Asgard

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Metto le mie braccia sui fianchi: "Thor, figlio di Odino, principe di Asgard, dio del tuono, Loki è tuo fratello! Non è un animale! Non ha lo scettro, ha delle stra maledette manette: non può far del male a nessuno!" Sbotto, furibonda, piantandomi davanti al biondo, gli occhi fiammeggianti.
Lo vedo in difficoltà così mi rivolgo ad Heimdall carcando di calmarmi: "Non può fare del male a nessuno" ripeto, con convinzione. Lui riflette un attimo poi annuisce e ammette: "Ha ragione la ragazza". Vedo Thor ancora titubante. Sbuffo sonoramente: non riesco a sopportarlo; così mi giro verso il dio degli inganni. Basta guardare i suoi occhi verdi per capire che si sta gustando la scena: si crede superiore: "Tu non sei molto meglio di loro, anzi" do voce ai miei pensieri. Lui ci rimane male, il cambiamento di espressione è così veloce che mi scappa una risata. Ovviamente Laufayson non la prende benissimo e mi scocca un'occhiataccia... un poco divertita in realtà.
Direi che il dio del tuono ha finalmente capito che suo fratello ridotto così non è una minaccia: sussurra delle strane parole e la museruola si apre e cade a terra con uno schiocco.
La pelle intorno alle sottili e arrossate labbra di Loki ha preso un'intonazione azzurrognola. Il dio apre e chiude la bocca e in poco tempo la colorazione del viso torna normale.
"La ringrazio infinitamente, graziosa fanciulla" dice il dio degli inganni. Ho una gran voglia di rispondergli con un "ben detto" ma prima mi sfugge: "No grazie a te, principe degli inganni, signore dei mentitori". Lui mi squadra: "È forse una provocazione?". Io taccio, soddisfatta del risultato ottenuto fino ad ora: "Quindi chi saresti?" Mi chiede Laufayson con sguardo indagatore. "Il mio nome è Laura. Ho ventitrè anni. Studio lettere classiche, ho un fratello minore. Ero a New York quando l'hai attaccata ma abito in Italia. Mi piacciono molto i racconti norreni. Una mia amica è morta qualche tempo fa. Mi piace l'inverno" snocciolo senza neanche rendermene conto: immaginavo di dire solamente il mio nome eppure in fondo desideravo svelarmi a quel bellissimo dio nonostante i dati sopra elencati fossero fra i più inutili che potessi fornire. "Tu, invece, mi è parso capire, che ci conosci già" constata il principe; io annuisco. Vorrei aggiungere qualcosa ma vengo inghiottita dal piacere di permettermi di osservare Loki da vicino, faccia a faccia. Anche lui non parla. Punta il suo sguardo su di me. I nostri occhi non si incrociano, scivolano, seguendo il corpo di chi abbiamo davanti. Una danza di iridi di cielo e prato.
"Muoviamoci! Odino attende!" Esclama Thor, senza alcun preavviso, e sia io che il dio delle menzogne ci guardiamo intorno disorientati. Heimdall fa segno di raggiungere il dio del tuono e montare a cavallo. Io cammino fino all'uscita del bifrost come un automa, eseguendo gli ordini, ma quando mi trovo davanti un cavallo grigio mi rendo conto che io non ho la più pallida idea di come si cavalca. Spiego, in imbarazzo, il problema a Thor; lui sembra sconvolto ma alla fine si arrende. Sfortunatamente Loki non può cavalcare e il biondo non ha la minima intenzione di liberarlo anche dalle manette così è costretto a prendere un enorme stallone e issarci entrambi dietro di se. Lui è davanti, poi c'è Loki ed infine io.
Inizialmente cerco di sedermi ad una certa distanza dalla schiena davanti a me, ma appena la cavalcatura comincia a camminare per poi prendere velocità, d'istinto, per non cadere, abbraccio il dio vestito di verde. Lui è tranquillo e se ne sta saldo in sella. Direi che si sente vagamente in imbarazzo per come sono avvinghiata a lui, ma non posso esserne certa poichè non lo vedo in viso. Io sono sicurissima di essere rossa peperone ma la guida spericolata di Thor non mi dà scelta.
Sento gli zoccoli iniziare a battere su una strada. Il dondolio mi rilassa e finalmente mi rilasso. Sento il profumo di Loki: un misto dell'odore che caratterizza Asgard (a giudicare da quello che ho capito) e qualcosa di unico, la fragranza della neve, del freddo ma anche dell'erba, verde e tenera. Mi lascio avvolgere da quell'abbraccio di aromi, sento il suo respiro regolare. Chiudo gli occhi per assaporare il momento.
Poi una luce accecante trapassa le mie palpebre ed io, infastidita, cerco l'origine del raggio luminoso e rimango a bocca aperta.
"È meraviglioso..." mormoro alla vista di Asgard: tutto è dorato e risplende al sole, ogni casa ha un design mai visto sulla terra, pieno di torrette, grandi finestre, balconi decorati. Alzo lo sguardo e ammiro il palazzo, magnifico come pochi, immenso: sembra irradiare luce propria; la forma tondeggiante, le guglie che si innalzano contro il cielo turchese, senza l'ombra di una nuvola. Questo panorama risveglia in me un ricordo, qualcosa di nascosto sul fondo del mio animo: "Deve essere sorprendente per una midgariana che non l'ha mai visto" sussurra il dio delle menzogne, senza farsi sentire dal fratello. "È stupendo..." rispondo, ripetendomi.
Arriviamo davanti alle altissime porte del castello e smontiamo da cavallo.
Delle guardie circondano subito Loki e lo scortano mentre io rimango indietro col dio del tuono: "Non è normale che una midgariano qualunque attivi il Bifrost, lo sai, vero?" Mi domanda Thor. Ho una voglia matta di rispondergli sgarbatamente ma l'espressione seriamente preoccupata del dio mi fa cambiare idea così mi limito ad annuire. "Adesso mio padre cercherà di capire cosa è successo... dopo aver sistemato Loki naturalmente" io annuisco nuovamente mentre noto alcuni particolari: Thor ha specificato mio padre, non nostro, come sapevo abitualmente dicesse, e ha detto Loki e non fratello. Persino lui, che aveva sempre voluto bene al dio delle menzogne, ne prende le distanze.
Camminiamo lungo interminabili corridoi, fino ad arrivare al cospetto di un'enorme portone che incute timore. Alcune immagini sono scolpite nell'oro ma non faccio in tempo a capire di che cosa trattano perchè presto superiamo il portone fino a trovarci ai piedi di un trono. Su di noi incombe lo sguardo cupo e saggio di Odino: barba bianca ben curata e una benda sull'occhio mancante.
Thor si inginocchia e mi fa segno di fare lo stesso, così, intimorita dal re di Asgard, lo imito. Vicino a noi sembra che Loki non abbia la minima intenzione di dimostrare rispetto al padre adottivo ma alla fine una guardia lo colpisce sulla pancia con l'elsa della spada e il principe cade bocconi a terra. Nessuno sembra avere intenzione di contestare il gesto del soldato o di aiutare il dio.
Getto un'occhiata ad Odino e, sebben con soggezione, raggiungo Loki che ha iniziato a sputare sangue sul pavimento. Lo aiuto a mettersi sulle ginocchia e lo sorreggo. Sembrano tutti piuttosto sorpresi della mia mossa ma infine nessuno apre bocca al riguardo ad esclusione di Odino: "Dunque... chi è codesta fanciulla che mi sfida, aiutando il traditore?" Domanda. Io divento bianca per la paura al suono dell'eco partito dalla voce profonda e accusatrice del re di Asgard. Ma, sebbene la paura, non accenno ad allontanarmi da Loki e, cercando di controllare il tremito della voce, rispondo: "Il mio nome è Laura..." inghiotto della saliva: "Da Midgard"

Loki: The Dark WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora