CAPITOLO 4

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JULIA:

Sabato è arrivato, e io  sono emozionatissima. Tra poco passerà Miller a prendermi e non so ancora dove mi porterà. In questa settimana ho cercato di estorcergli qualche informazione ma nulla. E' irremovibile.
<<Julia>> mi chiama mamma da giù.
<<dimmi mamma>>urlo per farmi sentire
<<Ho visto la macchina di Miller qui fuori>> E' già arrivato? non può essere!
<<O...ok, adesso scendo>> m'infilo la seconda converse al piede e scendo giù.
<<mamma io vado>> mi abbasso a salutare Amore e poi mamma, ma lei è molto agitata e irrequieta.
<<Julia stai attenta, ok?>>  mi chiede davvero preoccupata. Le stringo le mani e le dico <<certo mamma, ciao ciao>> e scappo.
Esco fuori e noto Miller che è ancora in auto, ma appena si accorge della mia presenza scende dall'auto.
<<Ehi bellissima, sono arrivato in anticipo. Perciò ancora non ti avevo mandato un messaggio>> si avvicina e mi bacia sulle guance.
Io divento di color scarlatto <<N...non preoccuparti, ero già pronta>> lo rassicuro mentendo. Non ero affatto pronta, ma non lo sarei mai stata...
<<Bene, allora possiamo andare>> mi apre lo sportello dell'auto e una volta salita anche lui dalla parte del conducente partiamo.
<<Allora, dove mi porti?>> domando allegra, ma lui ride.
<<cos'hai da ridere?>>  domando confusa e imbronciata.
Lui è così grande e serio, mentre io invece mi sento come se fossi solamente una bambina alle prime armi...
<<N...nulla tesoro, e che non ti arrendi mai!>> non è una domanda. E' proprio un' affermazione. Rido annuendo, è vero: non mi arrendo quasi mai, ma quel quasi è meglio non dirglielo che sennò se ne potrebbe approfittare.
<<No...quindi mi dici dove andiamo?>>
<<No>> metto il broncio ,incrocio le braccia e non dico più nulla.
<<Dai tesoro, ti posso dire solo che non è tanto lontano>> almeno è sempre meglio di non sapere niente.
<<ok>> lascio perdere. Tanto non avrò nessuna informazione e forse è meglio così, oppure... non so, i miei pensieri sono confusi. Adesso che sono qui, con Miller ho paura di non essere abbastanza e che lui si aspetti una persona diversa da quella che io in realtà sono.
***
Una quindicina minuti dopo siamo arrivati. Scendo dall'auto e vengo avvolta dall'odore di salsedine.
<<Miller, ma mi hai portato al mare?>>chiedo emozionata
<<si,tesoro ti piace?>> annuisco elettrizzata e lui mi bacia sulla fronte. Arrossisco, come ogni volta che sto con lui. Mi chiama tesoro, mi bacia la fronte: ma noi non ci conosciamo!
<<Ora però andiamo. Ho una sorpresa per te>> respiro  profondamente e gli dico <<un'altra>><<si>> ride divertito.
Mi prende la mano e ci rechiamo in spiaggia
<<allora, qual è quell'altra sorpresa?>> non riesco più a trattenermi.
Lui mi guarda, è indeciso se parlare o meno, ma alla fine cede. <<va bene, dato che siamo qui te lo dico. Guarda un po' là>> mi indica con il dito un punto avanti a noi e spalanco la bocca.
<<m...ma quelli sono cavalli?>> domando incredula
<<si,ti piacciono?>>
<<e me lo chiedi pure. Sono fantastici>>saltello come una ragazzina, ma in realtà è quello che mi sento di essere.
Lui ha vissuto, io ancora no.
Mi potrei far condizionare, ma le beghe mentali preferisco lasciarle a stasera quando sarò da sola nel mio letto. Ora è momento di divertimento e quindi gli prendo la mano, come ha fatto prima lui con me e lo tiro per andare da loro.
<<Voglio salire, mi aiuti?>> allungo le braccia e mi prende in braccio per aiutarmi a salire in groppa al cavallo e una volta posizionatomi per bene, senza aspettare che anche lui salisse: parto veloce.
Mi piace sentire il vento fra i miei capelli, ti fa sentire leggera...
<<Julia,Julia>> sento chiamarmi. Mi volto e vedo Miller cupo in volto
<<cosa c'è Miller?>> gli chiedo galoppando più piano e aspettando che lui si avvicini.
<<Perché sei scappata?>> non rispondo, lo guardo crucciata e gli spiego <<Non sono scappata, giuro>> il suo sguardo cupo inizia a rilassarsi.
Non dice null'altro, ma non mi lascia andare. Forse ha paura che io mi perda?

<< va bene, adesso però andiamo che ho fame>>
<<ok>>
Scendiamo dai cavalli e lui mi stringe la mano. Poso il mio sguardo sulle nostre mani unite e poi lo rialzo su di lui, ma non mi guarda. Sorride solamente e punta lo sguardo in avanti.
Così raggiungiamo il ristorante: mano nella mano e un giovane cameriere ci fa accomodare al nostro tavolo.
<<Senti adesso vattene ti chiamiamo noi>> guardo di sbieco Miller
<<Perché hai maltrattato il cameriere?>><<perché ti vuole. E tu sei mia>> boccheggio
<<c...cosa?>>
<<hai capito,tu sei mia>> senza che me ne potessi accorgere mi prende il viso fra le mani e inizia a baciarmi, mi tira il labbro con i suoi denti e io gemo. Non me lo aspettavo, sono stata presa alla sprovvista, ma poi comincio a rilassarmi e mi sento più tranquilla. Tanto da provare il desiderio di non volermi più dividere da lui.
Non so quanto tempo dopo ci stacchiamo, possono essere minuti, ore , secondi.
Ma una cosa so con certezza che mi mancano già le sue labbra.
<<Julia dammi  tempo e ti giuro che ti farò innamorare di me. Senti cosa c'è tra noi?> annuisco stordita.
<<Bene, allora ci possiamo definire una coppia, giusto?>> possiamo definirci una coppia? Penso di sì, voglio sperare e provare: quindi tento.
<<si>> dico annuendo per poi espormi nuovamente per ricercare l'attenzione delle sue labbra, che subito ottengo e continuiamo a baciarci per tanto e tanto tempo ancora.

Sei Solo e soltanto miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora