BELLO DA FAR MALE

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Perché? Dico io, perché?
Perché la vita non scorre mai semplice e tranquilla?
Perché si deve sempre ingarbugliare?
Non lo capisco, giuro, è più forte di me.

Me ne sto qui, in sella al motorino cercando di non cadere. Cercando, illusa, di ritrovare il baricentro per non finire spalmata sui sanpietrini della piazza. Tengo a bada in contemporanea me stessa, il mio mezzo che non collabora, il gas che non riesco a regolare, una fastidiosa nausea dovuta ai biscotti di Ginevra e anche un gatto, che si diverte molto a guardarmi in difficoltà, dall'alto di un balcone. Procedo alla meglio facendo l'equilibrista e maledicendo le carenti doti culinarie della mia amica del cuore, ma procedo per la mia strada. Quella di sempre: di pietra, insidiosa ma conosciuta. ..la strada di casa, sempre uguale, un tassello della mia vita. Non potrei smarrirla nemmeno con una benda sugli occhi.

E proprio dove non sospetterei mai, in un luogo conosciuto e familiare, dove non c'è spazio per le sorprese, qui il destino mi fa uno sgambetto. E dietro la solita curva, mescola le carte.
Quasi sbando, le ruote stridono, il motorino si inclina e io lo accompagno, cercando di non cadere. Il manubrio regge, e io quasi investo....

Lui.
Avete mai visto il sole nascere sull' acqua? È uno spettacolo bellissimo, ogni raggio ti invita a fissare un po' di più quella luce rossa come il sangue. Ma se ti ci soffermi più del dovuto, può diventare pericoloso: mentre gli occhi bramano la bellezza sconsiderata di ciò che vedi, la ragione ti avvisa del rischio che lo sguardo bruci in quella luce.
Così è lui.

Seduto a gambe incrociate su una panchina, legge un libro e alza appena la testa, incurante del fatto che una schizzata coi capelli dritti dallo spavento e il suo motorino lo hanno evitato per un soffio.
Alza un sopracciglio, adorno di un piercing d'argento, impassibile.

Sembra una statua, forse lo è e io sono sotto l'effetto allucinogeno causato dai biscotti di Ginevra, dal caldo, dalla paura o da tutte queste cose insieme.

Non si muove di una virgola e neanche io.
Non ride, non urla, ma chi è? E da dove salta fuori?
Deve essere un turista.

Ha la pelle perfetta, come seta lucida.
Capelli biondi, biondissimi, un biondo quasi innaturale e splendido, non credevo esistesse un colore così. I tratti del viso sono dolci, delicati, disegnati con un carboncino sulla tela: gli zigomi scolpiti, le labbra protese quasi in un leggero e perenne broncio.
In quel momento i suoi occhi scivolano delicati nei miei. Sono profondi, pozzi di buio aperti. Neri, belli da fare male.

Scappa.

Un imperativo risuona nel mio cervello, neanche fossi di fronte al peggiore degli assassini con un coltello proprio sotto la mia gola e non davanti al ragazzo più bello che abbia mai visto.

Scappa, subito!

Il turista bello come una rosa del deserto continua a guardarmi.
Solo ora realizzo la soluzione.
Io.
Che l'ho quasi investito.
Ferma dietro al motorino rovesciato a terra, il manubrio ancora stretto tra le mani.
Che lo fisso come un'imbecille...
Tiro su il motorino, lo riaccendo e schizzo via in un secondo.

Percorro qualche chilometro e poi mi fermo. Anche perché, presa dal l'imbarazzo, ho imboccato la strada sbagliata.
Faccio inversione e torno sui miei passi. Spero almeno che lui non sia straniero, anche se l'idea di essere insultata in una lingua che non conosco mi sembra più sopportabile.
Torno alla panchina. Spengo il motore e mi guardo intorno, stupita.

Sparito.

Sulla strada di casa continuo a interrogarmi sull'identità di questo ragazzo misterioso.
Ma sì, penso, sarà un turista. E chi altro se no? Oggi pomeriggio risalirà sul suo pullman luccicante insieme alla sua comitiva e non lo rivedrò mai più.
Se ne andrà col suo viso bello da far paura, se ne andrà da qui, come fanno tutti.

Angel, l'amore è un demone.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora