Il carboncino scorse lungo la pergamena a ritmo deciso, lasciando dietro di sé un tratto preciso ma dolce che andava a ricreare l'immagine di una chiesa. L'artista alzò lo sguardo sul soggetto, osservando con attenzione i dettagli sull'architrave della porta e lo riabbassò, continuando a produrre lo schizzo di quell'opera. Affianco a lui c'erano delle tele, alcune delle quali erano già arricchite da macchie di denso colore, e una piccola folla di persone di ogni età che si limitavano a contemplare un artista all'opera. Non che gli dispiacesse essere guardato, l'idea di essere apprezzato lo faceva stare bene ed era per quello che continuava ad produrre le sue opere all'aperto, ma avrebbe preferito che qualcuno comprasse.
Si strofinò la punta del naso con l'indice, lasciando macchie non più soltanto sulla tela ma ora anche sul proprio corpo, sovrappensiero prese un panno dalla tasca per pulirsi ma questo no fece altro che peggiorare la situazione. Meraviglioso, disse tra sé e sé, e come ogni volta che questo succedeva (era sempre stato maldestro) ripensò a quell'uomo nella bottega del suo maestro, al suo sguardo disgustato e alle parole "vile dipinto". Tutto questo solo per qualche macchia di pittura sul collo e sulle braccia. Era sempre così con gli aristocratici, sgarbati e irrispettosi del lavoro altrui (non che loro lavorassero).Una signora sulla settantina, dall'aria elegante ma simpatica, gli porse un fazzoletto pulito.
- Prendilo, ragazzo.- pronunciò lei, con uno spiccato accento lontano.L'artista la osservò, prese il fazzoletto e ringraziò gentilmente.- Piuttosto che ringraziarmi come un bietolone, fa' qualcosa di utile. A quanto mi vendi quelle?- chiese la signora con meno garbo del gesto precedente, indicando delle tele finite.
- Scusi?... Oh, certo, sì. - si alzò e si diresse verso le tele e cominciò a dire i suoi prezzi.
- Facciamo 30 fiorini per tutti e siamo a posto.- ribatté la signora, imponendosi sul povero artista che non avrebbe potuto rifiutare. Venduto per 30 denari, come Giuda.- Però dovrai presentare i tuoi quadri ai miei ospiti, questa sera. Come avrai capito non sono un'esperta d'arte e tu sicuramente non hai di meglio da fare. Manderò una carrozza a prendere te e le tue opere,fammi sapere il tuo nome e dove possono passare a prendervi.- gli disse, passandogli le monete promesse.
- Il nome è Federico Leonardo Lucia e l'indirizzo è il 21 di Corso Como.-
***
Prima di arrivare a destinazione Federico interrogò il cocchiere riguardo alla serata. La signora che l'aveva invitato era la vedova Mara Maionchi, originaria della Romagna e a Milano da prima che Federico nascesse.Dopo la morte del marito, aveva deciso di dedicarsi al mecenatismo promuovendo l'arte, la letteratura e la musica. Secondo lei il talento era un fattore innato, ma aveva bisogno di sostegno per crescere e formarsi.Per quanto fosse pazza, tutte le persone che la circondavano la amavano in modo incondizionato per il suo modo di fare e di essere, sempre un po' sopra le righe e senza giudicare l'altro. Perfino la servitù la amava:erano perlopiù giovani ragazze di cui lei si occupava, spesso direttamente, della loro istruzione. Subito Federico sentì un moto di gratitudine per essere stato scelto dalla Signora Maionchi. Poteva essere la sua occasione per vedere la sua arte apprezzata.
Gli ospiti di quella sera erano i giovani aristocratici giunti in Italia per gli ultimi mesi di Grand Tour, un viaggio per l'Europa che si occupava di formare i nobili. Ci sarebbero stati musicisti, cantanti lirici, intellettuali, critici d'arte e vari pittori: una vera e propria festa dell'arte. Federico si sentiva già fuori posto, probabilmente avrebbe passato quasi tutta la serata in cucina a fare compagnia al cibo.
- Grazie di tutte le informazioni, signor Zanardi, e buona serata.- disse il ragazzo ringraziando il cocchiere,che lo salutò con un cenno.
La villa in cui si sarebbe svolta la serata fortunatamente era meno sfarzosa di come se l'era immaginata. Un ampio giardino circondava l'edificio ormai poco illuminato dal cielo crepuscolare e diverse persone si accingevano ad entrare attraverso le mura.
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The best is good enough
Fiksi PenggemarSiamo nel 1800. Federico è un pittore di strada che vive della propria arte. Michael è un aristocratico inglese in giro per l'Europa nel Grand Tour. Questo è solo l'inizio del viaggio più grande della loro vita. Siete pronti ad accompagnarli?