IL DONO DI ANTEROS
Non è amore la violenza, non lo è lacostrizione nè l'imposizione.
Non sono amore gli schiaffi, leocchiatacce, le parole minacciose sussurrate durante il sonno.
Non è amore svegliarsi da soli,chiedersi cosa si sia sbagliato, cosa si debba aggiustare.
Non è amore tentare di andare bene adun'altra persona annullando sé stessi, facendo tutto il possibileper compiacere lei, senza curarsi di sé stessi.
Non è amore l'annientamento dellapropria volontà, dei propri interessi.
Non è una gabbia, una catena dimetallo, o una prigione,una condizione di paura.
Amore sono due braccia calde e un pettosul quale appoggiarsi.
Le liti per la cena e per la TV, lenotti passate a sfiorarsi senza toccarsi, i baci sul collo, sulleorecchie. E le risate sotto le coperte, le dita che accarezzano lapelle con delicatezza, le labbra che si cercano. E' l'odoredell'altro sulla propria pelle, il suo mento sulla testa, unabbraccio disperato, una ricerca continua.
Il desiderio di trovare sé stessinell'altro, semplicemente. La voglia di essere accettati, di sentirsigiusti.
La violenza non è amore, ma veleno.
Il veleno di un aspide colorato, chestritola lentamente la sua preda prima di portarle via la vita con unbacio, forte, malvagio, corrotto. E che entra nella pelle, nellevene, corrompe il cervello, le braccia, le gambe. E quando arriva alcuore uccide. Ti intorpidisce lentamente, di modo che tu non facciaresistenza, che tu non provi a scappare. E poi ti ammazza, ti toglietutto, lasciandoti a contemplare l'oscurità nella quale ti hacalato.
E nell'ombra si perde ogni cosa.
Lontani dalla luce, ogni resistenzasvanisce.
E la vita stessa perde di senso.
Ethan deviò con il piatto della spadail primo fendente, il secondo quasi lo colpì al petto.
L'uomo che aveva davanti era molto piùalto di lui. I lunghi capelli biondi arrivavano fino alle spalle.Imbracciava due accette poco levigate, di quelle che nel foro sipotevano acquistare per poche monete. Un barbaro, uno straniero, unnemico di Roma e del popolo.
L'accetta venne sollevata, ancora unavolta.
L'armatura che quel soldato utilizzavanon copriva bene i fianchi. Nessun altro commilitone era lì adifenderlo, nessun altro era lì a coprirgli le spalle.
Ethan colpì velocemente. Il gladiopenetrò nella pelle, arrivando a toccare un organo, un reneprobabilmente.
Il barbaro si accasciò davanti a lui,gli occhi vuoti.
Un calcio, la suola dei suoi sandalicontro il naso del nemico.
Morto.
Il cadavere toccò terra velocemente,quasi gli dei si fossero dimenticati della vita che, una volta, avevariempito quel guscio ormai vuoto.
Il sangue gocciolò a terra, riempiendoil terreno della sua putredine, mentre l'urlo del vessilliferoesortava i militari alla ritirata. Ethan si voltò, ammirandol'immensità dei campi di grano incolto. Una freccia infuocata colpìun pagliericcio, che immediatamente brillò di un rosso acceso,forte.
Il campo ci mise pochi istanti aprendere fuoco, le spighe scheletri in fiamme che ardevano alla lucedel sole.
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Il Dono di Anteros (Lukethan : Luke Castellan x Ethan Nakamura)
FanficVincitrice del contest 'Comparse e Angst' indetto da LeoValdez00 sul forum di EFP (http://freeforumzone.leonardo.it/d/11187597/Di-Comparse-e-Angst/discussione.aspx) Notte dopo notte le parole avevano stretto Ethan, convincendolo a fidarsi, ad aprir...