22. Sirmanian

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I guardiani si trovavano a pochi metri dai lupi, in prossimità della foresta, la quale era addormentata sotto uno spesso strato nevoso.
Lo sguardo che, da lontano, era sembrato di sfida, avvicinandosi si era rivelato di rispetto. Appena i due ragazzi furono abbastanza vicini, infatti, l'alpha si inchinò dinnanzi a loro. Il capo rivolto verso le sue zampe bianche, immerse nel medesimo colore, restò così per alcuni secondi e poi, a testa alta si presentò. Nessuno dei lupi che avevano incontrato dall'inizio della scoperta aveva manifestato loro tanto rispetto.
-Salve guardiani, io sono Sirmanian, alpha del branco più antico nella storia dei lupi. Sono contento di rivedere voi, i guardiani della luna, di nuovo qui, nel luogo dove sarete più utili e dove scoprirete voi stessi. Da anni e anni aspettavamo il vostro arrivo. La gloria dei vostri predecessori è ancora narrata e vive nei quadri, che vengono mostrati ai nostri figli e nipoti, ma soprattutto nei nostri ricordi, tramandati da coloro che hanno combattuto al vostro fianco tempo fa. L'ultima coppia di guardiani morì nel 1378. Eravamo certi che a distanza di pochi anni ne sarebbero succeduti altri due ma ciò non accadde. Cercammo a lungo e in tutto il mondo, ma nessun guardiano venne trovato e le tenebre riuscirono a prendere il sopravvento per un lungo periodo. Dopo estenuanti battaglie e troppo sangue sparso sulle nostre montagne ,grazie a tutte le forze residue di ogni lupo, riuscimmo finalmente a farle ritirare e a ridare al mondo un nuovo equilibrio. Ora, questa pace, è di nuovo minacciata, le tenebre riacquistano la loro forza, battezzano nuovi membri, si stanno rinvigorendo. Se non reagiamo subito il rischio è il ripetersi di un "nuovo medioevo"- Sirmanian fece una lunga pausa. Era evidente il dolore che scatenavano i ricordi nella sua testa. Rivolse il muso bianco verso il cielo, commemorando mentalmente i suoi simili caduti e poi riprese, con la voce calma, ferma, e saggia
-Ma veniamo al dunque. Parliamo dell'incantatores. Da qui affronteremo circa quattro ore di cammino, dato che con noi ci sono umani, faremo una pausa al Rifugio di Mezzo- informò gli altri due lupi che lo affiancavano, i quali annuirono accondiscendi- Ma dovremmo fare molta attenzione. Se i nemici hanno saputo dove siamo diretti potrebbero già essere sulle nostre tracce. Una volta arrivati al Rifugio vi spiegherò il resto-

-Non sento più i miei piedi- ansimò Sea affondando le gambe negli abbondanti 20 cm di neve.
-Non me ne parlare, è passata solo un'ora e sono già distrutto-
-E voi due sareste coloro che dovrebbero salvare il mondo?...andiamo bene...- si era avvicinato uno dei due lupi grigi che accompagnava Sirmanian.
-Lamentarvi non renderà il viaggio più facile. Parlare di solito aiuta. Io sono Megort e quello più avanti è mio fratello Sptim. Facciamo parte del branco di Sirmanian da molti anni, ormai si fida cecamente di noi e il sentimento è reciproco. È un ottimo alpha, sa ciò che fa-
Parlarono con Mergot per il resto del tragitto. Raccontò loro di aver avuto un solo scontro con le tenebre in tutta la sua vita e fu con un loro seguace, un umano accecato dalla pazzia e con gli occhi bui.

Il rifugio era una minuscola costruzione in legno, ci entravano a malapena i due guardiani. I lupi restarono fuori a fare la guardia. L'unico pregio di quella struttura era il camino che scoppiettava, illuminando la stanza e rendendola piacevolmente calda.
-Sono stanca. E non per aver camminato per tutto questo tempo, in parte forse si- aggiunse Sea stirando i piedi vicino al fuoco -ma sono stanca di dover far finta che tutta questa situzione sia normale. Lupi che parlano, umani ottenebrati, talismano, poteri magici. Non so come faccia tu!- si alzò di scatto dal tappeto-come puoi far finta che tutto ciò sia normale? Come potremo vivere così per sempre?-
-Calmati Sea. Penso che non servano a niente questi discorsi, sono inutili. Sconfiggeremo le tenebre, uccideremo quei bastardi e torneremo a vivere come sempre.-
-Non credo che sarà così facile Luc, non credo-

Erano tornati nel sentiero ormai da un'ora. Per distrarsi avevano ripreso a parlare con Mergot, ma di argomenti più leggeri, e avevano scoperto che aveva una personalità allegra e piena di vita, prendeva la vita con leggerezza ma allo stesso tempo non faceva nulla di affrettato
-Zitti!- arrivò il sussurro deciso di Sirmanian da qualche metro più avanti. Tutti si bloccarono per capire cosa fosse successo o cosa avesse sentito l'alpha.
-Sento dei passi. A circa due chilometri da qui, sono in due- restò in ascolto Sirmanian -e non sembrano umani, tanto meno amichevoli. Lanciò uno sguardo serio indietro, verso il resto del gruppo.
-Come ci muoviamo?- domandò Mergot preoccupato.
-Affrettiamo il passo-
-Se ci raggiungono?-chiese Sea
-Combatteremo-
-Ma noi non abbiamo nessun arma!-
-La mia speranza è che se ci dovessero raggiungere, voi avrete già ottenuto il vostro potere. E vi do la mia parola che a quel punto, non avrete bisogno di armi-

Uscirono dalla foresta e comparve davanti i loro occhi una catena montuosa che sembrava non aver fine. Le vette si ergevano massicce sullo sfondo ovattato del cielo invernale. Luc si ricordò immediatamente del quadro visto la sera prima in camera, ma non riusciva ad individuare la montagna e il punto preciso dove aveva visto la mezzaluna.
-Bene siamo riusciti ad arrivare prima del previsto, ma abbiamo poco tempo. Al massimo tra venti minuti saranno qui. Perciò seguitemi, è arrivato il momento di correre-
-Correre?- Luc non ebbe il tempo di pronunciare queste parole, che i lupi avevano già iniziato a muovere le loro zampe, sfrecciando sulla neve i guardiani furono costretti ad imitarli per non restare indietro. Dopo circa dieci minuti Sirmanian fermò di colpo.
Nessuno parlava, neanche un verso usciva dalle bocche dei lupi. Stavano tutti contemplando quel posto, come se fossero in ammirazione, in silenzio come quando si entra in un luogo sacro. Sea e Luc inizialmente non capivano, si guardarono intorno e non videro nulla di diverso nel paesaggio. Ma Luc mise a fuoco gli occhi su qualcosa, la roccia della montagna, interamente coperta di neve, in un punto lasciava scoperta un segno, inciso nella montagna. Era più piccolo di una monetina, ma non aveva una forma rotonda, o meglio non era un cerchio, era una mezzaluna, era la mezzaluna.

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