quando capisce chi è si tranquillizza.
<<c...ciao>> balbetta.
Balbetta sempre quando mi vede, significa che non le sono totalmente indifferente. <<ciao bellissima. Cosa fai?>>
<<leggo aspettando che torni il mio Amore>>
Non mi dire che è fidanzata?
<<amore?>> domando facendo il finto indifferente, ma questa notizia mi ha lasciato tutto fuorché indifferente.
<<si>> si volta <<ecco: guarda>> mi indica un punto con l'indice. Volto il capo aspettandomi un ragazzino e invece è un bellissimo cucciolo di husky <<amore è il tuo cane?>> dico ridendo
<<si, cosa pensavi?>>mi guarda interrogativa. Scuoto la testa e continuo <<nulla, scusami. Non preoccuparti... >> Mi guarda ancora leggermente interrogativa, ma non fa domande.
Il suo cane le salta fra le braccia e sono una visione celestiale.
Lei con quei lunghi capelli castani che l'avvolgono e l'accarezzano le spalle, come se esistessero per proteggerla e stretta al suo peloso husky,capace di attaccare chiunque possa dare fastidio alla sua padrona sono una coppia che si completa.
<<che bel cane che hai>> le dico una volta uscito dallo stato di trance di quella scena.
<<Grazie>>
Vedo che anche il mio fantastico cucciolone corre verso di noi.
<<Julia guarda ti vorrei presentare anche io il mio cagnolone>> si volta verso il percorso che si presenta avanti a lei e rimane attonita <<Wow , ma è un bulldog?>>
<<si,si >> i cani appena si vedono iniziano a rincorrersi <<si piacciono>> le dico.
Lei sorride <<già, fanno proprio una bella coppia>>
<<il tuo bulldog quanto tempo ha?>> domanda
<<2 anni e il tuo?>
<<molto più piccolo. Ha soltanto tre mesi>>
<<In poche parole come me e te >>
Io ricordo perfettamente la piccola Julia quanti anni ha
<<Infatti io sono più piccola di te>> mi canzona
<<e come lo sai?>> si ricorda qualcosa?
<<nonna ieri mi ha detto che sei più piccolo di lei di cinquanta anni. Quindi ho dedotto che tu abbia sui 27-28 anni...e poi si vede che non sei un mio coetaneo>> mi prende in giro.
Io le sorrido distratto: come potevo credere che si potesse ricordare di me?
Oggi a Manhattan fa un gran freddo, le temperature sono scese a -1 e ne approfitto <<Julia, perché non vieni a prendere una cioccolata calda con me?>> chiedo speranzoso
<<No, Miller non posso. Devo studiare per un' interrogazione molto importante per lunedì e non posso concedermi alcuna distrazione>> sembra più che altro una scusa.
Ma io non perdo mai, ottengo sempre quello che voglio...
<<ok, allora sabato prossimo starai tutta la giornata con me.>> Cerca di ribattere ma io la blocco all'istante posandogli delicatamente il dito indice sulle labbra<<e non voglio sentire nessuna scusa. Ok?>> annuisce completamente scossa.
<<Perfetto, allora ci vediamo sabato .Il mio numero c'è l'hai, qualunque cosa chiamami...ma non per disdire l'appuntamento >> le chiarisco.
<<ok, allora a sabato prossimo>> Si alza e scappa via.
Julia Conte scappa quanto vuoi ma giuro che sarai mia!

Sei Solo e soltanto miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora