Moonlight

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Arena, distretto otto

Katarina correva.

Correva.

Correva come non aveva mai fatto prima.

Lei, proprio lei, stava fuggendo.

Scappando.

Era terrorizzata.

Quei cosi dietro di lei l'avrebbero potuta raggiungere in un men che non si dica.

Katarina non capiva più niente.

Sentiva il sangue ribollirle nelle vene, le mancava ossigeno al cervello, la sua vista era appannata e la sua respirazione si faceva sempre più lenta ed irregolare.

Dopo una ventina di minuti la ragazza dai ricci rossi ebbe il coraggio di voltarsi.

Per sua fortuna, gli ibridi che la stavano inseguendo sembrano scomparsi.

La rossa dell'ottavo distretto si sedette con la schiena appoggiata contro un masso; a forza di correre era arrivata nel deserto roccioso.

Katarina riprese improvvisamente possesso delle sue facoltà mentali, ed un lampo malvagità balenò nei suoi grandi occhi verdi.

Era nel deserto roccioso, ciò significava che i suoi rivali non dovevano essere troppo distanti.

-Perfetto...-, pensò la rossa, -...è giunta la vostra fine.-

Arena, distretto undici.

Chad si era separato da Drew quella notte stessa.

Il ragazzo del quarto distretto gli aveva augurato buona fortuna, per poi dirgli che se mai si fossero rivisti non sarebbe stato così clemente con lui ed inseguito scomparire tra le rocce del deserto.

Chad non sapeva cosa fare.

Andare a cercare i rivali per tentare di ucciderli non gli sembrava la scelta migliore.

Gli altri due erano nettamente in vantaggio su di lui.

Ma nemmeno starsene appoggiato ad un masso in attesa che lo proclamassero vincitore gli sembrava tanto producente, così si era dato da fare per costruire qualche arma con la roccia intagliata, nel caso uno dei due ragazzi si fosse fatto vedere.

Improvvisamente, sentì una lama gelida perforargli la schiena.

Si voltò, e per un istante riuscì a vedere la morte in faccia.

Per Chad la morte aveva il volto innocente di una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi.

Poi cadde a terra, privo di forze, urlando parole incomprensibili anche a se stesso.

Si rannicchiò e, lentamente, si abbandonò alla morte, mentre una lacrima, leggera ed impercettibile, solcava la sua guancia destra resa pallida dall'imminente addio.

Il cannone sparò.

La ventiduesima, innocente, vita era stata ingiustamente spezzata.

The first Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora