Da quanto tempo era che stavano volando? Cinque minuti? Un'ora? Hiccup non lo sapeva; troppo stordito e scioccato da quello che era appena successo.
L'unica cosa che riusciva ad udire era l'armatura del drago che cozzava.
Klang Klang.
Quel rumore metallico lo stava facendo impazzire. Avrebbe preferito buttarsi e morire schiacciato per mano della forza di gravità, che sentire ancora una volta quel suono fastidioso e monotono nel silenzio più totale del cielo.
Il cielo; diamine quanto era bello oggi. Pensò il giovane. Intorno a lui c'erano solo nuvole di un acceso giallo-arancio, dovuto al tramonto mozzafiato che si stava stagliando. Almeno qualcosa di buono c'era in questa situazione. Fece un mezzo sorriso, ma che presto svanì, trasformandosi in una smorfia di dolore. Le spalle iniziavano a fargli male per la troppa forza che il drago ci metteva, come se, qualora usasse anche sono un milionesimo di forza in meno, potesse perderlo. E di questa idea il drago sembrava quasi terrorizzato, come se poi gli potesse capitare qualcosa di terribile. Ma il moro non riuscì ad osservare meglio il suo comportamento che improvvisamente il drago scese in picchiata, scendendo al di sotto delle nuvole. Il giovane vichingo sentì il vento frustargli il viso, oltre che un enorme vuoto al petto dopo la calata spedita del Cornotonante.
All'inizio non capiva dove si trovava; intorno a lui non c'era altro che che una folta nebbia che offuscava la vista. L'unica distanza in cui riusciva a vedere il moro era solo ad un palmo dal naso. Ma poi la foschia iniziò a dipanarsi, rivelando che il drago si stava avvicinando ad una piccola entrata, quasi invisibile, scavata in una montagna grigio pallido. Forse è il suo nido, dedusse. Ma che stava dicendo? Il Cornotonante aveva un'armatura addosso, era ovvio che fosse stato allevato da umani. Si diede mentalmente dello stupido, se avesse avuto le braccia libere sicuramente si sarebbe dato uno schiaffo in fronte.
Il Cornotonante continuò il suo viaggio entrando in quella galleria semi oscura, fatta di pietra e ghiaia, illuminata solo dal riflesso di alcuni piccoli sassi bianchi che riflettevano la luce sempre più lontana dell'entrata.
Il tragitto, calcolò Hiccup, durò almeno 30 secondi, prima che il drago finalmente potesse uscire e ritornare a far scintillare la sua armatura alla luce del sole. Beh, non proprio direttamente dal sole.
Hiccup fu sbalordito da quello che si trovò davanti. Un'intera flotta era ormeggiata in questa caverna fatta interamente di ghiaccio. Ma in quel ghiaccio c'era qualcosa di strano; non era ghiaccio di un bianco candido, ma era tendente al verde acqua, quasi verde nelle parti più oscurate. Lo stesso ghiaccio, pensò il moro, che distrusse la base di Eret. Forse questa flotta è della stessa persona che aveva liberato i draghi da Eret e i suoi cacciatori. Gli occhi di Hiccup si illuminarono di felicità; allora forse aveva trovato un alleato che lo avrebbe aiutato!
La flotta, da quello che vedeva, era composta da un'enorme nave con tre alberi maestro, sicuramente quella che dirigeva il tutto, e da molte altre piccole navi che la affiancavano. Tutte, notò, puntavano nella stessa direzione, su un tratto di lago con un diametro di almeno 20 metri che... bolliva.
Il moro non riusciva a capire cosa potesse rilasciare così tanta aria dal lago della grotta. Dubitava fosse un drago, anzi trovava impossibile che un qualsiasi essere vivente avesse così tanto bisogno d'aria.
Il cornotonante, ancora in volo, si avvicinò per un po' alla pozza ribollente, e Hiccup sentì come se un qualcosa di malvagio lo stesse incatenando alla sua anima, allo stesso modo in cui quell'essere, notò solo adesso, era incatenato alla nave comandante.
C'era qualcosa di sbagliato lì, ed Hiccup non aveva intenzione di scoprire presto quanto lo fosse. Bruscamente, Hiccup si ritrovò a faccia a terra nel ponte della nave comandante, buttato in malo modo dal drago.
"Grazie della delicatezza!" urlò al Cornotonante, che non rispose, ma semplicemente volò via.
Finalmente liberatosi dalla possente presa del drago e messosi seduto, il moro passò subito a massaggiarsi le spalle che gli dolevano dalla "passeggiata" con il Cornotonante. Hiccup vide con estrema sorpresa che la corazza era enormemente lesa dove il drago lo teneva arpionato, rovinando il simbolo dei cavalieri di Berk* dipinto in rosso sul suo spallaccio destro.
Ringraziò mentalmente gli dei di aver costruito quest'armatura, immaginandosi già il dolore che avrebbe provato mentre il drago infilzava i propri artigli sulla sua carne. Un brivido gli percorse tutta la schiena al solo pensiero. Dopo aver sistemato per bene gli spallacci, Hiccup decise finalmente di dare un'occhiata a quello che aveva intorno. Beh, inutile dire che il moro era circondato da quelli che sembravo almeno cinquanta guerrieri armati fino ai denti che gli stavano puntando ogni genere di arma contro, che fosse conosciuta o sconosciuta a lui. Erano tutti vestiti un po' differente tra loro: chi portava un elmo, chi no; chi portava un mantello e chi invece prediligeva una cintura più ampia. Alcuni portavano anche pellicce d'orso polare a mo' di cappuccio.
La sola cosa che li accomunava per abbigliamento erano le pesanti casacche di pelle per proteggersi dal freddo, per il resto sembravano tutti provenire da diversi villaggi.
Le loro facce anche se minacciose, delineavano allo stesso tempo una stupidità enorme. Quegli uomini sia per abbigliamento che per stupidità ricordavano i cacciatori di Eret. La differenza tra i due, però, era che i cacciatori di Eret non avrebbero probabilmente saputo quanto facesse 2+2. Anche questi feroci guerrieri probabilmente non lo sapevano, ma nel mentre avrebbero già tagliato la testa a qualcuno per compensare la mancanza.
Il moro, ancora inginocchiato dalla caduta e minacciato dalle lame appuntite che lo stava circondando, si lasciò legare le mani da un ometto con dei lunghi baffi, mentre i guerrieri davanti a lui, come uno spartiacque, si spostavano per lasciar passare una possente figura in nero.
Hiccup vide l'uomo baffuto che, con riverenza, abbassò il capo e si mise a pochi metri dietro di lui, in modo che lo potesse controllare. Il gruppo di guerrieri che ora, come lupi accerchiando la propria preda, fissavano intensamente Hiccup. Questi ultimi non puntavano più le lame ad Hiccup, ma allo stesso tempo non le avevano rinfoderate, sempre attenti se potesse succedere qualcosa.
Hiccup, ancora inginocchiato, venne messo bruscamente in piedi dall'ometto baffuto con uno strattone prepotente.
È piccolo, ma di forza certamente non è a corto!, pensò Hiccup, ridacchiando sommesso alla sua stessa battuta; la sua mente cercava di sdrammatizzare la brutta situazione in cui era capitato. Ma l'ilarità del giovane non sfuggì di certo alla figura nera.
"Cosa c'è di tanto divertente, giovane vichingo?" abbaiò abbastanza infastidito l'uomo.
Solo ora Hiccup lo poté vedere per bene. L'uomo era molto alto, i suoi capelli erano secchi e di un nero pece, intrecciati poi insieme alla sua lunga barba come dread. La faccia era frastagliata di cicatrici, che Hiccup era certo, fossero tutte ad opera di draghi. Lo sguardo poi sprezzava minaccia e sadismo da tutti pori. I suoi occhi, oltre che ad esser verdi, erano duri e freddi come il ghiaccio, e guardavano con criticità qualsiasi cosa passasse loro davanti; come una di quelle persone che non si sorprendono mai per nulla. Un po' per questo aspetto ad Hiccup ricordava molto suo padre. Le sue vesti erano composte da una canotta lunga, dei pantaloni blu, degli stivali coperti di pelliccia, uno spallaccio di ferro battuto nel braccio destro ed un lungo mantello di pelle nera di drago. Il mantello, si accorse Hiccup, copriva tutto il suo braccio sinistro, oltre che quasi tutto il lato sinistro del suo corpo, come se volesse nascondere qualcosa di cui si vergognava. Nel bacino portava una cintura rossa con al centro lo stemma di un sole; il moro, sinceramente, non capiva il suo significato.
Hiccup sentiva come se conoscesse l'uomo in nero, ma allo stesso tempo era sicuro di non averlo mai incontrato o visto in vita sua.
Improvvisamente sentì un brivido passargli per tutto il corpo, capendo finalmente chi era colui che lo aveva portato qui; l'uomo che aveva davanti a sé era Drago Bludvist. Tutto combaciava; la descrizione di suo padre, il drago corazzato, le navi e l'esercito che ora lo stava circondando. Hiccup era certo che non sarebbe uscito vivo tanto facilmente da quella situazione.*Sinceramente non so se quello che ha Hiccup dipinto sullo spallaccio destro sia il simbolo dei Cavalieri di Berk (Scusate ma della serie avrò visto 3 episodi in croce, sinceramente quella serie mi ha fatto vomitare l'anima per quanto era animata di merda), e se così non è lasciatemi questa licenza artistica :3
Note autrice:
Ed eccomi qua!
Vi eri mancata? Certo che no visto che ci messo tipo 6 mesi ad aggiornare la storia! Wow, dovrebbero darmi un premio per la mia svogliatezza nel scrivere :D
Bando alle ciance, mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto, ma tra scuola e non molta ispirazione nel scrivere, ci ho messo un po' ad aggiornare. È il bello è che questo capitolo doveva essere più lungo, ma sapendo che dovevo ancora scrivere un bel po' ho deciso di divederlo a metà. Avevo pianificato che nel prossimo capitolo Hiccup e il nuovo personaggio dovevano incontrarsi, ma così non è stato. Che bello, eh?
Parlando della storia, sarò sincera con voi, non ho ancora scritto le basi dell'atra metà della storia e sinceramente non so bene cosa far accadere senza andare sullo scontato o banale. Quindi, boh, non so nemmeno come andrà a finire la storia.
Che poi boh, sto capitolo lo trovo abbastanza meh, per come l'ho scritto. Ma credo sinceramente di non saper fare di meglio.
Che altro c'è da dire? Ah sì!
Vedo che più meno tutti quelli che hanno letto la storia si sono chiesti del perché abbia fatto lasciare Astrid con Hiccup. Semplice, vi immaginate cosa farebbe Astrid se scoprisse che Hiccup è scomparso o/e rapito? Cacchio, quella avrebbe solcato mari e monti fino a trovare Hiccup! Ed è per questo che li ho fatti lasciare, non per fare la storia, come già detto prima *personaggio gnocco* x *personaggio in cui l'autrice si rispecchia*, ma per senso logico e di trama. Se Astrid lascia Hiccup è perché non gli importa più niente di lui. Ad Astrid non gli importa più niente di lui = Hiccup avrà più difficoltà ad essere trovato. Con questo non sto dicendo che a Stoick non gli importi nulla di Hiccup, ma prima o poi pure lui dovrà pur rinunciare a trovarlo. E magari pensare che sia morto (ZAN ZAN ZAN). Invece con Astrid non credo si sarebbe arresa così velocemente. :D
Tornando alla storia *personaggio gnocco* x *personaggio in cui l'autrice si rispecchia* (Si lo so, scartavetro un po' troppo i maroni con 'sta cosa) vi assicuro che la storia che ho intenzione di scrivere intendo renderla più complicata di così. Ho iniziato a scriverla non per sentirmi appagata immaginando me stessa come la controparte femminile che ho creato (e che ancora dovete vedere ma sono dettagli), ma con il desiderio di immaginarmi cosa potrebbe essere successo se Hiccup fosse stato catturato. Il personaggio l'ho aggiunto perché se non ci fosse probabilmente il tutto sarebbe una cosa noiosissima che comunque avrebbe poi portato a quello che succede nel secondo film.
Vabbè dopo tutto questo pappone di note d'autrice voglio ringraziarvi per aver mostrato interesse per questa storia, e se tu oh amata lettrice, stai ancora leggendo queste mie note, non posso che ringrazianti (Stai mostrando interesse, mica poco, eh!) e ci vediamo al prossimo capitolo.
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The Pride of a Viking
FanfictionE se invece di imbattersi in sua madre, Hiccup fosse stato catturato da Drago Bludvist?