"E allora ti dico sbrigati, sbrigati a dimenticare, perché se non dimentichi subito non dimentichi più. E non importa se la vita va avanti, se ogni cosa ti ricorda che certe cose non possono funzionare. Se non dimentichi subito, certi ricordi ti vengono a cercare."
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Nel pomeriggio decido di fare un salto da Hope. Ha un vestito da farmi vedere, disegnato e realizzato personalmente da lei. Da quando ha partorito Bella, si è cimentata sempre di più nel grande settore della moda e, con sua grande fortuna, ha avuto un successo a dir poco strabiliante. È conosciuta in tutta Italia e in tutta Francia. Proprio questa sera i suoi vestiti saranno adoperati per una sfilata serale qui, a New York.
Hope ha aperto il cancello della sua abitazione ed entro dentro. Stavolta sono da sola, perché Maddie è restata da Harry. Parcheggio sotto il gazebo del giardino. Appena sono davanti la porta, la piccola Bella apre prima che possa suonare il cancello.
«Ciao, zia!» Esclama, saltellando.
Entro in casa prendendola in braccio e le bacio i capelli d'oro. «Ciao, tesoro.»
La metto giù. Mi accompagna da sua madre prendendomi per mano. Nel frattempo, passando per il salotto, saluto Brooks che sta guardando una partita di tennis sul suo divano.
Ora che è adulto, ha la barba sul viso, piccole e innocenti righe agli angoli degli occhi, ma il suo solito sorriso angelico.
«Ti verrei ad abbracciare.» Dice Brooks, con tono basso. «Ma sono al quanto malato.»
Gli dico che non fa niente, mentre Bella mi spinge ad andare avanti.
Lasciamo il soggiorno e la piccola mi lascia sulla soglia dello studio di Hope, tra tessuti e colori da ogni parte.
«America!» Strilla Hope, venendo verso di me e attirandomi in uno di quei abbracci troppo forti per respirare. «Allora, vuoi vedere l'abito che ho disegnato?» Dice, con gli occhi che le brillano.
Alzo le spalle, guardandomi intorno. «Sono venuta qui a posta.» Le ricordo.
Hope mi porge uno dei suoi tanti album da disegno. Dice che con questi riesce a disegnare e a ideare meglio i vestiti. Lo apro e con grande meraviglia guardo l'abito più bello che io abbia mai visto: è blu, un blu cobalto, davvero meraviglioso, stretto dal busto fino a terra. Riesco a percepire perfino il luccichio blu e delicato dei gioielli che pendolano dalle orecchie, dal collo e dalle dita. Ad affiancare il vestito c'è una deliziosa borsetta argentata e ricoperta di brillantini.
Non dico niente in un primo momento.
Hope deve passarmi una mano davanti il viso per svegliarmi. «Mio Dio! Ti sei stupita della bozza, figuriamoci...» Si allontana. Apre il suo armadio pieno di abiti già pronti e ne fa uscire uno identico a quello che ho sotto gli occhi.
Mi copro la bocca con una mano, osservandolo ancora più meravigliata dalla realtà. «Hope... è bellissimo.» Sussurro.
Hope lo avvicina a me.
Lo tocco, analizzandolo in ogni centimetro. «Hope, ti sei superata!»
Hope alza le spalle. «Quando qualcosa mi piace, ci metto tutto l'impegno possibile.» Fa una pausa, continuando a sorridere. «America.» Mi porge il vestito. «Voglio donare a te questo vestito.» Mi dice.
Spalanco gli occhi, scuotendo la testa. «Oh, Hope. È bellissimo, ma devi portarlo alla sfilata! È un peccato non farlo sfilare!»
Hope ridacchia, lasciandomi che lo tenga io. «L'ho confezionato per te.» Aggiunge. «L'ho disegnato per te, voglio che lo indossi tu alla sfilata di questa sera. In qualche modo, sfilerà lo stesso.»
Respiro profondamente, sorridendole con gratitudine.
Mi cinge le spalle e mi incammina verso il camerino presente nella stanza. «Ora provalo.»
Annuisco. Entro all'interno dello stanzino, mi svesto e mi infilo il vestito con delicatezza e attenzione per non rovinarlo. Esco dal camerino, lascio che Hope mi alzi la zip lungo la colonna vertebrale.
«Wow.» È il mio commento, una volta davanti lo specchio.
Il vestito mi calza a pennello. Non è né stretto, né largo, e riesco a muovermi facilmente.
«Sei splendida.» Dice Hope.
Mi muovo per guardare come mi sta ad ogni angolatura. Mi fermo subito dopo. Poso i miei occhi sul suo riflesso allo specchio. «Perciò siamo arrivate fin qui.» Commento.
Hope inarca le labbra. «Siamo arrivate fin qui insieme.» Mi corregge, sistemandomi il vestito sui fianchi.
Le restituisco il sorriso.
Si comporterà sempre come una mamma, con me. L'ha fatto dieci anni fa, l'ha fatto cinque anni fa, lo fa oggi e lo farà domani.
«Ti farai fare un bel chignon, si?»
Ci penso su. «Che ne dici di una treccia?»
Hope mi spinge su una sedia.
Credo di aver capito ciò che sta facendo. «Hope, mi stai già preparando per la sfilata di questa sera, per caso?» Chiedo.
Hope ridacchia. «Si farà tardi, poi. Devo vestire Bella e Maddie, dare a tuo marito il suo smocking...»
Faccio una smorfia. «Peccato che Brooks non possa venire.»
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Amami anche domani (2, Sequel of Stravolgimi il domani)
RomanceIN REVISIONE Il destino sembrava averli scelti come si scelgono le proprio pedine ad un gioco che sai pur certo di vincere. Per loro non c'era ma fine alla sofferenza e qualcosa doveva sempre andare storto per garantire la normalità, in quel rapp...